La
Microsoft sarà divisa in due società. Lo
ha annunciato ieri sera, in chiusura dei
mercati finanziari (proprio per evitare duri
contraccolpi a Wall Street), il giudice
Thomas Penfield Jackson dettando, nelle 23
pagine di sentenza, le regole di condotta
del colosso del software americano
condannato per aver violato le leggi
antitrust. Tutti i quotidiani dedicano ampio
spazio allo storico verdetto. La Repubblica
riporta il commento di Bill Gates subito
dopo la pubblicazione della sentenza:
"Ricorreremo in appello - promette agli
azionisti e ai 36mila dipendenti - E' una
decisione grave, ingiusta, sbagliata che
rischia di danneggiare i consumatori,
bloccare le potenzialità creative e
accelerare la fuga dei cervelli dalla nostra
società". E, secondo gli esperti, la
Microsoft avrebbe buone possibilità di
rovesciare le sue sorti ricorrendo in Corte
d'appello e in Corte Suprema. Sempre su Repubblica,
Vittorio Zucconi nell'editoriale "Ma
Bill Gates non si arrende" definisce
l'abbattimento del monopolio Microsoft
"un errore di calcolo e di
presunzione" di Gates, "una forma
di accecamento arrogante che gli è costata
25 mila miliardi di lire in perdita di
capitale personale e ora lo costringe a
battersi per la vita delle proprie
creature". Le due metà dell'impero,
infatti, saranno dedicate rispettivamente ai
sistemi operativi e ai programmi. Zucconi
sottolinea come il successo di Gates abbia
portato alla standardizzazione del mondo dei
computer, che prima doveva fare i conti con
centinaia di prodotti incompatibili fra
loro, e quindi allo sviluppo dell'intero
settore. Racconta, però, anche come
"la meravigliosa 'follia americana', la
capacità spaventosa di distruggersi e
reinventarsi ogni giorno, abbia colpito
ancora: come il Rockefeller della standard
Oil, come il Nixon del Watergate, come il
Clinton di Monica, nessuno, neppure l'uomo
più ricco del mondo, è mai al di sopra
della legge". Sul Manifesto
Franco Carlini in "Le unghie
spuntate" avvisa che, anche dopo la
decisione del giudice Penfield, "la
strada legale è ancora lunga e le
conseguenze pratiche per i consumatori di
software non sono affatto chiare né
sicure". "Il giudice - aggiunge -
non ha fatto altro che sancire quanto il
mondo dell'informatica già stava
praticando: nell'economia Internet
l'innovazione non può essere più affidata
a una sola grande firma perché essa,
inevitabilmente, favorirà soprattutto se
stessa e i suoi prodotti, bloccando la nuova
corsa all'oro digitale". In
un'intervista del Corriere della Sera
Enrico Pesatori, amministratore delegato di
Synaxia ed ex numero due della Compaq, mette
in evidenza il fatto che questo verdetto
abbia confermato come i tempi del sistema
giudiziario americano, che è comunque
efficiente, siano ormai inadeguati ai
continui cambiamenti del settore
informatico. "Uno degli effetti della
causa antitrust - aggiunge - è questo: ha
contribuito a portare dinamismo sui mercati
finanziari, soprattutto a vantaggio dei
concorrenti di Microsoft".
Anche
sul Web l'obbligo di pagare l'Iva per le
aziende extra Ue
Sui
principali giornali si parla della direttiva
comunitaria, varata ieri dalla Commissione
europea, secondo la quale anche le aziende
con sede al di fuori dell'Unione europea
dovranno pagare l'Iva per poter fornire
servizi via Internet. "Modernizzando il
regime d'Iva in maniera da coprire il
commercio elettronico - ha commentato il
commissario olandese che ha presentato la
proposta, Fritz Bolkestein - faremo in modo
che tutti gli attori possano partecipare su
delle basi leali ed eque allo sviluppo della
società dell'informazione". Secondo la
nuova direttiva, infatti, ogni azienda con
un fatturato comunitario superiore a
centomila euro, se vuole vendere software,
servizi informatici, culturali e
d'informazione sul Web, dovrà registrasi
all'Ufficio delle imposte di almeno uno
Stato membro. E adesso si attendono le
reazioni degli Stati Uniti che sicuramente
non saranno entusiaste della novità.
Il
lavoro manuale alla ribalta nell'era di
Internet
L'artigianato
torna alla ribalta proprio nell'era dell'e-commerce.
Questo è il tema del convegno, organizzato
dalla Fondazione delle arti e dei mestieri,
che stamattina si tiene a Milano
all'Università Cattolica. "Scelta del
luogo alquanto singolare - come sottolinea
il Corriere della Sera - è la
rivincita dei maestri d'Italia sui dottori
senza mercato, parcheggiati da qualche parte
in attesa di lavoro. Magari su
Internet". Orgoglio degli artigiani,
infatti, è vendere oggetti unici e preziosi
perché imperfetti e proprio per questo è
frequente che, nel loro lavoro, disdegnino
le innovazioni tecnologiche. Anche se
qualcuno incomincia a utilizzare la Rete per
la vendita on line. Alcuni pezzi, come gli
stivali realizzati esclusivamente a mano da
Silvano Lattanzi, costano svariati milioni,
ma "non si può essere artigiani di
lusso se non si ama l'arte - dichiara
l'artigiano - I miei clienti non sono gente
stupida, che paga solo perché è
ricca". Sono circa 2 milioni gli
artigiani iscritti alle Camere di commercio
italiane, dato da tenere in considerazione
per la sua costante crescita e per il sempre
più rilevante peso che è destinato ad
avere nel commercio di tutto il mondo. Basti
pensare a Ciro Paone, un sarto napoletano
noto per la sua filosofia degli "abiti
imperfetti", che vende da Boston a
Tokyo, secondo il quale "un abito fatto
a mano appartiene al corpo di chi lo indossa
a scapito di un abito industriale che
resterà sempre e solo un abito
industriale". Fondamentale per ogni
artista-artigiano, come molti di loro amano
considerarsi, è mettere in moto prima il
cuore e poi il cervello, le mani vengono per
ultime.
In
breve
Il
Corriere della Sera e il Sole 24
Ore riportano la notizia secondo cui
dall'8 luglio sarà operativo il portale di
e-commerce per i consumatori che vogliono
acquistare automobili Fiat. Sul quotidiano
economico si annuncia che i clienti potranno
compiere telematicamente quasi l'intero
processo d'acquisto, scegliendo modello,
colori, caratteristiche e optional,
definendo il prezzo e fissando un
appuntamento con il concessionario per la
firma del contratto e il ritiro della
vettura. Il portale è solo l'ultima tappa
del lungo cammino iniziato nel 1995, quando
fu aperto il primo sito ufficiale dedicato
alle macchine Bravo e Brava, e che ha visto
l'esperimento di vendita on line di
"Barchetta Web".
Sul
Giornale, Messaggero e Corriere
della Sera la notizia dell'arresto del
Web-serial killer. Il Giornale racconta che
il 56enne americano avrebbe adescato le sue
vittime sulle chat-room dedicate al
sadomasochismo, diffuso le loro foto e poi
organizzato appuntamenti per sottoporsi a
riti sadomaso in un motel. L'Fbi continua a
setacciare Internet alla ricerca delle altre
donne adescate da "Slavemaster".