Secondo un recente sondaggio gli utenti della rete sarebbero restii a
comprare abiti via web. Il timore sarebbe quello di sbagliare la misura,
non potendo provare la merce, o il rischio che la rete offra una visione
poco realistica rispetto alla tradizionale vetrina. Lo rivela l'agenzia Reuters
che ha condotto, a sua volta, una ricerca sulle reazioni delle
principali industrie di abbigliamento presenti sul web, da cui risulta
che le aziende non credono ai dati forniti dal sondaggio, ma al
contrario sono convinte che le vendite di vestiti siano un settore
trainante del commercio elettronico. "Sono convinto che la prossima
stagione premierà i negozi di abbigliamento su Internet - ha dichiarato
il presidente del Donger
Group di New York, una delle più importanti catene di negozi del
settore moda giovane degli Stati Uniti - perché credo che per le nuove
generazioni, cresciute con il computer, sia naturale usare la rete per
comprare vestiti. Secondo me anche le stoffe si venderebbero benissimo
tramite web".
Joe Gromick, presidente della Brooks Brothers, industria leader nel
settore dell'abbigliamento classico, ha osservato che il 25 per cento
delle vendite al dettaglio su Internet riguardano gli abiti e che ormai
i problemi di misura sono stati superati da sofisticati software in uso
negli shop virtuali. Da una ricerca della Nielsen/Net rating, inoltre,
risulta che nei primi cinque giorni di dicembre gli accessi ai negozi
virtuali di abbigliamento siano saliti di dieci punti in percentuale
rispetto al mese di novembre.
Tuttavia al primo posto nelle e-vendite rimangono computer, giochi e
programmi informatici. Senza contare la differenza tra chi si limita a
gironzolare per il web osservando la merce esposta e chi ha veramente
intenzione di fare acquisti. |