Roma, 10 febbraio 2000

Cina scandalo sui nomi dei domini

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Fino a poco tempo, i domini potevano essere registrati soltanto in codice Ascii, quindi gli indirizzi dei siti Internet erano scritti in lingue europee, prive degli accenti, o in lingue di origine latina. La situazione è cambiata lo scorso novembre, quando i-DNS.net International ha lanciato un nuovo servizio per permettere alle aziende di registare domini anche in cinese, giapponese, tailandese e russo. In realtà i-Dns avrebbe soltanto tradotto ogni volta l'indirizzo digitato in lingua asiatica in codice Ascii. Ma in Cina gli entusiasmi delle imprese per la possibilità di scegliere un nome in lingua madre, si sono scontrati con i problemi e la confusione creati dall'assenza di leggi di protezione del diritto a un certo dominio. Società come la 3rd Generation Network Information Centre (3gnic) di Hong Kong, che ha stipulato un accordo con i-Dns per offrire il servizio di registrazione indirizzi, hanno addirittura rivendicato un non ben precisato diritto di riservare dei nomi a tutte le compagnie quotate sulla borsa cinese. "Il diritto di registrare un determinato indirizzo è soltanto a discrezione dei sottoscrittori", ha chiarito Michael Ng, presidente di i-DNS.net.
Numerose le denuncie per "appropriazione indebita" di nomi già sottoscritti, da parte di compagnie che in molti casi hanno preferito affidarsi a degli speculatori o si sono accontentate di nomi poco appetibili abbandonando la battaglia.
Insomma molto disordine e poca chiarezza. Per ora ai giudici cinesi non resta che far riferimento alle leggi e ai precedenti americani.
(Newsbytes)

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