Tutti
i quotidiani seguono gli sviluppi della
vicenda Microsoft. All'indomani della
sentenza che ha disposto la divisione della
compagnia in due società, una per i sistemi
operativi e una per gli applicativi, la
reazione di Bill Gates non si fa attendere.
Il presidente del gruppo di Redmond
annuncia, com'era prevedibile, il ricorso in
appello e respinge l'ipotesi di trasferire
l'attività all'estero. Gates continua a
difendere la legittimità di
"introdurre strumenti per l'uso di
Internet all'interno di Windows" e a
ritenere "indispensabile offrire
software integrati" (Repubblica).
Più duro l'amministratore delegato Steve
Ballmer che ha definito il verdetto
"un'ingiustificata intrusione del
governo sul mercato". In Borsa, però,
i titoli dell'azienda vanno al rialzo e nei
sondaggi - lo riferisce il Corriere
- Gates va meglio del presidente e dei
candidati alla presidenza: il 69 per certo
degli americani, infatti, ha un'opinione
positiva di lui. Anche se tutti pensano che
le pratiche monopolistiche devono essere
condannate, il "ragazzo d'oro",
per il suo talento e la sua attività
filantropica, conquista molti favori. Sul Giornale
Andrea Resti, docente presso l'università
di Bergamo, sottolinea che la sentenza
"non esclude espressamente che il
signor Gates possa rimanere, in futuro,
l'azionista di riferimento di entrambe le
aziende". Inoltre, "le due società
potranno farsi poca concorrenza se, come
pare, opereranno su segmenti di mercato
distinti". Sull'Unità Antonio
Pollio Salimbeni sottolinea la concomitanza
tra la sentenza americana e quella
dell'Antitrust italiano contro i petrolieri
e osserva che "sia nella Old Economy
(petrolio e dintorni) che nella New Economy
(industria tecnologicamente avanzata) le
condizioni di libera competizione restano
una regola del gioco fondamentale",
nonostante le tentazioni monopolistiche
siano sempre in agguato. Secondo il manifesto
la linea di difesa di Gates è "non
solo vagamente minacciosa ('faremo salire i
prezzi') ma anche in contraddizione aperta
con i miti fondamentali dell'economia di
libero mercato". Un forum sul sito
della Stampa registra,
infine, le perplessità dei lettori: la
maggior parte del pubblico ha un'opinione
articolata e, anche se condivide la
sentenza, ne critica l'intempestività.
L'informazione
on line divide i giornalisti
L'informazione
on line divide i giornalisti. Lorenzo
Del Boca, presidente della Federazione
nazionale della stampa, ha dichiarato in
un'intervista al Messaggero
che i giornalisti rischiano "di
essere tagliati fuori" se non
raccolgono la sfida delle nuove
tecnologie e che l'Ordine della
categoria è "un conglomerato di
interessi conservatori". Il Sole
24 Ore, la Stampa
e il Corriere riportano
le repliche di professionisti del
settore alle accuse di Del Boca. Per
Giorgio Bocca "Internet significa
la morte del giornalismo". Per
Mario Cervi, direttore del Giornale,
"la vera sfida è non seguire la
tv". Per Piero Ottone "il
nuovo, cioè Internet, finirà per
affermarsi". Per Franco Siddi,
vice-presidente della Fnsi, "i siti
Internet che fanno informazione
vinceranno la sfida quando i
proprietari-editori capiranno che la
partita si gioca nella qualità e
sull'informazione certificata perché
proposta da operatori qualificati".
Per Mario Petrina, presidente
dell'Ordine dei giornalisti,
"l'ordine va sburocratizzato, deve
diventare più snello e va creato un
giurì che in tempi rapidi decida per la
deontologia. Se tutto questo non è
possibile farlo, allora è meglio
abolirlo".
In
Italia non si inventa più
In
prima pagina sul Corriere della
Sera un commento di Massimo
Piattelli Palmarini sul declino del numero
di brevetti di origine italiana. La
notizia, secondo lo studioso,
"rattrista, ma non può certo
sorprendere. I brevetti sono la punta di
un iceberg scientifico e
tecnologico". La massa non visibile
in superficie è costituita dal sistema
universitario e dalla rete di
collaborazioni tra industria e ricerca.
"L'università italiana" -
prosegue Piattelli - "ha via via
digerito secondo i propri succhi gastrici
ogni tentativo recente di ammodernamento e
di spinta innovativa. I professori a
contratto, creati dal legislatore per
portare dentro le aule un sapere nuovo,
pratico... sono diventati una routine
per 'sistemare' provvisoriamente docenti
locali senza un ruolo fisso". I ruoli
di "super-esperti" istituiti per
importare docenti stranieri sono anche
serviti "a punteggiare carriere
burocratico-accademiche italiane".
