La
Fiat Auto accetta la sfida lanciata dalla
net-economy. Su tutti i giornali e in prima
pagina sulla Stampa, la relazione sul bilancio 1999 presentata all’assemblea
annuale, primo incontro tra azionisti e
vertice dopo l’annuncio della fusione con
la General Motors, dal presidente Paolo
Fresco e dall’amministratore delegato
Paolo Cantarella “Un anno
straordinariamente importante e positivo - ha dichiarato Fresco - per la costruzione del nostro
futuro”. Nel corso della seduta sono stati
approvati il prolungamento della società al
2100, il bilancio 99, chiuso con un utile di
396 milioni, e la distribuzione di un
dividendo unitario di 0,62 euro per le
azioni ordinarie
e privilegiate e di 0,775 euro per le
risparmio. “Non esiste una old
e una new economy -
ha affermato Fresco – ma ci sono
tecnologie che permettono di fare industria
in modo nuovo, accrescendo il contenuto di
beni e servizi, comprimendo i tempi delle
attività, innalzando la produttività,
allungando la catena del valore. E creando
anche nuove opportunità di business”. A
questo proposito Fresco ha parlato di uno
stanziamento di 500 miliardi per promuovere
le iniziative nel campo dell’e-commerce,
“nella convinzione che – osserva sulla Stampa
Ugo Bertone – ai tempi di Internet la
capacità di combinare mercati, tecnologie,
capacità umane e finanziarie diverse sia
una grande ricchezza, non una debolezza”.
In particolare il presidente della casa
torinese ha annunciato la creazione di un
portale business
to business, Fast Buyer, per fornire
anche ad aziende esterne materie prime e
servizi di supporto, una rete Intranet per
semplificare i processi interni, e lo
sviluppo del business
to consumer, per facilitare i rapporti
con i clienti di Fiat Auto e Iveco. La
costituzione della joint venture tra Fiat e
GM avverrà entro l’estate. Sul Sole
24 Ore la notizia del nuovo servizio
Internet offerto dall’azienda americana:
la possibilità di seguire on line, passo
per passo, la costruzione della propria
automobile, dalla verniciatura
all’assemblaggio finale.
Oltre
il confine tra Israele e Libano grazie alla
rete
Al
confine tra Libano e Israele, i palestinesi
dei territori e dei campi profughi libanesi
si incontrano su Internet. Il Manifesto
racconta come il giovane Riad del campo
profughi alla periferia di Betlemme, tramite
la rete, abbia organizzato un incontro
virtuale tra i bambini del suo campo e
quelli del Libano del sud.
Telecom
vince la gara per i servizi Tlc alla p. a.
Telecom
Italia si è aggiudicata la gara per i
servizi di telecomunicazioni alla pubblica
amministrazione. La notizia viene segnalata
nelle pagine di economia dei principali
giornali. Il contratto, che durerà un anno,
prevede sconti sulle attuali tariffe del 67
per cento o di circa 200 miliardi sui 300
che al momento le amministrazioni centrali e
periferiche dello stato spendono in servizi
tlc. Si tratta della prima gara avviata
dalla Consip, la nuova centrale acquisti
controllata dal tesoro che si occuperà
della compravendita di beni e servizi della
p.a. La Telecom ha superato con la sua
offerta le concorrenti Albacom, Wind e
Infostrada.
In
breve
I
principali giornali riportano la notizia del
diktat di Vivendi a Murdoch: sì al
completamento della maxi piattaforma
planetaria, la Platco, ma
a patto di escludere la Stream, la Tv
digitale detenuta da Murdoch e Telecom,
rivale del gruppo francese. L’accordo
verte sulla possibilità che i due gruppi
diventino partner nell’area delle
trasmissioni satellitari e dei servizi
interattivi via Rete.
Su
La
Repubblica la prima parte di
un’inchiesta dedicata a Milano, Silicon
Valley italiana, capitale
dell’informazione e delle tlc. Secondo la
definizione del sociologo Aldo Bonomi nel
capoluogo lombardo il lavoro si presenta
“in forme completamente nuove rispeto al
codice del posto regolato e salariato. Siamo
nomadi multiattivi”. Da una parte gli
imprenditori e i liberi professionisti,
“cervello generale di un sistema
produttivo interconnesso da reti informative
e logistiche”. Dall’atra gli
extracomunitari, che “fanno funzionare la
macchina dei lavori servili”. Sul Sole
24 Ore la proposta di Benito Benedini,
presidente degli imprenditori milanesi, di
fare dell’area milanese la sede trainante
in ambito nazionale della Net –economy.
Su
tutti i giornali gli ultimi sviluppi del
caso Microsoft. Il Dipartimento di Giustizia
ha respinto gran parte delle richieste
avanzate dal gruppo di Seattle, in
particolare la proposta di un anno di tempo
per organizzare lo smembramento. Il
Dipartimento concederà infatti soltanto 4
mesi. Accolta invece la richiesta di
definire la divisione della società guidata
da Bill Gates come un’operazione di
disinvestimento piuttosto che di
riorganizzazione. La Microsoft potrà
replicare entro domani.
Sul
Sole
24 Ore i risultati di una ricerca
condotta da Assinform sul mercato delle tlc
in Italia, da cui emerge che le vendite di
informatica e telecomunicazioni sono
aumentate dell’11 per cento (16500
miliardi) nei primi tre mesi del 2000. Il
presidente dell’Assinform, Giulio Koch, ha
indicato i tre obiettivi che lo stato dovrà
seguire: formazione., investimenti della
p.a., l’informatizzazione delle piccole e
medie imprese.
Sulla
pagina Web
della Stampa
una navigazione dedicata ai siti che si
occupano di previsioni del tempo, mentre Il
Giornale
offre una navigazione sulle radio-web, i
siti da cui è possibile ascoltare programmi
radiofonici, senza limitazioni di banda o
frequenze, in continua crescita sulla Rete.
Nell’inserto
Lavoro
dell’Unità
un articolo dedicato alle occupazioni
richieste dal settore tecnologico, emerse da
una recente ricerca di Microsoft Italia.
Otto i profili prescelti, tra cui
l’operatore di supporto tecnico in
ambiente di rete locale, il progettista di
software applicativo e di applicazioni
multimediali.
In
attesa dell’imminente rialzo
dei tassi da parte della Federal Reserve, le
borse mondiali continuano ad alternare
scivoloni ed eccessi di euforia. Nelle
pagine di economia di tutti i giornali, i
commenti degli analisti che ritengono ancora
in corso la fase di volatilità dei mercati
azionari. Sul Giornale
una ricerca condotta dall’agenzia Reuters
su un campione di 12 società di gestione e
banche italiane, l’instabilità non sembra
spaventare i gestori italiani, le cui
preferenze ricadono sull’azionariato.