Le aziende hi-tech statunitensi sono alla ricerca di professionisti
di altri paesi che ricoprano posizioni chiave nelle loro strutture.
Nelle discipline tecnico-scientifiche, infatti, sono spesso gli
stranieri a primeggiare all'interno delle Università americane. La
polizia federale per l'immigrazione, però, tende a frenare il flusso
degli stranieri che lavorano negli Stati Uniti ed è per questo che
l'industria hi-tech sta chiedendo al Congresso di cambiare le regole. La
Hewlett Packard, per
esempio, l'anno scorso è stata criticata dai sindacati per aver
usufruito di un programma speciale con il quale era possibile che su
7.800 nuovi dipendenti 200 fossero stranieri. Già nel 1998 il Congresso
aveva aumentato il numero dei visti concessi agli stranieri, da 65mila a
115mila all'anno. Il provvedimento, però, non è riuscito a soddisfare
le esigenze delle aziende hi-tech che, secondo il Bureau of Labor
Statistics, sono aumentate da quattro milioni nel '90 a circa cinque
milioni nel '98. (Usa
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