Immediata la reazione delle associazioni dei consumatori al decreto
dell'Autorithy
per le comunicazioni sulla riduzione dei costi delle chiamate da
fisso a mobile.
"È vero che complessivamente le tariffe fisso-mobile si riducono
del 29 per cento - ha affermato Elio Lannutti, presidente di Adusbef,
l'Associazione di difesa degli utenti dei servizi bancari, finanziari,
postali e assicurativi,- ma per chi chiama i "family" arriva
una stangata che va dal 50 per cento al 100 per cento, perché le 204
lire al minuto che si pagano oggi, dal prossimo anno, in alcuni casi,
raddoppieranno".
Mentre finora chiamare un "family" in ore non di punta costava
204 lire al minuto, con l'abolizione della distinzione tra
"family" e "business" e con l'introduzione delle
fasce orarie, "non ci saranno più tariffe inferiori alle 310 lire
al minuto e quindi - ha proseguito Lannutti - ci sarà un aggravio come
minimo del 50 per cento". Sotto accusa anche le mancate promesse
dell'Autorità, come l'introduzione del messaggio vocale, che avrebbe
dovuto informare il consumatore del costo della telefonata.
"Probabilmente, su pressione di Telecom
Italia - ha commentato il presidente dell'Adusbef - non hanno più
preso questo provvedimento.
Certamente non ci sono ragioni tecniche". E mentre si ritiene
soddisfatta per la liberalizzazione della telefonia che l'Autorità sta
portando avanti, l'Adusbef avverte i consumatori: "non è vero che
non si pagherà più il canone a Telecom Italia, ma lo si continuerà a
pagare sotto altre forme agli altri operatori".
(Agi)
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