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Niko Stumpo, un grafico da oscarIl Flash Film Festival, che si è svolto a San Francisco, dal 19 al 21 febbraio, prevede una premiazione finale con tanto di Oscar della Rete, per le varie categorie di animazione online. L'oscar per la sezione "Grafic in Motion" (grafica in movimento) lo ha vinto Niko Stumpo con il sito Abnormal Behavior Child Una volta entrati nel tuo sito, Abnormal Behavior Child, è praticamente impossibile uscire. Sappiamo infatti che hai ricevuto più di 700 email di persone che ti chiedevano come fare per uscire dal sito. Che significa questo modo di usare il web? Con il mio sito, cerco di creare esperienze su Internet, completandole con dei suoni, con delle immagini, con delle interazioni. La difficoltà nell'uscire dal mio sito sta nel fatto che, una volta entrato dentro, il navigatore scopre e vive questi nuovi mondi dai quali non riesce più a trovare una via di uscita. Spesso vengono bloccati in una pagina dove c'è un ufo che vola che serve per mandarmi l'email. Così mi arrivano messaggi di richieste di aiuto, in tutte le lingue, ogni giorno, da gente persa nel sito. Cosa trova il navigatore nel tuo sito? Sono tutti esperimenti. In pratica materializzo la mia immaginazione, quello che penso di sera, gli esperimenti che svolgo quotidianamente anche a lavoro. Per me, è un po' il laboratorio dove vado a mettere tutti i miei esperimenti, li rendo visibili al resto del mondo. Ritieni che gli strumenti tecnologici a disposizione siano sufficienti o molto limitativi? Posso ritenermi soddisfatto dei mezzi che ho a disposizione perché riesco sempre ad reperirlo. In alcuni casi è stesso il mezzo che è limitato. Nella cultura digitale, da un lato la Rete rappresenta la velocità, dall'altra si riscontra la voglia di scendere più in profondità e di far riflettere. Come coniughi nel tuo lavoro velocità e profondità? La maggior parte delle persone navigano per avere informazioni immediate, subito. In questi siti di arte, dove si cerca la sperimentazione, il fattore tempo viene abbandonato: ad esempio, nel mio sito bisogna aspettare per caricare una pagina, però una volta aspettato il caricamento, l'esperienza che si pone davanti al navigatore è molto più completa. La tua idea fissa è creare delle vere e proprie esperienze sul Web: raccontaci dei siti che hai realizzato per la mostra a Rio de Janeiro, My city, sul web design. Per la mostra "Citywebdesign", che si è tenuta al centro culturale di Brasile a Rio de Janeiro, avevo scelto quaranta designer da tutto il mondo e ognuno aveva sviluppato un lavoro particolare sulla propria città. Io, trovandomi a Milano, l'avevo svolto su Milano: è tuttora visibile sia online sia al museo di Rio de Janeiro (My City). Occupandoti di grafica, ti appoggi a qualcun altro per la parte tecnologica pura? Mi sono specializzato in grafica illustrativa. Nel mio laboratorio di sperimentazione lavoro insieme ad un programmatore, Ubaldo De Feo, che mi aiuta a realizzare le mie fantasie che spesso non riesco a sviluppare da solo. La web art vista dall'interno: secondo te, che senso ha tutto questo? Anch'io spesso me lo chiedo. In questo specifico momento, la sperimentazione artistica su Internet si è in un certo senso fermata perché dal punto di vista della programmazione visiva si è arrivati ad un punto in cui non si sa più come dirigersi. Ora la Rete presenta troppi limiti - pensiamo alla banda stretta - che se non si superano non si andrà molto avanti. Utilizzare Internet come forma d'arte, secondo me, ha molta importanza, ma non si può prescindere dai limiti di connessione o velocità, perché l'opera di web art nasce per essere usufruita su Internet. I tuoi sono siti d'autore e sperimentali; ultimamente pero' hai realizzato un sito per Caractère. Come ti sei trovato ad utilizzare il tuo linguaggio passando dalla sperimentazione alla realizzazione di un sito commerciale? E' un salto naturale anche se molto difficile. Quando lavoro per me o per le mostre, posso lavorare senza limiti e senza barriere, mentre quando mi viene commissionato un lavoro, spesso mi devo adattare alle esigenze del cliente. A volte però, i clienti, vedendo i miei lavori online, mi richiedono lo stesso identico progetto grafico, ovviamente declinato per il brand per cui devo lavorare. Può essere un buon business fare quello che fai tu? Sì, può essere un buon business: se fatto bene può funzionare. - FlashFilmFestival
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