È arrivata ieri
in tarda serata la sentenza finale del caso Microsoft.
Il verdetto emesso dal giudice Thomas Penfield Jackson ha
sancito lo smembramento dell'azienda in due società. Durissimo
Bill Gates che ha annunciato il ricorso in appello: "questa
sentenza - ha detto - contrasta con le passate decisioni della
Corte d'Appello e con la realtà del mercato". Respinte le
contro-proposte dell'azienda di Redmond, il giudice ha concesso
quattro mesi di tempo per offrire un piano di auto-divisione.
Nel frattempo la gestione delle operazioni aziendali sarà
sottoposta a immediate e restrittive regole per mettere fine a
''una campagna predatoria di monopolizzazione condotta per anni''.
L'azienda sarà divisa verticalmente: un ramo si dovrà occupare
delle attività e delle tecnologie di cui e' proprietaria (il
sistema operativo Windows), mentre l'altro dovrà occuparsi
delle applicazioni legate a Windows (Office, Word Processing).
Microsoft dovrà mettere a disposizione dei produttori di
computer il codice sorgente del sistema operativo Windows e
sarà obbligata a sottoporre alle autorità competenti, nei
prossimi tre anni, tutte le innovazioni tecnologiche prima di
lanciarle sul mercato. "Si tratta chiaramente del più
massiccio tentativo da parte del governo di controllare
l'industria tecnologica" ha protestato Gates "un'ingiustificata
intrusione nel mercato del software, che traina la crescita
economica del paese". L'azienda rimarrà compatta in attesa
del processo d'appello, che potrebbe durare mesi o addirittura
un anno. La notizia del ricorso ha in parte vinto il favore
degli investitori: nel dopo mercato il titolo dell'azienda di
Bill Gates e' immediatamente schizzato in rialzo e nei minuti
successivi all'annuncio della sentenza il guadagno e' stato
dell'1,06%. Un'ora dopo le azioni sono salite del 2,04 per cento. (Ansa) |