Roma, 3 Maggio 2001
Ore 15:51 |
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Dopo Napster, anche Aimster dai giudici |
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Andare davanti a un giudice, prima ancora di essere accusati, per farsi dichiarare innocenti. Succede a New York dove, nelle stanze del tribunale, si e' presentato per l'insolita richiesta Aimster, portale Internet attivo nello scambio di file musicali e non tra singoli utenti collegati in Rete, deciso a non cedere innanzi alle minacce di chiusura del sito avanzate dalla RIIA, l'Associazione americana dei discografici, preoccupata di trovarsi di fronte un nuovo Napster. L'Internet company statunitense, appoggiata da David Boies avvocato, guarda caso, di Napster, aveva ricevuto lo scorso 3 aprile una lettera da parte dell'associazione dei discografici nella quale si faceva esplicita richiesta di togliere dalla propria lista di file scambiabili, quelli musicali, pena l'intervento attraverso vie legali. Una minaccia bella e buona ma, di certo, nessuna accusa formale di fronte alle autorita' per violazione delle norme sul diritto di autore. Frivolezze, rispetto al trattamento a riservato nei mesi scorsi a Napster che, pero' potrebbero significare un'importante inversione di tendenza nella 'lotta' tra i siti dediti alla trasmissione di file MP3 e le grandi major della musica mondiale. La scelta di Aimster di sfilare davanti ai giudici newyorkesi per vedere riconosciuta la propria correttezza di comportamento, prima ancora di essere posta formalmente sul banco degli imputati, rovescia i rapporti di forza mantenuti sino ad ora: dopo aver assistito a duri attacchi da parte delle grandi case discografiche, questa volta e' il sito a sferrare il primo colpo chiedendo ai giudici di confermare la propria estraneita' a comportamenti illegali. Anche perche' Aimster, diversamente da Napster (che offre a chiunque la possibilita' di scambiare file musicali anonimamente), permette di creare un 'network virtuale', attraverso cui solo gli utenti registrati di America Online, Instant Messenger o Microsoft MSN Messenger (o di altri portali), possano inviarsi file in via privata. Una pronuncia favorevole della corte americana sul rispetto delle norme da parte di Aimster, garantirebbe a tutti i siti nati per lo scambio di file musicali e non, di continuare a svolgere la propria attivita' senza interferenze delle major, costrette a rispettare una circolazione della musica controllata, ma sempre difficilmente gestibile data la poliedricita' della rete e la possibilita' di aggirare con astuzia e capacita' tecniche i vincoli piu' stretti. Una possibile via d'uscita anche per Napster, investita fino ad ora da cause da milioni di dollari e la dimostrazione di come spesso la migliore difesa sia l'attacco. (Ansa) |