Lisbona
atto secondo. Dopo il vertice
economico-politico di fine marzo la presidenza
portoghese ha convocato per oggi e domani una
conferenza sul tema Conoscenza e società
dell’informazione. L’Unità
ricorda che l’Italia è rappresentata dai
ministri della Funzione pubblica Bassanini e
della Sanità Bindi e dai sottosegretari alla
Presidenza del Consiglio Passigli e delle
Comunicazioni Vita. In rappresentanza delle
categorie produttive, inoltre, saranno
presenti Innocenzo Cipolletta, direttore
generale della Confindustria, e Sergio Billè,
presidente della Confcommercio. L’argomento
centrale è quello della formazione. Tra le
questioni prioritarie c’è, inoltre, quella
dell’esclusione: una società sempre più
caratterizzata da Internet, se l’accesso
alla rete non ha una distribuzione uniforme,
rischia di generare, a livello territoriale e
sociale, nuove forme di discriminazione.
Se l’Europa riflette sugli scenari
della nuova economia l’America, a cinque
mesi dalla “battaglia di Seattle”, si
prepara ad affrontare nuove proteste.
Washington, che sta per ospitare il vertice
del G7 e gli incontri del Fondo monetario
internazionale e della Banca mondiale, è in
assetto di guerra in previsione delle
imminenti manifestazioni del movimento contro
la globalizzazione.
La
bolla speculativa prima o poi esploderà
Dopo
i due giorni critici della scorsa settimana,
lunedì e martedì, a Wall street è tornata
la normalità. I rialzi del Nasdaq sono stati
ridimensionati rispetto all’inizio
dell’anno ma non annullati: i cento titoli
principali, infatti, sono ancora in rialzo
dell’8 per cento.
Chi aveva visto nella rapida perdita di
quota dei titoli del listino tecnologico i
primi segni di un crollo è stato, dunque,
smentito. Gli scettici, tuttavia, continuano a
mettere in guardia i risparmiatori contro i
pericolosi entusiasmi per la nuova economia e
per la speculazione borsistica. Robert
Schiller, economista di Yale, intervistato dal
CorrierEconomia, avverte che in Borsa
c’è una bolla speculativa destinata, prima
o poi, a scoppiare. “Abbiamo una teoria,
quella della Nuova Economia, che promette un
mondo migliore e diverso. Così gli
investitori comprano, le quotazioni salgono, e
più salgono le quotazioni, più numerosi e
spericolati diventano gli investitori” –
spiega lo studioso. In realtà, però, “i
vantaggi che produrrà non saranno così
spettacolari come sembrano indicare le
valutazioni di Borsa delle Internet company.
Non dobbiamo dimenticare che uno degli effetti
della Nuova Economia è la spinta alla
globalizzazione. Che però porterà benefici
soprattutto ai paesi più poveri, mentre avrà
conseguenze negative per l’occupazione nei
paesi industriali”. Anche per Henry Kaufman,
il guru dei mercati americani intervistato da Affari
& Finanza, “l’attuale corsa al
rialzo finirà e finirà bruscamente”.
Quella della settimana scorsa non è stata che
una minima correzione al ribasso, prontamente
recuperata. Il crollo non è imminente, perché
c’è ancora una fortissima affluenza di
fondi verso il mercato azionario, ma avverrà
tra un paio d’anni: “sarà uno scrollone
del mercato molto più violento, e sarà
determinato dall’eccessiva salita degli
indici. Sarà inevitabile, insomma”.
Tuttavia, non si tratterà di un nuovo ’29:
“non ci sarà una vera e propria recessione
indotta dalla crisi di Borsa. Enormi sono le
differenze strutturali, troppo maggiore la
solidità del sistema”.
Di chi sono le
scoperte scientifiche?
Dopo
l’annuncio del completamento della mappatura
del genoma umano, il Garante per la privacy
Stefano Rodotà riflette, sulle pagine di Repubblica,
sulla scienza, oggi “al crocevia tra purezza
della ricerca, valutazione sociale delle sue
conseguenze, pressione crescente degli
interessi economici”. Craig Venter,
fondatore di Celera Genomics, la società
privata che ha effettuato la mappatura, ha
dichiarato che metterà a disposizione di
tutti i risultati della sua ricerca,
riservandosi di chiedere il brevetto sui
singoli geni che verranno via via isolati.
