Roma, 27 gennaio 2000

Usa: azione internazionale contro i cyber crimini

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I reati informatici sono un problema globale e possono essere combattuti solo in termini di cooperazione internazionale. Lo ha dichiarato Ron Dick, direttore del National infrastructure protection center, l'agenzia federale degli Stati Uniti preposta al problema, al summit sull'emergenza cyber crimine promosso dall'Institute of international research. Dick ha aggiunto che i tentativi di approdare a una legislazione internazionale stanno incontrando, però, forti resistenze. Non tutti gli stati dispongono di una normativa in materia di reati informatici e le leggi esistenti variano da stato a stato. Ciò vale anche all'interno degli Stati Uniti. Esiste, inoltre, il problema della mancata denuncia di molti reati. La maggior parte delle società vittime dei pirati informatici preferisce non rendere pubbliche le violazioni subite. Le aziende, infatti, da un lato temono che, confessando la loro vulnerabilità, si espongano a ulteriori attacchi, dall'altro cercano di salvaguardare la propria immagine ed evitare la fuga dei clienti. I danni accertati sono, quindi, molto al di sotto delle stime che ipotizzano perdite di 3 miliardi di dollari all'anno (6 mila miliardi di lire). Altro motivo di allarme è la crescente facilità con cui i cosiddetti cracker, pur non avendo approfondite conoscenze tecniche, possono scaricare virus da Internet e penetrare nei sistemi informatici. Negli Stati Uniti, l'organizzazione governativa Nipc ha individuato come priorità lo spionaggio industriale, le incursioni dei cosiddetti hactivist e gli attacchi stranieri. Per far fronte alla minaccia del terrorismo informatico e proteggere le infrastrutture vitali del paese, il presidente Clinton ha recentemente proposto uno stanziamento di due miliardi di dollari (4 mila miliardi di lire).(Newsbytes)

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