Infine le vie preferenziali per giovani
ricercatori con una formazione
internazionale "sono state spesso
occupate da beniamini di potenti baroni,
inviati appositamente all'estero per
ottenere tali facilitazioni"
Arriva
la penna che scrive e-mail
Il
Messaggero annuncia il
lancio di una biro in grado di scrivere
e-mail. La super penna, in plastica e
acciaio, contiene inchiostro e una
microcamera che fotografa quello che viene
scritto su una speciale carta puntinata
che funziona da chip e converte la
scrittura in formato digitale. Un
trasmettitore invia i dati al computer e,
quindi, ai destinatari dei messaggi di
posta elettronica. Il nuovo strumento si
chiama Anoto, è stato realizzato dalla
società svedese C Technologies e si basa
su un sistema di trasmissione a bassa
frequenza detto Bluetooth, che Ericsson
sta già pensando di utilizzare per i
prossimi modelli di cellulari. Un'altra
azienda, la Time Manager, produrrà la
carta speciale di cui la penna ha bisogno
per funzionare. La speciale puntinatura
potrà anche essere stampata on line su
fogli comuni. Per ora i prezzi sono alti,
sui 100 dollari (circa 200mila lire) ma
potrebbero scendere se il progetto avesse
successo.
In
breve
L'elettrosmog
divide medici e imprenditori. Il Corriere
della Sera pubblica le
raccomandazioni della Società italiana
di radiologia medica riguardo cellulari,
tralicci ed elettrodomestici: usare
l'auricolare, cambiare spesso orecchio
durante la conversazione, estrarre
completamente l'antenna e non ricaricare
il telefono vicino a dove si dorme, non
sostare a lungo accanto a trasmettitori
radiotelevisivi e verificare che il
forno a microonde non funzioni quando lo
sportello è aperto. Il Sole 24
Ore riferisce, invece, le
preoccupazioni di Renzo Tani, presidente
dell'Anie, la federazione delle imprese
elettroniche ed elettrotecniche, secondo
il quale l'allarmismo sull'inquinamento
elettromagnetico e l'eccesso di regole
restrittive frenano la crescita della
tecnologia e lo sviluppo di nuovi
standard.
Il
Giornale apre
con la crisi dell'Unità. Il quotidiano
fondato da Antonio Gramsci perde tre
miliardi al mese e rischia la chiusura.
Il vertice dell'azienda sta trattando
con una cordata di imprenditori che
potrebbe farsi carico della pesante
situazione finanziaria e chiede una
settimana di tempo, ma resta lo spettro
della liquidazione. Attualmente il
giornale impiega 124 giornalisti e vende
oltre 40mila copie al mese. Oggi Walter
Veltroni, segretario dei Ds, incontrerà
il comitato di redazione. Un articolo
ripercorre i 76 anni della storia della
testata.
Il
supplemento dell'Unità Ecologia
& territorio si sofferma su
due iniziative di lotta contra le
biotecnologie. Una riguarda la Gran
Bretagna e vede schierato anche il
miliardario Mohammed al-Fayed,
proprietario dei magazzini Harrods:
l'imprenditore ha scoperto che anche
nella sua tenuta nell'Eastern Ross, come
in molti altri terreni europei, è stata
seminata inavvertitamente colza
transgenica insieme a quella
convenzionale ed è pronto a farsi
carico di tutte le spese legali di
un'eventuale causa collettiva contro la
compagnia di sementi responsabile
dell'errore. Un altro fronte di
battaglia è aperto negli Stati Uniti
dove, con la bella stagione, tornano a
colpire i guerriglieri delle serre,
distruggendo le varietà agricole di
laboratorio e mescolando i pollini per
invalidare gli esperimenti in corso.
In
evidenza sul Sole 24 Ore e
sulla Repubblica il
monito del presidente della Banca centrale
europea Wim Duisenberg sull'utilizzo dei
proventi delle licenze Umts. Duisenberg
esorta i governi a non usare il denaro
ricavato dalle concessioni per ridurre le
tasse ma a destinarlo all'abbattimento del
debito pubblico.
Il
supplemento del Sole 24 Ore New
Economy dedica l'apertura al boom
del silicio: il mercato mondiale dei
microchip cresce del 27 per cento e le
previsioni per il 2000 sono ancora
migliori. Considerando lo sviluppo
planetario delle telecomunicazioni, non si
vede, infatti, come potrebbe esserci un
calo: i chip non sono solo dentro ai
computer ma anche nelle infrastrutture per
le fibre ottiche, nei sistemi di
comunicazione senza fili, in tutti gli
apparati di rete, nei modem... Insomma
quello dei processori è sicuramente il
settore su cui puntare per investimenti
remunerativi.
Il
Messaggero segnala un
nuovo pericolo hacker: duemila computer
negli Stati Uniti e in Europa sarebbero
stati violati da due pirati informatici
che si firmano Serbian e Badman. L'allarme
è stato dato da Network Security
Technologies, una società che si occupa
di sicurezza on line per conto del
dipartimento di Giustizia americano.
I
pubblicitari si sono riuniti a Cagliari
in un convegno intitolato
Facciofintadisaperlo.it sponsorizzato da
Kataweb, Publitalia e Sipra, per
dibattere sulle sfide lanciate ai
creativi dal nuovo mezzo telematico.
Enrico Montangero, presidente
dell'associazione che raggruppa le
agenzie, si è detto sicuro che i
professionisti del settore sapranno
adattarsi al nuovo ambiente. Sulla Repubblica.