Roma, 10 Aprile 2000

New economy: a Lisbona le proposte, a Washington le proteste

A Lisbona l'Europa riflette sulla nuova economia , a Washington il movimento contro la globalizzazione si prepara a manifestare. Le analisi degli economisti dopo il ribasso del Nasdaq della scorsa settimana. Le riflessioni sulla brevettabilità del corpo umano dopo il completamento della mappatura del genoma.


Lisbona atto secondo. Dopo il vertice economico-politico di fine marzo la presidenza portoghese ha convocato per oggi e domani una conferenza sul tema Conoscenza e società dell’informazione. L’Unità ricorda che l’Italia è rappresentata dai ministri della Funzione pubblica Bassanini e della Sanità Bindi e dai sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Passigli e delle Comunicazioni Vita. In rappresentanza delle categorie produttive, inoltre, saranno presenti Innocenzo Cipolletta, direttore generale della Confindustria, e Sergio Billè, presidente della Confcommercio. L’argomento centrale è quello della formazione. Tra le questioni prioritarie c’è, inoltre, quella dell’esclusione: una società sempre più caratterizzata da Internet, se l’accesso alla rete non ha una distribuzione uniforme, rischia di generare, a livello territoriale e sociale, nuove forme di discriminazione.  Se l’Europa riflette sugli scenari della nuova economia l’America, a cinque mesi dalla “battaglia di Seattle”, si prepara ad affrontare nuove proteste. Washington, che sta per ospitare il vertice del G7 e gli incontri del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, è in assetto di guerra in previsione delle imminenti manifestazioni del movimento contro la globalizzazione. 

 La bolla speculativa prima o poi esploderà

Dopo i due giorni critici della scorsa settimana, lunedì e martedì, a Wall street è tornata la normalità. I rialzi del Nasdaq sono stati ridimensionati rispetto all’inizio dell’anno ma non annullati: i cento titoli principali, infatti, sono ancora in rialzo dell’8 per cento.  Chi aveva visto nella rapida perdita di quota dei titoli del listino tecnologico i primi segni di un crollo è stato, dunque, smentito. Gli scettici, tuttavia, continuano a mettere in guardia i risparmiatori contro i pericolosi entusiasmi per la nuova economia e per la speculazione borsistica. Robert Schiller, economista di Yale, intervistato dal CorrierEconomia, avverte che in Borsa c’è una bolla speculativa destinata, prima o poi, a scoppiare. “Abbiamo una teoria, quella della Nuova Economia, che promette un mondo migliore e diverso. Così gli investitori comprano, le quotazioni salgono, e più salgono le quotazioni, più numerosi e spericolati diventano gli investitori” – spiega lo studioso. In realtà, però, “i vantaggi che produrrà non saranno così spettacolari come sembrano indicare le valutazioni di Borsa delle Internet company. Non dobbiamo dimenticare che uno degli effetti della Nuova Economia è la spinta alla globalizzazione. Che però porterà benefici soprattutto ai paesi più poveri, mentre avrà conseguenze negative per l’occupazione nei paesi industriali”. Anche per Henry Kaufman, il guru dei mercati americani intervistato da Affari & Finanza, “l’attuale corsa al rialzo finirà e finirà bruscamente”. Quella della settimana scorsa non è stata che una minima correzione al ribasso, prontamente recuperata. Il crollo non è imminente, perché c’è ancora una fortissima affluenza di fondi verso il mercato azionario, ma avverrà tra un paio d’anni: “sarà uno scrollone del mercato molto più violento, e sarà determinato dall’eccessiva salita degli indici. Sarà inevitabile, insomma”. Tuttavia, non si tratterà di un nuovo ’29: “non ci sarà una vera e propria recessione indotta dalla crisi di Borsa. Enormi sono le differenze strutturali, troppo maggiore la solidità del sistema”.

 

Di chi sono le scoperte scientifiche?

