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La fabbrica dell'immaginario

di Mila Cataldo

 

All'interno di un'area industriale dismessa, su una superficie complessiva di 30.000 metri quadrati, a pochi passi dal centro di Milano, apre i battenti "La Fabbrica del vapore", uno spazio dedicato ai giovani, che si propone come nucleo aggregativo di forze creative, come polo di ricerca e attività legate allo sviluppo delle nuove tecnologie e alla produzione artistica, un vero e proprio laboratorio di attività e sperimentazioni culturali.

Nei locali che un tempo ospitavano una fabbrica di locomotive, solo in parte ristrutturati, ha così preso vita la rassegna inaugurale "La fabbrica dell'immaginario" : un susseguirsi ininterrotto di dibattiti, forum, work-shop, concerti, installazioni e proiezioni di cinema digitale, corti e animazioni web, che ha registrato una straordinaria partecipazione e notevole affluenza di pubblico. Tra i tanti personaggi che hanno preso parte attiva ai vari work-shop e seminari, significativo è stato l'intervento di Scott E. Anderson, supervisore di effetti speciali, premio oscar nel 1995 per gli effetti del film "Babe. Maialino coraggioso" e capo del team che ha realizzato gli spettacolari effetti speciali dell'ultimo film di Paul Verhoeven "L'uomo senza ombra", con Kevin Bacon. "Quello che avviene qui a Milano riflette molto quanto sta accadendo nel mondo - dice Anderson - Penso che attualmente il cinema e le tecnologie digitali stiano esercitando una notevole influenza. Nel mio ambito lavorativo, Hollywood, si stanno raggiungendo anno dopo anno sempre nuovi traguardi, ed è davvero impossibile prevedere cosa potrà succedere in futuro. Le tecnologie si stanno espandendo e perfezionando sempre di più, basti guardare al settore dei computer palmari o dei personal computer, tutti possono connettersi, da un Mac o da un personal computer, e le videocamere digitali hanno reso accessibile a chiunque la realizzazione di un film. C'è comunque una sorta di terza forma emergente che è Internet. In questo settore le prospettive che stanno per dischiudersi appaiono a dir poco inimmaginabili. Credo che si stia cercando una strada da percorrere e si realizzerà sicuramente un cinema diverso da quello tradizionale, non si sa ancora quali storie verranno raccontate attraverso questo medium, ma sono convinto che sarà un modo assolutamente innovativo".

"Con il film L'uomo senza ombra siamo riusciti a creare un essere umano interamente digitale - continua Anderson - un traguardo che si riteneva addirittura impossibile da raggiungere appena un anno fa. Le possibilità che si prospettano sono pressoché infinite, basta avere il tempo e il desiderio di realizzarle. Ciò che sto aspettando al momento è una storia straordinaria da narrare, penso sia questa la grande sfida che ci attende. Anche se c'è libero accesso alla Rete, anche se ogni persona può disporre di una telecamera e di un sistema di montaggio, è ancora complesso realizzare un film. C'è ancora bisogno di un gruppo affiatato che lavori insieme, che abbia una visione, una storia da raccontare. Ecco perché non è ipotizzabile che chiunque in futuro possa inserire il proprio film on line. Le storie potranno avere forme diverse da quelle attuali, potranno essere molto brevi, e non dovranno necessariamente far parte del circuito commerciale, collocandosi al di fuori del mercato, ma ci sarà ancora bisogno di concentrarsi su una visione d'insieme, per fare in modo che tutto possa concretizzarsi, per riuscire a mostrare al pubblico un prodotto di qualità".

Forte l'impatto emotivo della Videoambientazione ideata dal gruppo milanese Stalker, composta da 8 videoproiettori costantemente in funzione per trasmettere un flusso continuo di immagini (dalle cronofotografie sul moto di Muybridge ad animazioni high-tech) sapientemente mescolate a evocative suggestioni sonore e l'installazione interattiva "Versus media : reactive book" di John Maeda, un originale orologio animato dall'intervento diretto dei visitatori attraverso due personal computer collegati. In perfetta sintonia con l'idea di arte globale l'iniziativa ha mostrato frammenti di possibili mondi paralleli creati all'interno dell'immaginario virtuale e tentato di delineare prospettive e scenari di un futuro sempre più prossimo.

Anche Derrick De Kerckhove ha sottolineato il concetto fondamentale di arte globale e di villaggio tecnologico globale, evidenziando il principio secondo il quale il pianeta diventa la misura di tutte le cose. Un mondo quindi sempre più connesso, che sembra quasi diventato l'estensione della materia del corpo, come Internet e le nuove tecnologie sono in qualche modo una sorta di estensione del sistema nervoso centrale dell'uomo. "Viviamo in un contesto in continua, inarrestabile evoluzione - sostiene De Kerckhove - e siamo un po' come i pesci nell'acqua, non abbiamo idea di come sia l'acqua. Solo l'artista, come un pesce fuori dall'acqua, con la sua sofferenza, è in grado di capire i cambiamenti in atto, in ambito politico, sociale, e anche tecnologico.Gli artisti chiamati a partecipare all'iniziativa della fabbrica del vapore , a questo importante momento di connessione tra piccola impresa, creazione artistica e tecnologia, hanno il compito di spiegarci una realtà in perenne cambiamento".

Secondo il mass-mediologo la Rete potrebbe anche essere portatrice di pace, sviluppando la dimensione individuale dell'essere umano, la sua identità personale e al tempo stesso creando un comune sentire, un senso di appartenenza e partecipazione globale. "Le nuove tcnologie - sostiene De Kerckhove - sarebbero di grande aiuto allo sviluppo della pace in paesi quali la Serbia, contribuirebbero a creare un punto di connessione permanente con il resto del mondo, riducendo la differenza tra paesi ricchi e potenti e paesi più poveri. Nascerebbe così un sentimento di coesistenza, che è alla base dell'idea di arte globale, favorendo la realizzazione di un villaggio tecnologico globale, nel quale si diffonda un senso di coappartenenza ad uno spazio comune".

Fucina di idee, giovane cuore pulsante di una città profondamente radicata in un tessuto imprenditoriale all'avanguardia, "La fabbrica del vapore" punta ad assolvere l'importante e ambiziosa funzione di coniugare cultura, libera forma d'espressione e produzione. Un inizio promettente, quindi, anche se sembra ancora lontana una piena e completa attuazione, il progetto di ristrutturazione dell'imponente complesso verrà infatti ultimato non prima del 2004.