Manoscritti preziosi,
antichi papiri, spartiti musicali settecenteschi e cinquecentine, di
solito patrimonio di pochi eletti, da oggi sono a disposizione di
tutti, ovviamente a distanza, cioè on-line. Si chiama ''Mostra
virtuale dei materiali delle biblioteche'' il progetto realizzato
dall'Università di Bologna, la casa editrice Clueb e il Cineca, con
il patrocinio di Bologna 2000, che ha dato vita al sito Librit
dove sono stati inserite 4300 immagini ad altissima definizione e ''leggere''
(in formato.jpg) delle opere più rare conservate in 21 biblioteche
universitarie di Bologna. I ''pezzi'' che sono stati digitalizzati,
cioè fotografati con sensibilissime macchine a dorso digitale, sono
per il momento 180 (si va dall' ''Anatomia'' del Valverde del 1500 ai
manoscritti di arte medica orientale, ai pezzi di corteccia di palma
rilegati) ''ma il sito e' destinato a rimanere e ad ampliarsi'', ha
spiegato durante la conferenza stampa Luigi Guardigli che ha curato
per la Clueb la parte tecnica del progetto. L'esemplare più prezioso
e' il codice Ludolfo, manoscritto riccamente miniato del XV secolo,
custodito all'Archiginnasio che tutti ora potranno ammirare. Per
realizzare il museo virtuale sono stati spesi circa 50 milioni, una
cifra contenuta ''grazie anche al personale delle biblioteche che ha
offerto la propria collaborazione'', ha ricordato Guardigli. (Ansa) |