Dopo l’annuncio del completamento della mappatura del genoma umano, il Garante per la privacy Stefano Rodotà riflette, sulle pagine di Repubblica, sulla scienza, oggi “al crocevia tra purezza della ricerca, valutazione sociale delle sue conseguenze, pressione crescente degli interessi economici”. Craig Venter, fondatore di Celera Genomics, la società privata che ha effettuato la mappatura, ha dichiarato che metterà a disposizione di tutti i risultati della sua ricerca, riservandosi di chiedere il brevetto sui singoli geni che verranno via via isolati. “Si può ammettere la brevettazione del vivente?” – si domanda Rodotà. La Dichiarazione universale sul genoma umano e i diritti dell’uomo dell’Unesco proclama il genoma “patrimonio comune dell’umanità” e afferma che esso “non può costituire oggetto di profitto economico”. Questi principi, tuttavia, rischiano di essere travolti da una realtà nella quale lo sviluppo della conoscenza richiede grandi investimenti ed esige, quindi, una remunerazione. Di fronte a tale prospettiva, secondo Rodotà, “rimane indispensabile una politica che attribuisca un ruolo rilevante alla ricerca pubblica, controlli i costi d’accesso alle informazioni raccolte, limiti severamente la brevettabilità. Sarà una battaglia durissima, perché enormi sono gli interessi proprietari”. 

 

In breve

 La Repubblica annuncia che il popolo dei navigatori è salito a 10 milioni. Sono entrati in rete 700 mila italiani in più rispetto al mese scorso. Internet piace soprattutto ai giovani e nelle aree metropolitane del centro e del nord del paese. Tra i neofiti aumentano le donne, anche se il mezzo continua a essere preferito dagli uomini. Metà degli utenti si collega più di una volta a settimana.

Mentre aumentano i fruitori del web, l’Italia è il più arretrato paese europeo sulla competizione reale nelle infrastrutture della telefonia. Lo riferisce il Rapporto Telecomunicazioni del supplemento di Repubblica Affari & Finanza che cita i dati di British Telecom. L’analisi prende in esame quattro settori: la regolamentazione effettivamente in vigore in ogni singolo stato e i reali poteri assegnati alle autorità garanti, il sistema di interconnessione, la competizione nelle infrastrutture e le barriere frapposte dagli ex operatori monopolisti. Sull’interconnessione siamo in linea con la media europea mentre siamo indietro sulla liberalizzazione delle infrastrutture e  sulla regolamentazione. 

 

Il Giornale presenta un’inchiesta sui finanziamenti pubblici all’editoria. Sono 230 le pubblicazioni che ricevono sovvenzioni dallo stato. Tra loro quotidiani, organi di partito e sindacali, riviste delle associazioni di consumatori, giornali editi da italiani all’estero e periodici specializzati. La spesa complessiva si aggira intorno ai 125 miliardi.

Restando nel campo editoriale, l’attrazione per il business del libro digitale si sta diffondendo sempre di più. Tuttavia – osserva il Sole 24 Ore – le esperienze già realizzate mostrano alcuni limiti. Il settore è soggetto, infatti, ai rischi della pirateria informatica e deve affrontare la difficoltà di tutela del diritto d’autore. Anche se l’editoria non può sottrarsi ormai dal trasferire i propri prodotti on line, i margini per le imprese sono ancora ridotti.

 

In prima pagina sul Messaggero la notizia che lo stato pagherà presto gli stipendi on line. Da giugno, infatti, sarà operativo il mandato elettronico di pagamento connesso alla rete nazionale interbancaria. Con la gestione telematica degli 835 mila miliardi di pagamenti annui della pubblica amministrazione, i tempi e i costi degli attuali 23 milioni di operazioni cartacee si ridurranno drasticamente. Quanto alla sicurezza, Stefano Isgrò, progettista del Bancomat, sottolinea che si tratta dello “stesso metodo della rete interbancaria sulla quale passano 200 mila miliardi al giorno”.

 

La febbre dei videogiochi dilaga tra i professionisti. Il Giornale e la Repubblica riferiscono i risultati di un’indagine di Digital Bros sui giocatori maturi. Un adulto su due dichiara di giocare, uno su quattro lo fa frequentemente. Commercialisti, bancari, avvocati, giornalisti e medici sono i più colpiti dalla “sindrome di Lara Croft”. Giocano sia sul posto di lavoro che la sera quando tornano a casa, arrivando perfino a trascurare la famiglia. Ogni categoria professionale sembra avere le sue preferenze: i commercialisti amano il genere horror; gli avvocati prediligono i giochi di sport e, in particolare, quelli di calcio; a medici e giornalisti piacciono i videogame cruenti in cui si picchia e si spara.

 

Robin Williams è on line e utilizza il nuovo medium per lanciare monologhi inediti. Su Audible.com, infatti, ogni settimana si potranno ascoltare file audio con pezzi comici dell’attore. Lo riferisce il Giornale.