Roma, 11 febbraio 2000

Sony vs Connectix: non c'è stata violazione di copyright

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Connectix, l'azienda che ha sviluppato un programma a basso costo che consente agli utenti di giocare al computer con i videogame Sony, si è aggiudicata il primo punto nella causa intenta dalla società giapponese. Un tribunale federale degli Stati Uniti ha respinto, infatti, la richiesta di ingiunzione affermando che non c'è stata violazione del copyright. Nella vicenda, che ha diviso l'industria informatica, Nintendo e Sega si sono schierati a favore di Sony mentre Connectix ha avuto il supporto delle software house e dei sindacati. Gli utenti Playstation visualizzano i giochi sugli schermi televisivi. Connectix ha realizzato un programma che permette di adattare i giochi al computer. Per farlo ha analizzato il Bios delle console Sony, che è protetto da copyright, ne ha estratto il codice e lo ha copiato e provato sui propri computer, compiendo un processo di "ingegneria in reverse". Il prodotto finale realizzato da Connectix, Virtual Game Station, non contiene, però, il Bios Sony né alcun materiale protetto da copyright. Il giudice William Canby ha stabilito che Connectix aveva il diritto di utilizzare le informazioni acquisite e che non ha operato una duplicazione ma ha creato un prodotto nuovo. "La sentenza" - ha detto il legale di Connectix William Coats - "è a favore dell'industria del software, a favore della possibilità di scelta e a favore dei consumatori". Di diverso avviso, ovviamente, l'avvocato che ha rappresentato gli interessi del gigante giapponese: "questa decisione sembra eliminare la tutela del copyright per il software integrato". Il processo riprenderà a giugno. (Associated Press)

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