Roma, 04 Gennaio 2000

La paura del rialzo dei tassi fa cadere le Borse


I principali giornali riportano in prima pagina la notizia che, dopo un'apertura in forte rialzo, sulla scia dell'entusiasmo per il superamento del rischio baco, le Borse di tutto il mondo hanno chiuso in ribasso. A scatenare la brusca virata, il timore di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve per prevenire l'inflazione. Immediate le reazioni degli investitori, divisi tra chi crede che le azioni risaliranno presto, trainate da Internet, e chi, invece, denuncia quotazioni irrealistiche e preannuncia pesanti crolli in borsa. Su La Repubblica, Federico Rampini, nell'articolo intitolato Nelle mani di Eurolandia, sostiene che mentre "la nuova economia nata negli Stati Uniti è un fenomeno reale", i mercati finanziari europei "non sono ancora autosufficienti" e l'Internet mania rischia di premiare indistintamente aziende informatiche solide e "progetti vaghi e futuribili". Sul Corriere della Sera Stefano Cingolati, nell'editoriale Il nuovo boom di Internet e la vendetta di zio Paperone, teme che il "minicrack del duemila" sia stato determinato da comportamenti deviati dalla "droga Internet" e avanza il dubbio che "le pur robuste speranze di crescita" del settore informatico non bastino "a spingere i valori borsistici ad altezze stratosferiche". Su La Stampa Alfredo Recanatesi, in Regole culture e mercati, interpreta il ribasso delle Borse come il riflesso dello scontro tra due culture, l'una progressista, animata dalla fiducia nell'avvento di un'economia nuova, fondata sulle telecomunicazioni e su Internet, e l'altra, che ieri ha prevalso, più conservatrice e prudente, convinta che "per attribuire valore a una quotazione occorra valutare il profitto prevedibile". L'orientamento dei mercati potrebbe favorire l'Europa, perché consentirebbe "ai titoli dei settori più tradizionali di uscire dall'ombra nella quale sono stai finora relegati". In terza pagina, La Repubblica offre anche il commento del creatore di Amazon.com, Jeff Bezos, che ritiene giustificato il boom delle azioni informatiche e si dichiara convinto che "la spinta propulsiva del web sull'economia mondiale sia solo all'inizio". Interrogato sul commercio elettronico, Bezos osserva che lo shopping virtuale darà più spazio al potere dei consumatori e porterà al declino dei network televisivi.

Tutti i quotidiani commentano anche la riuscita dei piani anti millennium bug. In Italia, nonostante alcune anomalie non gravi che hanno colpito la pubblica amministrazione, in particolare il settore giudiziario, il ministro della Funzione Pubblica, Franco Bassanini, dichiara di essere soddisfatto e annuncia il passaggio dalla fase di allarme a quella di attenta sorveglianza. In regola con il duemila sono risultate anche banche, e assicurazioni, come fanno sapere dalla Banca d'Italia e dalla Banca Mondiale, in un articolo in prima pagina sull'inserto Finanza e mercati del Sole 24 Ore. L'Unità segnala, invece, un servizio della Bbc, trasmesso la notte del 31 dicembre 99, in cui il nostro Paese veniva presentato come l'unico in Europa colpito dal millennium bug e Peter Snow dipingeva un quadro drammatico della situazione.

Nelle pagine economiche i principali giornali presentano i risultati di una ricerca della Confcommercio sulla distribuzione, da cui emerge che mentre l'e-commerce è in forte crescita e aumentano i processi di fusione tra grandi aziende, le imprese al dettaglio, pur riducendosi di numero, mostrano individualmente una grande vitalità e una buona capacità di rimanere attivamente sul mercato.

In prima pagina del Sole 24 Ore il rapporto Onu rivela che il ribasso dei prezzi dei robot, uno degli indicatori dello stato di automazione di un paese, dà impulso all'innovazione tecnologica, specialmente per le imprese piccole e medie.

Sempre nelle pagine economiche dei più importanti giornali, per concludere, continua la riforma telematica del Ministero delle Finanze: da metà gennaio il contratto di affitto potrà essere registrato on line e le imposte potranno essere pagate con accredito bancario permanente.