Roma, 13 novembre 2000 ore 12:53 |
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Tv digitale: nel 2004 mercato da 60mila mld |
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La tv digitale è al
centro del più ampio processo di convergenza che vede il mercato tv non
più come uno spazio autonomo ma parte di un unico universo,
multipiattaforma e multi-device. In questa chiave, secondo una ricerca
Forrester Research, la tv interattiva - via satellite, terrestre o cavo -
sarà in grado di generare nel 2004 a livello mondiale entrate per 29
miliardi di dollari, pari a 60 mila miliardi di lire. Diventerà insomma
uno dei canali più importanti per la diffusione di Internet e del
commercio elettronico che prenderà probabilmente il nome di T-commerce. Insomma, come mette in luce uno studio Federcomin, ci saranno molti modi in futuro di fare acquisti a distanza. Si parlerà di p-commerce, quando si usa il pc; di t-commerce, quando si usa la tv; e di m-commerce quando si usa il telefono cellulare, ovviamente Umts. Il tutto con un effetto dirompente sullo stesso universo Internet. E la tv digitale, soprattutto quella terrestre che in Italia dovrebbe arrivare nel 2006 - la radio invece nel 2008 - sarà grande protagonista di questa rivoluzione. In ogni caso secondo Datamonitor in Europa entro 5 anni, nel 2004, quasi 40 milioni di famiglie dovrebbero ricevere servizi digitali con una penetrazione del 27% sul totale delle abitazioni tv. Di queste il 14% dovrebbero essere abitazioni satellitari, il 9% via cavo e il 4% terrestri. Una stima questa che Italmedia consulting ritiene eccessivamente conservativa e indica intorno ai 48 milioni le abitazioni digitali in Europa. L'Italia, con una quota oscillante tra il 12% e il 13% dell'intero mercato dovrebbe raggiungere 6 milioni di abitazioni digitali, con una penetrazione del 29% sul totale delle abitazioni tv. In termini di fatturato questo significa che esiste un potenziale mercato a livello europeo di 19 miliardi di Euro (2,4 per l'Italia). La legge di riforma dell'emittenza, il ddl 1138, ha poi stabilito in questi giorni una novità importante definendo in modo molto preciso, entro il 31 dicembre del 2002, il periodo di sperimentazione per questa nuova tv. Alla fase sperimentale, secondo la nuova normativa, possono partecipare tutti i soggetti titolari di concessione, autorizzazione e licenza televisiva. Sempre nella fase sperimentale è previsto un limite antitrust a due terzi di ogni blocco di canali (ogni frequenza in digitale può contenere fino ad otto programmi). Il limite, sia a livello nazionale che regionale, pero' vale per le emittenti che hanno più di una rete mentre quelle che possiedono soltanto una rete non hanno nessun limite. Nella fase a regime invece sarà l'Autorità di garanzia per le comunicazioni a definire le norme anticoncentrazione. (Ansa) |