Roma, 19 Febbraio 2001
Ore 11:10
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Diritti d'autore. A Roma una sentenza che limette in discussione

Ha senso ha condannare un venditore di Cd pirata al tempo di Napster? Un giudice del tribunale di Roma ha deciso di no. Gennaro Francione, giudice della quinta sezione del tribunale di Roma, con una sentenza che farà discutere, ha stabilito che non è perseguibile penalmente chi vende cd contraffatti se, come spiega in una intervista al sorpreso cronista de ilNuovo.it, l'azione è stata determinata "dallo stato di necessità". Un vero giudice, secondo Francione, non può stabilire una verità che non abbia riferimenti col mondo in cui vive. E oggi, la realtà è quella di Napster". Ed Francione, in una intervista rilasciata al nuovo. ha dichiarato::"L'arte è libera e gratuita in rete ed è ormai raggiungibile da una quota sempre maggiore di persone. Gli imputati a cui ho riconosciuto il reato, ma cui ho applicato tutte le diminuenti possibili in quanto i rei erano spinti da uno stato di necessità, rischiavano una pena grave perché accusati di ricettazione e contraffazione. Se li avessi condannati da due a dieci anni come indica la norma per questi reati sarebbe stato uno scandalo, non altro." Francione ha aggiunto inoltre una dichiarazione indirizzata alle multinazionali: "La pirateria riequilibra un costo che è imposto dall'alto e che è sempre crescente. Per me un reato penale non sussiste. L'articolo 41 della Costituzione spiega che l'iniziativa economica privata libera non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana". (LAM)