Un gruppo di attivisti americani per i diritti civili,
il Voting
Integrity Project, ha intentato causa contro il partito
democratico dell'Arizona sostenendo che l'iniziativa di effettuare
le primarie via Internet è iniqua nei confronti delle minoranze e viola
la legge sul diritto al voto del 1965. Secondo tale normativa alcuni
stati dell'unione, fra cui l'Arizona, sono tenuti a sottoporre al
Dipartimento di Giustizia le modifiche alle leggi elettorali,
adempimento cui i democratici hanno provveduto in ritardo e solo dopo
l'esplosione delle polemiche. Deborah Phillips, presidente del Voting
Integrity Project, ha dichiarato che istituire il voto telematico
"è come rimettere le minoranze a sedere nell'ultima fila
dell'autobus" perché "i cittadini che non hanno accesso sono
quelli appartenenti alle minoranze etniche e razziali". Il
dirigente democratico Cortland Coleman difende il progetto di
rinnovamento delle procedure elettorali del partito, sostenendo che ha
riscosso consensi tra le minoranze e assicurando che si potrà votare
anche da tradizionali cabine. Inoltre, accusa il Voting Integrity
Project di non essere un'associazione al di sopra delle parti ma di
contare tra i suoi sostenitori nomi di illustri conservatori tra i quali
il deputato repubblicano Bob Dornan e l'ex candidato al senato Oliver
North. (Washington
Post) |