In
prima pagina sul Sole
24 Ore e in rilievo nella sezione
economica dei maggiori quotidiani nazionali la
notizia della campagna acquisti della Andala
di Renato Soru e Franco Bernabè per
l’assegnazione della quinta licenza di
telefonia cellulare Umts. Se, infatti, le
prime quattro licenze sembrano già
predestinate alle società che attualmente
gestiscono il mercato della telefonia mobile (Tim,
Omnitel, Wind e Blu) il quinto e ultimo posto
è ancora conteso tra il consorzio Dix.it, che
fa capo alla e.Biscom di Silvio Scaglia, e la
Andala capeggiata da Tiscali. Quest’ultima
sembra aver messo ieri una seria ipoteca sulla
quinta licenza grazie all’ingresso nella
joint venture di alcuni tra i principali
gruppi del capitalismo italiano: la Cir di
Carlo De Benedetti, l’Hdp di Cesare Romiti,
Gemina, il Sanpaolo-Imi, la Rothschild Italia,
la Pino Venture di Elserino Piol.
La
corsa all’Umts dimostra che con la terza
generazione della telefonia mobile non è in
gioco solo l’occasione per offrire alla
clientela un nuovo tipo di cellulare più
sofisticato ma l’opportunità di dare una
spinta decisiva a Internet in tutta Europa e
contrastare così il primato statunitense sul
Web.
Sul
supplemento del Sole
24 Ore dedicato all’informatica, i dati
di un’indagine condotta dallo Studio Busacca,
specializzato nelle analisi del settore, sugli
scenari futuri che apre la tecnologia Umts.
Nel 2002 i telefonini di terza generazione
apriranno un mercato in Italia di oltre
cinquemila miliardi allargando moltissimo
l’offerta dei servizi digitali ai cittadini
e alle imprese. Sul fronte delle possibilità
dell’Internet mobile i ricercatori dello
Cselt di Torino stanno sperimentando la
creazione di un cellulare dotato di
microtelecamera e interfaccia a penna.
La
febbre di Internet contagia l’Oriente
Sul
Sole 24
Ore Luca Vinciguerra firma un lungo
articolo dedicato alla rivoluzione informatica
nei paesi orientali. Dopo gli Stati Uniti e
l’Europa, anche in Asia scoppia la febbre di
Internet e si moltiplicano gli investimenti
nelle telecomunicazioni e nelle tecnologie.
Una mobilitazione generale che secondo gli
osservatori prelude ad una rivoluzione senza
precedenti. La scorsa settimana l’ultimo
episodio di euforia che ha richiesto
l’intervento della polizia. E’ successo ad
Hong Kong per riportare l’ordine in una
banca dove una massa di persone si accalcava
per aggiudicarsi le azioni di Tom.com, un
nuovo portale Internet. Ma il fenomeno
informatico va al di là delle quotazioni
borsisitiche e invade tutti gli aspetti della
vita culturale e politica del continente
asiatico: nuove professioni, e nuove modalità
e tempi delle comunicazioni. Non saranno però
solo cambiamenti positivi. Manu Bhaskaran,
direttore di Sg Singapore commenta:
“Economie aperte, deregolamentazione, liberi
movimenti di capitali: l’avvento della nuova
economica in Asia avrà anche il suo costo
sociale, poiché finirà per ampliare il gap
tra vincenti e perdenti con il rischio di
suscitare il risentimenti di questi ultimi”.
In
breve
Sulle
pagine economia&finanza del Messaggero
il dilagare della rivoluzione digitale fa
ritornare in primo piano le pecche del sistema
scolastico e produttivo italiano. Solo il 3,9
per cento degli assunti nel nuovo settore
delle information technology è laureato e le
imprese quasi mai chiedono “dottori” nelle
proposte di assunzione. Se le aziende attive
nel settore delle nuove tecnologie cambieranno
rotta, richiedendo ingegneri, economisti e
informatici non è detto però che troveranno
risposta adeguata. La mancanza di Politecnici
sufficienti e il crollo demografico del
vecchio continente aprirà inevitabilmente
entro il 2002 alla “carica dei cervelli”
dal Terzo Mondo.
In
prima pagina sul Messaggero
un
articolo di commento di Paolo Glisenti,
“cercando cervelli per la nuova economia”.
La new economy, secondo Glisenti, mette a nudo
problemi vecchi, come l’inadeguatezza del
nostro sistema scolastico nella formazione
delle nuove professioni legate alle tecnologie
informatiche. Se in Europa mancano più di
cinquecentomila tra ingegneri, matematici e
tecnici, in Italia le università laureano
quarantamila ingegneri in meno rispetto al
fabbisogno che l’incremento delle attività
economiche del settore richiede a livello di
processi tecnologici. Purtroppo però, scrive
Glisenti, il fenomeno per quanto grave “ha
radici lontane e durerà ancora molto a
lungo”.
Sul
supplemento Informatica del Sole
24 Ore la notizia del primo procedimento
giudiziario, conclusosi con una condanna, dopo
l’attivazione della nuova normativa che
risolve i conflitti sui nomi dei siti Internet
registrati negli Stati Uniti. Rispetto
all’iter seguito di prassi nei tribunali Usa
la procedura stabilita dall’Icann (Internet
corporation for assigned names and numbers) è
risultata più rapida e meno costosa.
Ancora
sul quotidiano economico l’invito di un
monitoraggio attendibile per Internet. Lo ha
rivolto ieri Stefano Passigli, sottosegretario
alla presidenza del Consiglio per
l’Innovazione, a chiusura del convegno
“Italia e progetto e-Europe”. Un Auditel
per la Rete, insomma, in grado di fornire dati
certi sugli accessi. Ma non solo. Passigli ha
ribadito la necessità di sviluppare nuove
iniziative di ricerca e sviluppo culturale per
il Web.
Sempre
sulle pagine del Sole 24 Ore, la notizia del lancio di E-Via, la rete privata per lo
sviluppo di Internet ad alta velocità. Lo ha
annunciato Elserino Piol, presidente di Pino
Venture Partners, intervenuto al convegno
sull’ “e-Europe”. I particolari
sull’operazione che vede coinvolta anche
l’Anas, saranno illustrati il 9 marzo.
In
prima pagina sull’Unità,
il commento di Roberto Giovannini
sull’acquisto di Grauso di 500.000 domini
Internet. L’invasione dell’imprenditore
sardo ha suscitato l’attenzione del
parlamento: è già stata avviata
un’interpellanza parlamentare, perché tra
gli atri inidirzzi registrati da Grauso,
figurano anche molti nomi di parlamentari,
come Mancino Angius, Maceratini e Didietro.
Nei prossimi giorni il governo potrebbe
decidere di varare una legge contro il
cybersquatting.
Su
Repubblica
si dà rilievo all’imminente varo del
pacchetto informatico per le scuole: gli
studenti del primo anno delle superiori
potranno usufruire di prestiti a tasso zero
per l’acquisto del computer. Palazzo Chigi
si è anche detto disponibile all’accordo
con le banche per un fondo di garanzia a
copertura del rischio di mancata restituzione
dei soldi.
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