Dopo
Internet, i virus attaccano anche i telefoni
cellulari collegati a Internet. Ne danno
notizia la Repubblica e la Stampa.
Sulla Stampa viene precisato che
l’allarme è stato lanciato da un
laboratorio di ricerche antivirus americano
“Kaspersky” secondo il quale
l’infezione informatica “Timofonica”,
diffusa probabilmente da hacker spagnoli,
potrebbe propagarsi velocemente attraverso
la rete Gsm europea. Il funzionamento del
nuovo virus è simile a quello di “I love
you” che un mese fa ha mandato in tilt i
servizi di posta elettronica di mezzo mondo.
La differenza è che questa volta il virus
manda messaggi a un operatore di servizi Sms
(Short message system) che converte il testo
in messaggi vocali e lo spedisce
automaticamente a migliaia di telefonini. Il
messaggio vocale generato dal computer
pronuncia frasi piene di insulti in spagnolo
contro la società iberica Telefonica.
La Repubblica riferisce che a
smascherare il virus è stata una società
finlandese, la F-Secure che si occupa di
protezione dati e che ha messo a
disposizione un programma per rimuovere
l’infezione. La società annuncia che il
file infetto si può riconoscere perché
sottoforma di allegato a un normale
messaggio di posta e col nome “timofonica.txt.vbs”.
La conseguenza più fastidiosa per
l’utente è che il telefonino viene
intasato dai messaggi Sms.
Umts,
la Francia incassa 40mila miliardi di lire
Entro
lunedì l’Italia fisserà le regole per le
licenze Umts, i telefoni di ultima
generazione. Nel frattempo la Francia
rinuncia al meccanismo dei rilanci scelto da
Londra e fissa il prezzo complessivo in
40mila miliardi di lire. La notizia trova
spazio sull’Unità, Stampa, Giornale
e Sole 24 Ore. Sull’Unità
il commento del ministro delle Comunicazioni
Salvatore Cardinale: “Non possiamo
regalare licenze ma dobbiamo fare in modo
che le imprese paghino il prezzo giusto
deciso dal mercato”. Da Renato Soru,
fondatore di Tiscali e leader di Andala, uno
dei consorzi costituiti in vista della gara,
arriva la proposta dell’operatore
virtuale: “Se Andala vincerà la licenza,
è pronta ad aprire la rete a chiunque
voglia transitarvi”. “Trovo
inaccettabile – aggiunge – che una
risorsa pubblica scarsa e tanto preziosa sia
messa a disposizione dei cinque soggetti che
pagano di più”.
Arriva
il popolo degli anti hi-tech
Sulla
Repubblica si prende spunto dal tema
trattato da due quotidiani americani, Usa
Today e Financial Times, che
avvertono sul diffondersi di un nuovo
fenomeno sociale: la rivolta contro
l’ipertecnologismo in sostegno del
principio che “ciò che vende e rende è
la semplicità”. Questa teoria sta
prendendo piede anche in Italia dove Enrico
Finzi, presidente della società
Astra-Demoskopea, spiega che la rivoluzione
è già in atto. “Ci sono circa nove
milioni di italiani che hanno detto basta
all’ipertecnologia. La maggioranza delle
persone utilizza gli oggetti al minimo
della loro funzionalità”. Ad
esempio, l’85 per cento degli italiani che
possiede un videoregistratore non è in
grado di programmarlo ma soltanto di
accenderlo e spegnerlo. “La verità –
aggiunge Finzi – è che l’essere umano
contemporaneo inizia ad essere afflitto da
una nuova sindrome: l’over technology,
una vera e propria overdose di
tecnologia”. Questa sindrome investe tutti
i campi della vita quotidiana e da qui nasce
anche l’attacco del movimenti di Seattle
nei confronti della contaminazione
tecnologica attuata dalle multinazionali. Il
pubblicitario Gavino Sanna commenta il fenomeno
sottolineando che alla gente non interessa
imparare a usare cento tasti ma “inventare
un unico tasto che assicuri tutte le
prestazioni degli altri cento”.
Nuove
regole Ue sul commercio elettronico
La
Repubblica e il Sole 24 Ore
annunciano che oggi la Commissione europea
discute la proposta di direttiva che fissa
nuove regole per imporre l’Iva alle
transazioni su Internet. Il quotidiano
economico riferisce che la normativa,
presentata dal commissario europeo al
Mercato interno Fritz Bolkestein, nasce con
l’obiettivo di garantire che le aziende
americane e di altri Paesi operanti nell’e-commerce
non aggirino l’imposta sul valore aggiunto
(Iva), soprattutto quando vendono prodotti
che possono essere scaricati direttamente
dalla Rete, come, ad esempio, i software, la
musica e i videogames. Allo stesso tempo la
nuova normativa prevede che l’azienda
europea non debba imporre l’Iva quando
vende un bene o un servizio a un consumatore
che risiede fuori dall’Unione europea.
In
breve
Sul
supplemento del Sole 24 Ore New
Economy si dà notizia del sito portale
sul volontariato SocialWeb. L’iniziativa
riflette l’attenzione che si sposta dal
commercio elettronico alle tematiche
sociali. Queste pagine Web mettono in
contatto manager e imprenditori in modo da
fornire una piattaforma digitale di accesso
a servizi agli utenti e alle strutture
no-profit che in questo modo possono essere
attivi sulla Rete. SocialWeb, inoltre, mette
a disposizione un motore di ricerca per
individuare informazioni sulle varie
organizzazioni e le attività da queste
proposte.
Anche
se virtuale è da considerare tradimento
vero e proprio. Sui principali giornali si
parla della notizia diffusa da Famiglia
Cristiana. Il settimanale spiega che non
c’è differenza tra una relazione vera ed
una on line tramite chat o posta
elettronica. L’annuncio del direttore di
famiglia Cristiana è arrivato in risposta a
una lettrice di Varese che sosteneva come
fosse possibile innamorarsi sul Web perché
“Internet è spesso una valvola di sfogo
per chi non riesce a raccontarsi a viso
aperto”.