Roma, 14 novembre 2000 ore 17:00 |
stampa chiudi |
Il Consiglio d'Europa rivede il Trattato sul cybercrimine |
|
La pressione internazionale delle numerose associazioni che si battono per i diritti digitali ha ottenuto come risultato che le misure più drastiche del primo Trattato Internazionale sul crimine informatico vengano riviste. Il Consiglio d'Europa sta infatti rielaborando questo Trattato pensato per armonizzare le diverse leggi nazionali nella direzione di una maggiore collaborazione contro il crimine digitale. Tra i punti contestati: la crescita dei poteri delle polizie nazionali, la richiesta ai provider di tenere un database globale dei dati dei propri utenti associandoli ai loro movimenti online, il divieto tout-court di qualsiasi tecnologia e atto di cracking, che in alcuni casi rientrerebbero nella legalità di rapporti commerciali e di ambienti di studio. La bozza del nuovo testo indica più chiaramente che il cracking dei sistemi informatici per scopi di ricerca rimane legale, che ai provider non viene chiesto di archiviare tutti i dati, ma solo quelli relativi ai sospettati segnalati dalla polizia, che non viene aumentato a dismisura il potere delle polizie nazionali e che rimangono in vigore tutte le misure a garanzia di chi è coinvolto in un' inchiesta di polizia. (Wam) |