Roma, 03 aprile 2000
ore 09:15

Il caso Microsoft torna al giudice

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Dopo il fallimento dei tentativi di accordo dei giorni scorsi, il caso Microsoft torna al giudice. E entro pochi giorni Thomas Penfield Jackson, il presidente del Tribunale che ha spinto moltissimo per un accordo tra le parti, potrebbe emettere la sentenza. Il numero uno dell'azienda e principale azionista, Bill Gates, ha espresso la sua delusione per il fallimento della trattativa e ha lamentato che "non era possibile arrivare a un accordo per i contrasti interni tra stati e dipartimento di Giustizia". Secondo Gates, l'azienda di Seattle era pronta ad importanti concessioni per tutelare gli interessi dei consumatori e dell'intero settore ma l'accusa avrebbe "chiesto troppo", rilanciando la proposta inaccettabile di smembrare la Microsoft. Il procuratore generale del Connecticut, Richard Blumenthal, ha respinto le accuse di Gates, e ha replicato che "le divergenze tra stati e dipartimento di giustizia erano minime se confrontate con quelle tra noi e Microsoft". A dispetto delle previsioni, favorevoli alle richieste dell'accusa, Gates, inoltre, si è detto fiducioso sul verdetto finale: "la sentenza sarà positiva, anche se l'azienda avrebbe preferito risolvere il caso attraverso un accordo". (AP)

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