Roma, 24 Maggio 2001
Ore 15:40
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Umts: quanti problemi!

Quello che solo l’anno scorso era stato definito the big thing, ora si potrebbe rivelare il più clamoroso flop del nuovo millennio. Stiamo parlando dell’Umts, dei cellulari di terza generazione che hanno dissanguato le casse di tutti gli operatori di telefonia mobile europea. Secondo quanto riportato dall’inchiesta pubblicata dal settimanale statunitense Newsweek, che dedica la copertina a quella che definisce una debacle epica, i telefonini di terza generazione non sono altro che l’ennesima bolla internet, quelle che anche il guru della new economy Steve Harmon, aveva definito “bubble stocks”. Vittime di quello che il settimanale ribattezza “3G Mania” sono sia le grandi compagnie telefoniche che i produttori di cellulari stessi che, in perfetta sintonia, come riporta il magazine, hanno deciso “di costruire un canale di comunicazione che, ed è ancora da verificare, potesse avere un impatto sullo sviluppo mondiale, paragonabile alla costruzione di autostrade e ferrovie”. I risultati di questa sconfitta sono sotto gli occhi di tutti: British Telecom soccombe sotto i debiti contratti e si è vista costretta a scorporare le attività di telefonia mobile dal fisso, provocando anche le dimissioni dei vertici del management. Così, gli stessi esperti che sino al giorno prima vedevano solo i fatti positivi del lancio del nuovo sistema che consente la trasmissione di musica, file e accesso internet, sistemi che avrebbero pagati tutti i clienti, ora invece prevedono un costo, anche elevato dei servizi di trasmissione. Ed è proprio il costo dei servizi, sommato al costo per la creazione delle infrastrutture, ad aver contribuito al ritardo del lancio dei cellulari di terza generazione. E quali sono i Paesi che potrebbero godere nell’immediato della debacle europea? Proprio il Giappone, patria del cellulare 2,5 G, conosciuto anche come i-mode, e gli Stati Uniti, notoriamente in ritardo con l’avvento della telefonia mobile. (MGG)