I siti della guerra
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LA PACE IN RETE
Roma 04 giu 1999 - La notizia dellaccettazione da parte del governo serbo del piano di pace stabilito dal G8 è rimbalzata da Belgrado intorno alle ore quindici di ieri. Immediata la reazione delle principali agenzie di stampa nazionali e internazionali che hanno fornito notizie in tempo reale dal nuovo fronte della pace. Tra i siti italiani va segnalata lagenzia Ansa (www.ansa.it) che oggi presenta un ampio reportage sullatteso sviluppo diplomatico alla crisi balcanica. Nelle pagine del sito sono a disposizione dei navigatori anche il contenuto del piano di pace accettato da Milosevic. Unottima copertura giornalistica degli eventi che hanno portato alla inattesa risoluzione politica da parte del governo di Belgrado la fornisce anche Repubblica on line (www.repubblica.it). In questo sito troviamo approfondimenti e immagini provenienti dalle principali agenzie fotografiche mondiali. DallItalia allestero. Tra i colossi dellinformazione telematica va segnalata sicuramente la Bbc (http://news.bbc.co.uk), che in queste ore fornisce informazioni e commenti sullapertura di Milosevic al piano di pace redatto dai ministri degli otto Paesi più industrializzati del mondo. Dal sito è possibile anche consultare un dettagliato timeline e alcuni articoli giornalistici che ricostruiscono gli eventi che dal 24 marzo scorso a oggi hanno segnato la crisi balcanica. Tra i siti americani scegliamo quello della Cnn (www.cnn.com). La Tv statunitense totalmente dedicata allinformazione da settandadue giorni sta offrendo una copertura pressoché totale della guerra in Kosovo. In queste ultime ore il sito fornisce dettagli interessanti e inediti sulloffensiva diplomatica maturata in queste ultime settimane grazie allazione politica del mediatore russo Cernomyrdin e al Presidente finlandese Ahtissari. Dal sito della Tv americana di Ted Turner è inoltre possibile passare ad altri siti grazie a una vasta catena di link.
SOLIDARIETA' DEI CONFINI
Roma 03 giu 1999 -Su Internet si rafforza la catena della solidarietà. "Care international" è una delle più importanti confederazioni di agenzie di volontariato. E per l'emergenza Kosovo "Care international"( www.care.org) è già attiva da diversi mesi. Dalla home page dell'associazione è possibile consultare il sommario degli argomenti trattati. Cliccando sull'icona "kosovo report" si è introdotti a un consistente resoconto dell'attività dell'organizzazione nei Paesi che confinano con la regione contesa tra albanesi e serbi. I rapporti dei volontari di Care sono suddivisi per gruppi. A ogni nazione corrisponde, infatti, un rapporto sull'attività dei volontari nei campi profughi. Nei bollettini, aggiornati quotidianamente, viene indicato il numero dei profughi presenti in ogni campo, gli interventi delle associazioni governative, gli spostamenti dei rifugiati. In questo sito sono presenti anche dei contributi in "real video", ovvero con immagini e suoni. Tra essi è possibile visionare lo spot di Care realizzato per la raccolta di fondi a favore delle popolazioni fuggite dal Kosovo in fiamme. Sulla colonna di sinistra de llo speciale sulla guerra dalla casella "experts" si trovano informazioni sui responsabili dell'associazione. I testi, va sottolineato, sono corredati dai numeri telefonici dei dirigenti di Care international. Si può telefonare a queste utenze, viene spiegato, per concordare un'intervista o acquisire notizie sull'attività di Care international. Infine, le donazioni. Cliccando su "donate now", si attiva la pagina che contiene le coordinate bancarie della tesoreria dell'organizzazione. E' possibile, inoltre, inviare contributi anche attraverso Internet. Una forma indiretta di sostegno all'attività di Care, può essere quella di adottare il banner dell'associazione, ovvero la bandiera pubblicitaria, inserendola, gratuitamente nel proprio sito.
