Roma, 08 Giugno 2000
Il giudice decide: Microsoft divisa in due

Ieri la decisione del giudice Penfield sul caso Microsoft e la società sarà smembrata in due. Varata la direttiva Ue sul pagamento dell'Iva da parte delle aziende che operano su Internet

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La Microsoft sarà divisa in due società. Lo ha annunciato ieri sera, in chiusura dei mercati finanziari (proprio per evitare duri contraccolpi a Wall Street), il giudice Thomas Penfield Jackson dettando, nelle 23 pagine di sentenza, le regole di condotta del colosso del software americano condannato per aver violato le leggi antitrust. Tutti i quotidiani dedicano ampio spazio allo storico verdetto. La Repubblica riporta il commento di Bill Gates subito dopo la pubblicazione della sentenza: "Ricorreremo in appello - promette agli azionisti e ai 36mila dipendenti - E' una decisione grave, ingiusta, sbagliata che rischia di danneggiare i consumatori, bloccare le potenzialità creative e accelerare la fuga dei cervelli dalla nostra società". E, secondo gli esperti, la Microsoft avrebbe buone possibilità di rovesciare le sue sorti ricorrendo in Corte d'appello e in Corte Suprema. Sempre su Repubblica, Vittorio Zucconi nell'editoriale "Ma Bill Gates non si arrende" definisce l'abbattimento del monopolio Microsoft "un errore di calcolo e di presunzione" di Gates, "una forma di accecamento arrogante che gli è costata 25 mila miliardi di lire in perdita di capitale personale e ora lo costringe a battersi per la vita delle proprie creature". Le due metà dell'impero, infatti, saranno dedicate rispettivamente ai sistemi operativi e ai programmi. Zucconi sottolinea come il successo di Gates abbia portato alla standardizzazione del mondo dei computer, che prima doveva fare i conti con centinaia di prodotti incompatibili fra loro, e quindi allo sviluppo dell'intero settore. Racconta, però, anche come "la meravigliosa 'follia americana', la capacità spaventosa di distruggersi e reinventarsi ogni giorno, abbia colpito ancora: come il Rockefeller della standard Oil, come il Nixon del Watergate, come il Clinton di Monica, nessuno, neppure l'uomo più ricco del mondo, è mai al di sopra della legge". Sul Manifesto Franco Carlini in "Le unghie spuntate" avvisa che, anche dopo la decisione del giudice Penfield, "la strada legale è ancora lunga e le conseguenze pratiche per i consumatori di software non sono affatto chiare né sicure". "Il giudice - aggiunge - non ha fatto altro che sancire quanto il mondo dell'informatica già stava praticando: nell'economia Internet l'innovazione non può essere più affidata a una sola grande firma perché essa, inevitabilmente, favorirà soprattutto se stessa e i suoi prodotti, bloccando la nuova corsa all'oro digitale". In un'intervista del Corriere della Sera Enrico Pesatori, amministratore delegato di Synaxia ed ex numero due della Compaq, mette in evidenza il fatto che questo verdetto abbia confermato come i tempi del sistema giudiziario americano, che è comunque efficiente, siano ormai inadeguati ai continui cambiamenti del settore informatico. "Uno degli effetti della causa antitrust - aggiunge - è questo: ha contribuito a portare dinamismo sui mercati finanziari, soprattutto a vantaggio dei concorrenti di Microsoft".

Anche sul Web l'obbligo di pagare l'Iva per le aziende extra Ue

Sui principali giornali si parla della direttiva comunitaria, varata ieri dalla Commissione europea, secondo la quale anche le aziende con sede al di fuori dell'Unione europea dovranno pagare l'Iva per poter fornire servizi via Internet. "Modernizzando il regime d'Iva in maniera da coprire il commercio elettronico - ha commentato il commissario olandese che ha presentato la proposta, Fritz Bolkestein - faremo in modo che tutti gli attori possano partecipare su delle basi leali ed eque allo sviluppo della società dell'informazione". Secondo la nuova direttiva, infatti, ogni azienda con un fatturato comunitario superiore a centomila euro, se vuole vendere software, servizi informatici, culturali e d'informazione sul Web, dovrà registrasi all'Ufficio delle imposte di almeno uno Stato membro. E adesso si attendono le reazioni degli Stati Uniti che sicuramente non saranno entusiaste della novità.

Il lavoro manuale alla ribalta nell'era di Internet

L'artigianato torna alla ribalta proprio nell'era dell'e-commerce. Questo è il tema del convegno, organizzato dalla Fondazione delle arti e dei mestieri, che stamattina si tiene a Milano all'Università Cattolica. "Scelta del luogo alquanto singolare - come sottolinea il Corriere della Sera - è la rivincita dei maestri d'Italia sui dottori senza mercato, parcheggiati da qualche parte in attesa di lavoro. Magari su Internet". Orgoglio degli artigiani, infatti, è vendere oggetti unici e preziosi perché imperfetti e proprio per questo è frequente che, nel loro lavoro, disdegnino le innovazioni tecnologiche. Anche se qualcuno incomincia a utilizzare la Rete per la vendita on line. Alcuni pezzi, come gli stivali realizzati esclusivamente a mano da Silvano Lattanzi, costano svariati milioni, ma "non si può essere artigiani di lusso se non si ama l'arte - dichiara l'artigiano - I miei clienti non sono gente stupida, che paga solo perché è ricca". Sono circa 2 milioni gli artigiani iscritti alle Camere di commercio italiane, dato da tenere in considerazione per la sua costante crescita e per il sempre più rilevante peso che è destinato ad avere nel commercio di tutto il mondo. Basti pensare a Ciro Paone, un sarto napoletano noto per la sua filosofia degli "abiti imperfetti", che vende da Boston a Tokyo, secondo il quale "un abito fatto a mano appartiene al corpo di chi lo indossa a scapito di un abito industriale che resterà sempre e solo un abito industriale". Fondamentale per ogni artista-artigiano, come molti di loro amano considerarsi, è mettere in moto prima il cuore e poi il cervello, le mani vengono per ultime.

In breve

Il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore riportano la notizia secondo cui dall'8 luglio sarà operativo il portale di e-commerce per i consumatori che vogliono acquistare automobili Fiat. Sul quotidiano economico si annuncia che i clienti potranno compiere telematicamente quasi l'intero processo d'acquisto, scegliendo modello, colori, caratteristiche e optional, definendo il prezzo e fissando un appuntamento con il concessionario per la firma del contratto e il ritiro della vettura. Il portale è solo l'ultima tappa del lungo cammino iniziato nel 1995, quando fu aperto il primo sito ufficiale dedicato alle macchine Bravo e Brava, e che ha visto l'esperimento di vendita on line di "Barchetta Web".

Sul Giornale, Messaggero e Corriere della Sera la notizia dell'arresto del Web-serial killer. Il Giornale racconta che il 56enne americano avrebbe adescato le sue vittime sulle chat-room dedicate al sadomasochismo, diffuso le loro foto e poi organizzato appuntamenti per sottoporsi a riti sadomaso in un motel. L'Fbi continua a setacciare Internet alla ricerca delle altre donne adescate da "Slavemaster".