“Si può ammettere la brevettazione del
vivente?” – si domanda Rodotà. La
Dichiarazione universale sul genoma umano e i
diritti dell’uomo dell’Unesco proclama il
genoma “patrimonio comune dell’umanità”
e afferma che esso “non può costituire
oggetto di profitto economico”. Questi
principi, tuttavia, rischiano di essere
travolti da una realtà nella quale lo
sviluppo della conoscenza richiede grandi
investimenti ed esige, quindi, una
remunerazione. Di fronte a tale prospettiva,
secondo Rodotà, “rimane indispensabile una
politica che attribuisca un ruolo rilevante
alla ricerca pubblica, controlli i costi
d’accesso alle informazioni raccolte, limiti
severamente la brevettabilità. Sarà una
battaglia durissima, perché enormi sono gli
interessi proprietari”.
In breve
La
Repubblica annuncia che il popolo dei
navigatori è salito a 10 milioni. Sono
entrati in rete 700 mila italiani in più
rispetto al mese scorso. Internet piace
soprattutto ai giovani e nelle aree
metropolitane del centro e del nord del paese.
Tra i neofiti aumentano le donne, anche se il
mezzo continua a essere preferito dagli
uomini. Metà degli utenti si collega più di
una volta a settimana.
Mentre
aumentano i fruitori del web, l’Italia è il
più arretrato paese europeo sulla
competizione reale nelle infrastrutture della
telefonia. Lo riferisce il Rapporto
Telecomunicazioni del supplemento di
Repubblica Affari & Finanza che
cita i dati di British Telecom. L’analisi
prende in esame quattro settori: la
regolamentazione effettivamente in vigore in
ogni singolo stato e i reali poteri assegnati
alle autorità garanti, il sistema di
interconnessione, la competizione nelle
infrastrutture e le barriere frapposte dagli
ex operatori monopolisti.
Sull’interconnessione siamo in linea con la
media europea mentre siamo indietro sulla
liberalizzazione delle infrastrutture e
sulla regolamentazione.
Il
Giornale presenta
un’inchiesta sui finanziamenti pubblici
all’editoria. Sono 230 le pubblicazioni che
ricevono sovvenzioni dallo stato. Tra loro
quotidiani, organi di partito e sindacali,
riviste delle associazioni di consumatori,
giornali editi da italiani all’estero e
periodici specializzati. La spesa complessiva
si aggira intorno ai 125 miliardi.
Restando
nel campo editoriale, l’attrazione per il
business del libro digitale si sta diffondendo
sempre di più. Tuttavia – osserva il Sole
24 Ore – le esperienze già realizzate
mostrano alcuni limiti. Il settore è
soggetto, infatti, ai rischi della pirateria
informatica e deve affrontare la difficoltà
di tutela del diritto d’autore. Anche se
l’editoria non può sottrarsi ormai dal
trasferire i propri prodotti on line, i
margini per le imprese sono ancora ridotti.
In
prima pagina sul Messaggero la notizia
che lo stato pagherà presto gli stipendi on
line. Da giugno, infatti, sarà operativo il
mandato elettronico di pagamento connesso alla
rete nazionale interbancaria. Con la gestione
telematica degli 835 mila miliardi di
pagamenti annui della pubblica
amministrazione, i tempi e i costi degli
attuali 23 milioni di operazioni cartacee si
ridurranno drasticamente. Quanto alla
sicurezza, Stefano Isgrò, progettista del
Bancomat, sottolinea che si tratta dello
“stesso metodo della rete interbancaria
sulla quale passano 200 mila miliardi al
giorno”.
La
febbre dei videogiochi dilaga tra i
professionisti. Il Giornale e la Repubblica
riferiscono i risultati di un’indagine di
Digital Bros sui giocatori maturi. Un adulto
su due dichiara di giocare, uno su quattro lo
fa frequentemente. Commercialisti, bancari,
avvocati, giornalisti e medici sono i più
colpiti dalla “sindrome di Lara Croft”.
Giocano sia sul posto di lavoro che la sera
quando tornano a casa, arrivando perfino a
trascurare la famiglia. Ogni categoria
professionale sembra avere le sue preferenze:
i commercialisti amano il genere horror; gli
avvocati prediligono i giochi di sport e, in
particolare, quelli di calcio; a medici e
giornalisti piacciono i videogame cruenti in
cui si picchia e si spara.
Robin
Williams è on line e utilizza il nuovo medium
per lanciare monologhi inediti. Su Audible.com,
infatti, ogni settimana si potranno ascoltare
file audio con pezzi comici dell’attore. Lo
riferisce il Giornale.
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