UNA FRONTIERA PERICOLOSA
Roma 02 giu 1999 -La Macedonia rappresenta una vera e propria spina nel fianco per la Serbia di Milosevic. La Repubblica macedone, un tempo federata alla Yugoslavia, è da qualche anno una nazione indipendente. Questo stato, nell'immediato futuro, dovrebbe diventare a tutti gli effetti un nuovo membro della Nato. Una sentinella scomoda, quindi, per il governo Serbo, che si troverà praticamente circondato da stati dell'alleanza atlantica. Ungheria e Romania, infatti, sono ormai da qualche mese entrate nel patto atlantico. Al'indirizzo www.morm.gov.mk troviamo la home page del Ministero della Difesa della Repubblica di Macedonia. Le pagine elettroniche possono essere consultate sia nella versione macedone che in quella inglese. Dalla colonna di sinistra della prima pagina, cliccando sulla scritta Nato, si passa alla sezione dedicata alla nuova partenrship con l'alleanza atlantica impegnata nell'attacco alla Repubblica di Yugoslavia. Nel sito sono disponibili anche le fotografie della conferenza di presentazione dell'accordo tra Nato e Macedonia e alcune immagini scattate durante le prime operazioni congiunte tra forze militari Nato ed esercito macedone. Cliccando sulla scritta "organisation", poi, è possibile visionare l'organigramma della struttura militare della Macedonia. Disponibile in Rete anche la biografia del comandante supremo delle forze armate di questa repubblica balcanica. Infine la pagina dei link. Molto dettagliata la rubrica di indirizzi internet di interesse militare. Tra le numerose connessioni che troviamo sul sito anche gli indirizzi elettronici dell'accademia aereonautica militare italiana, della marina e dei carabinieri.
URANIO ASSASINO
Roma 01 giu 1999 -Il metallo del disonore. Così è stato
definito l'uranio impoverito, minerale radioattivo impiegato dall'industria militare per
confezionare proiettili e bombe. E nel corso dell'attacco aereo alla Yugoslavia sarebbero
stati dispersi sul suolo balcanico già ingenti quantità di uranio impoverito. La
denuncia viene rilanciata sul sito www.iacenter.org/bosnia/balkans.htm, dove troviamo alcuni articoli sulla
pericolosità di questo materiale. L'uranio impoverito, infatti, sarebbe responsabile
della cosiddetta sindrome del Golfo, malattia sconosciuta fino alla metà degli anni
novanta e che ha ucciso decine di reduci americani della guerra nel Golfo Persico e molti
civili iracheni esposti ai bombardamenti americani. Nel sito troviamo anche un appello,
rivolto direttamente ai soldati americani schierati nei Balcani, affinché si rifiutino di
combattere. Nel testo viene spiegato che la Yugoslavia è un Paese sovrano e che i
partigiani di quella nazione contribuirono in maniera determinante alla sconfitta del
Nazismo durante la seconda guerra mondiale. Dalla stessa parte, cliccando sulla scritta
"action alert", si accede a una serie di pagine strutturate come un grande
tatzebao elettronico dove sono elencate le azioni di protesta organizzate dai pacifisti
americani. Tra le iniziative più importanti, una grande marcia sul Pentagono che si
terrà sabato prossimo a Washington. A sinistra della colonna centrale è posizionata
l'icona di un aereo da combattimento: attivando la casella troviamo la presentazione di
un'iniziativa mondiale legate proprio a Internet. Una sorta di forum internazionale estivo
che raccoglierà informazioni su tutte le iniziative pacifiste che si terranno da qui alla
fine della prossima estate.
I COMBATTENTI DELLUCK
Roma 31 mag 1999 -Combattenti per la libertà o terroristi? L'Uck, esercito albanese del Kosovo, viene esaltato o condannato dalle fonti di informazioni che si possono incontrare su Internet. E quando ci si trova su un sito serbo, o meglio proprio del governo serbo, l'analogia tra Uck e terrorismo è ricorrente. All'indirizzo, www.gov.yu/terrorism/, infatti, possiamo visionare alcune pagine elettroniche realizzate dagli esperti del Ministero dell'Informazione di Belgrado proprio per diffondere in Rete documenti che testimonierebbero i crimini dell'Uck. Il sito, in alto a sinistra, presenta un avvertimento: le pubblicazioni contengono immagini scioccanti. Le fotografie, infatti, sono decisamente cruente. Tra le varie opzioni che troviamo al centro della home page scegliamo "Albanian terrorism in Kosovo e Methoia 1990-1997". Qui è possibile consultare alcuni grafici che riportano il crescendo degli attacchi da parte dell'Uck contro le forze di sicurezza federali in Kosovo. I grafici sono accompagnati da eloquenti immagini. In un'altra scheda, invece, l'indagine viene ristretta all'anno 1998, ovvero ai dodici mesi in cui gli attacchi dell'Uck si sono trasformati in una veloce escalation verso la guerra. I numeri parlano chiaro. Dagli archivi della milizia serba risultano essere stati condotti ben 1126 attacchi contro poliziotti e civili. In un file, inoltre, viene presentato un rapporto sui campi di addestramento dell'Uck. Tra le nazioni accusate di addestrare gli irredentisti kosovari c'è non solo la vicina Albania, ma anche il Libano, l'Afghanistan e il Sudan. A finanziare il commercio di armi, sempre secondo i serbi, ci penserebbero, invece, alcuni facoltosi sauditi. Gli stessi che, in pratica, vengono accusati di aver foraggiato anche le squadre mercenarie attive in Kosovo e che sarebbero guidate da ex ufficiali croati e da consulenti militari sia europei che mediorientali.