Connectix,
l'azienda che ha sviluppato un programma a basso costo che consente agli
utenti di giocare al computer con i videogame Sony,
si è aggiudicata il primo punto nella causa intenta dalla società
giapponese. Un tribunale federale degli Stati Uniti ha respinto,
infatti, la richiesta di ingiunzione affermando che non c'è stata
violazione del copyright. Nella vicenda, che ha diviso l'industria
informatica, Nintendo e Sega si sono schierati a favore di Sony mentre
Connectix ha avuto il supporto delle software house e dei sindacati. Gli
utenti Playstation visualizzano i giochi sugli schermi televisivi.
Connectix ha realizzato un programma che permette di adattare i giochi
al computer. Per farlo ha analizzato il Bios delle console Sony, che è
protetto da copyright, ne ha estratto il codice e lo ha copiato e
provato sui propri computer, compiendo un processo di "ingegneria
in reverse". Il prodotto finale realizzato da Connectix, Virtual
Game Station, non contiene, però, il Bios Sony né alcun materiale
protetto da copyright. Il giudice William Canby ha stabilito che
Connectix aveva il diritto di utilizzare le informazioni acquisite e che
non ha operato una duplicazione ma ha creato un prodotto nuovo. "La
sentenza" - ha detto il legale di Connectix William Coats -
"è a favore dell'industria del software, a favore della
possibilità di scelta e a favore dei consumatori". Di diverso
avviso, ovviamente, l'avvocato che ha rappresentato gli interessi del
gigante giapponese: "questa decisione sembra eliminare la tutela
del copyright per il software integrato". Il processo riprenderà a
giugno. (Associated Press) |