Fino a poco tempo, i domini potevano essere registrati soltanto in
codice Ascii, quindi gli indirizzi dei siti Internet erano scritti in
lingue europee, prive degli accenti, o in lingue di origine latina. La
situazione è cambiata lo scorso novembre, quando i-DNS.net
International ha lanciato un nuovo servizio per permettere alle
aziende di registare domini anche in cinese, giapponese, tailandese e
russo. In realtà i-Dns avrebbe soltanto tradotto ogni volta l'indirizzo
digitato in lingua asiatica in codice Ascii. Ma in Cina gli entusiasmi
delle imprese per la possibilità di scegliere un nome in lingua madre,
si sono scontrati con i problemi e la confusione creati dall'assenza di
leggi di protezione del diritto a un certo dominio. Società come la 3rd
Generation Network Information Centre (3gnic) di Hong Kong, che ha
stipulato un accordo con i-Dns per offrire il servizio di registrazione
indirizzi, hanno addirittura rivendicato un non ben precisato diritto di
riservare dei nomi a tutte le compagnie quotate sulla borsa cinese.
"Il diritto di registrare un determinato indirizzo è soltanto a
discrezione dei sottoscrittori", ha chiarito Michael Ng, presidente
di i-DNS.net.
Numerose le denuncie per "appropriazione indebita" di nomi
già sottoscritti, da parte di compagnie che in molti casi hanno
preferito affidarsi a degli speculatori o si sono accontentate di nomi
poco appetibili abbandonando la battaglia.
Insomma molto disordine e poca chiarezza. Per ora ai giudici cinesi
non resta che far riferimento alle leggi e ai precedenti americani.
(Newsbytes) |