I
principali giornali riportano in
prima pagina la notizia che, dopo
un'apertura in forte rialzo, sulla
scia dell'entusiasmo per il
superamento del rischio baco, le
Borse di tutto il mondo hanno
chiuso in ribasso. A scatenare la
brusca virata, il timore di un
rialzo dei tassi da parte della
Federal Reserve per prevenire
l'inflazione. Immediate le
reazioni degli investitori, divisi
tra chi crede che le azioni
risaliranno presto, trainate da
Internet, e chi, invece, denuncia
quotazioni irrealistiche e
preannuncia pesanti crolli in
borsa. Su La Repubblica,
Federico Rampini, nell'articolo
intitolato Nelle mani di
Eurolandia, sostiene che mentre
"la nuova economia nata negli
Stati Uniti è un fenomeno
reale", i mercati finanziari
europei "non sono ancora
autosufficienti" e l'Internet
mania rischia di premiare
indistintamente aziende
informatiche solide e
"progetti vaghi e
futuribili". Sul Corriere
della Sera Stefano Cingolati,
nell'editoriale Il nuovo boom
di Internet e la vendetta di zio
Paperone, teme che il
"minicrack del duemila"
sia stato determinato da
comportamenti deviati dalla
"droga Internet" e
avanza il dubbio che "le pur
robuste speranze di crescita"
del settore informatico non
bastino "a spingere i valori
borsistici ad altezze
stratosferiche". Su La
Stampa Alfredo Recanatesi, in Regole
culture e mercati, interpreta
il ribasso delle Borse come il
riflesso dello scontro tra due
culture, l'una progressista,
animata dalla fiducia nell'avvento
di un'economia nuova, fondata
sulle telecomunicazioni e su
Internet, e l'altra, che ieri ha
prevalso, più conservatrice e
prudente, convinta che "per
attribuire valore a una quotazione
occorra valutare il profitto
prevedibile". L'orientamento
dei mercati potrebbe favorire
l'Europa, perché consentirebbe
"ai titoli dei settori più
tradizionali di uscire dall'ombra
nella quale sono stai finora
relegati". In terza pagina, La
Repubblica offre anche il
commento del creatore di
Amazon.com, Jeff Bezos, che
ritiene giustificato il boom delle
azioni informatiche e si dichiara
convinto che "la spinta
propulsiva del web sull'economia
mondiale sia solo
all'inizio". Interrogato sul
commercio elettronico, Bezos
osserva che lo shopping virtuale
darà più spazio al potere dei
consumatori e porterà al declino
dei network televisivi.
Tutti
i quotidiani commentano anche la
riuscita dei piani anti millennium
bug. In Italia, nonostante alcune
anomalie non gravi che hanno
colpito la pubblica
amministrazione, in particolare il
settore giudiziario, il ministro
della Funzione Pubblica, Franco
Bassanini, dichiara di essere
soddisfatto e annuncia il
passaggio dalla fase di allarme a
quella di attenta sorveglianza. In
regola con il duemila sono
risultate anche banche, e
assicurazioni, come fanno sapere
dalla Banca d'Italia e dalla Banca
Mondiale, in un articolo in prima
pagina sull'inserto Finanza e
mercati del Sole 24 Ore.
L'Unità segnala, invece,
un servizio della Bbc, trasmesso
la notte del 31 dicembre 99, in
cui il nostro Paese veniva
presentato come l'unico in Europa
colpito dal millennium bug e Peter
Snow dipingeva un quadro
drammatico della situazione.
Nelle
pagine economiche i principali
giornali presentano i risultati di
una ricerca della Confcommercio
sulla distribuzione, da cui emerge
che mentre l'e-commerce è in
forte crescita e aumentano i
processi di fusione tra grandi
aziende, le imprese al dettaglio,
pur riducendosi di numero,
mostrano individualmente una
grande vitalità e una buona
capacità di rimanere attivamente
sul mercato.
In
prima pagina del Sole 24 Ore
il rapporto Onu rivela che il
ribasso dei prezzi dei robot, uno
degli indicatori dello stato di
automazione di un paese, dà
impulso all'innovazione
tecnologica, specialmente per le
imprese piccole e medie.
Sempre
nelle pagine economiche dei più
importanti giornali, per
concludere, continua la riforma
telematica del Ministero delle
Finanze: da metà gennaio il
contratto di affitto potrà essere
registrato on line e le imposte
potranno essere pagate con
accredito bancario permanente.
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