Roma, 09 febbraio 2000

Sempre più stranieri nella Silicon Valley

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Col boom dell'economia hi-tech, sono sempre di più le industrie informatiche della Silicon Valley che assumono cittadini stranieri, in particolare nel settore della programmazione. Le aziende reclutano il personale nelle università più prestigiose e sono ormai quasi per metà stranieri gli studenti dei corsi post laurea dei migliori college. La lobby delle imprese tecnologiche vorrebbe addirittura che il Congresso rivedesse, in senso più ampio, l'attuale legislazione sull'immigrazione. Per il momento, col sostegno di entrambi i partiti, il programma federale per i visti temporanei a stranieri qualificati, è stato ampliato. "Non ha alcun senso che, dopo aver permesso a studenti stranieri di accedere alle università americane, costringiamo alcune delle menti più brillanti del mondo a lasciare gli Stati Uniti e a sistemarsi in altri paesi per competere contro di noi" - ha detto il deputato repubblicano della California Zoe Lofgren. "Senza stranieri non possiamo aggiungere risorse nuove sufficienti" - ha confermato Mary Dee Beall, manager di Hewlett-Packard. Nonostante le critiche dei sindacati, 200 dei 7800 lavoratori assunti lo scorso anno dalla società di Palo Alto non sono cittadini americani. Secondo i dati forniti dal Bureau of Labor Statistics, gli addetti del settore hi-tech provenienti dall'estero, che nel 1990 erano circa quattro milioni e nel '98 quasi cinque, raddoppieranno nei prossimi sei anni. (Associated Press)

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