Dopo il
fallimento dei tentativi di accordo dei giorni scorsi, il caso Microsoft
torna al giudice. E entro pochi giorni Thomas Penfield Jackson,
il presidente del Tribunale che ha spinto moltissimo per un
accordo tra le parti, potrebbe emettere la sentenza. Il numero
uno dell'azienda e principale azionista, Bill Gates, ha espresso
la sua delusione per il fallimento della trattativa e ha
lamentato che "non era possibile arrivare a un accordo per
i contrasti interni tra stati e dipartimento
di Giustizia". Secondo Gates, l'azienda di Seattle era
pronta ad importanti concessioni per tutelare gli interessi dei
consumatori e dell'intero settore ma l'accusa avrebbe
"chiesto troppo", rilanciando la proposta
inaccettabile di smembrare la Microsoft. Il procuratore generale
del Connecticut, Richard Blumenthal, ha respinto le accuse di
Gates, e ha replicato che "le divergenze tra stati e
dipartimento di giustizia erano minime se confrontate con quelle
tra noi e Microsoft". A dispetto delle previsioni,
favorevoli alle richieste dell'accusa, Gates, inoltre, si è
detto fiducioso sul verdetto finale: "la sentenza sarà
positiva, anche se l'azienda avrebbe preferito risolvere il caso
attraverso un accordo". (AP) |