DIPLOMAZIA AL LAVORO


ROMA, 30 APR 1999 - L'International Crisis Group è un'associazione privata nata per studiare le crisi politiche e militari nel mondo. Il sito, posizionato sulla rete Internet all'indirizzo www.intl-crisis-group.org, propone, in questi giorni, informazioni, rapporti e commenti sulla crisi nel sud dei balcani. Tra le latest news, ovvero le ultime notizie, troviamo una serie di collegamenti ad argomenti specifici di estrema attualità, come il pericolo di coinvolgimento nel conflitto del Montenegro, lo scontro militare tra Nato e Serbi, il problema profughi in Albania e negli altri stati confinanti con il Kosovo. Cliccando sulla scritta Montenegro Briefing, si può leggere un'attenta analisi strategica e politica di quanto sta accadendo nella repubblica governata da Milo Djukanovic. Nell'articolo vengono tratteggiati i possibili scenari conseguenti alla guerra e presentate le conclusioni degli analisti dell'International Crisis Center. Attivando la scritta report index si passa alla pagina che contiene la rassegna stampa dei migliori articoli, pubblicati da quotidiani e settimanali internazionali, sui problemi geopolitici causati da questa guerra. Per questo motivo il sito dell'International Crisis Center si presenta come uno dei più aggioranti sull'evoluzione delle missioni diplomatiche in atto per pervenire ad una soluzione negoziata del conflitto. Per ottenere ulteriori informazioni, o le pubblicazioni dell'istituto si può inviare un messaggio di posta elettronica ai responsabili dell'organizzazione. Nel sito della icg si possono consultare anche relazioni e reportage su altre aree di crisi, come la Bosnia, l'Algeria e l'Africa centrale.

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UN ARCHIVIO ELETTRONICO PER I PROFUGHI


ROMA, 29 APR 1999 - Internet facilita il ricongiungimento delle famiglie dei profughi di guerra. Da qualche giorno, infatti, è attivo su Internet un servizio di archivio elettronico a disposizione di quanti vogliano rintracciare un parente o un amico scappato dal Kosovo. Al servizio si accede dal sito www.peacelink.it., indirizzo dove troviamo il coordinamento dei pacifisti italiani. Sulla colonna di sinistra, cliccando sulla scritta “un database per cercare i profughi”, si attiva il servizio. La schermata, che si può consultare in albanese o in inglese, invita il visitatore a inserire il nome della persona da rintracciare. Proviamo a digitare il nome Adelina Berisha. Poi, la città di provenienza. Cliccando sul tasto ricerca, il database fornisce l’esito della consultazione. In questo caso i soggetti reperiti sono tre. L’archivio indica la località dove attualmente risiedono. Il database ha in memoria, per ora, poco più di sessantamila nominativi. Una piccola percentuale rispetto all’ampio numero di rifugiati kosovari in Macedonia, Montenegro e Albania. Tornando alla pagina principale, sulla destra, è riportato l’elenco delle manifestazioni e delle iniziative organizzate dalle associazioni pacifiste. Anche il sito peacelink, come la maggior parte di quelli serbi, riporta il logo del bersaglio, divenuto simbolo della protesta contro i bombardamenti. Il sito pacifista, inoltre, permette al visitatore di leggere il diario di guerra inviato tutti i giorni da persone di città jugoslave, come Pancevo e Belgrado.

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PAROLA AGLI SCIENZIATI AMERICANI


ROMA, 28 APR 1999 - La federazione degli scienziati americani (www.fas.org) focalizza il proprio obiettivo sull’emergenza Kosovo. Nel sito troviamo una completa analisi del conflitto nei Balcani dal punto di vista politico e soprattutto militare. Dalla pagina principale, cliccando sull’icona Kosovo, si accede alle ulteriori sezioni dedicate alla guerra in Jugoslavia. La schermata Imagery intelligence contiene il resoconto delle conferenze stampa tenute dagli ufficiali alleati al comando di Bruxelles della Nato. Nel sito sono riportate anche le sintesi dei lavori parlamentari tenutisi negli Stati Uniti in questi giorni e che hanno avuto come oggetto la crisi in Kosovo. Nelle pagine Web di questo sito troviamo un’analitica descrizione degli schieramenti militari in campo. Il Fas, infatti, pubblica un aggiornato “ordine di battaglia della Nato”, con l’elenco di tutti i sistemi d’arma attualmente utilizzati nei Balcani. La federazione degli scienziati propone un’analisi dettagliata anche degli armamentari più moderni. Come nel caso del B-2, bombardiere invisibile della Nato, utilizzato per la prima volta in un conflitto bellico. In un grafico viene presentato anche un confronto con gli altri bombardieri americani in servizio in Yugoslavia. Il sito presenta, inoltre, un ampio servizio sugli elicotteri Ah-64, meglio conosciuti come Apache. Il velivolo, viene mostrato in fotografia e in tavole illustrative che forniscono al visitatore informazioni tecnologiche difficilmente reperibili in altri siti. Il Fas, inoltre, dispone di un ampio archivio nel quale sono contenute informazioni dettagliate sulle forze armate yugoslave. Sono disponibili anche aggiornati rapporti sulle forze paramilitari serbe, come le tigri di Arkan e le famigerate Aquile bianche.

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IL MONTENEGRO TRA DUE FUOCHI


ROMA, 27 APR 1999 - Il Montenegro da qualche giorno è stretto tra i bombardamenti americani e l'assedio dei serbi. Al sito www.mediaclub.cg.yu troviamo pagine Web che forniscono commenti, fotografie e notizie capaci di documentare con efficacia il conflitto in Kosovo. La copertina elettronica del sito offre al visitatore la possibilità di consultare le pagine di mediaclub in inglese e in jugoslavo. Cliccando su una delle due caselle si attiva una sinistra colonna sonora: è l'allarme antiaereo che in questi giorni riecheggia in molte città della Jugoslavia. La schermata iniziale è accompagnata dallo slogan stop the bombs che spiega in maniera efficace il punto di vista degli autori del sito. Tra i servizi richiamati in prima pagina anche il resoconto dell'ultima conferenza stampa tenuta dal presidente montenegrino Milo Djukanovic. Un'altra icona segnala la possibilità di consultare il testo della costituzione montenegrina. Anche mediaclub, come altri siti prodotti in Yugoslavia, offre un notiziario aggiornato in tempo reale su quanto sta accadendo nelle regioni coinvolte dal conflitto. Tra le notizie accompagnate da foto, ne troviamo una che riguarda il presidente della Jugoslavia Slobodan Milosevic. Il leader serbo viene accusato di nascondere un tesoro personale di milioni di franchi svizzeri. Al centro della home page gli autori del sito, giovani montenegrini, lanciano un appello per la pace. Nel sito è disponibile, inoltre, una ricostruzione storica degli eventi che hanno portato allo scontro etnico in Kosovo. Sulla colonna destra della home page, infine, cliccando sulla scritta gallery il visitatore viene invitato a consultare una galleria di foto scattate in Kosovo, Montenegro e Serbia durante questo primo mese di guerra.

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AMNESTY INTERNATIONAL NEL KOSOVO


ROMA, 26 APR 1999 - Amnesty international (www.amnesty.org) è un'organizzazione non governativa che si occupa di violazione dei diritti dell'uomo. E nel corso degli ultimi anni il Kosovo è diventata una delle regioni del mondo dove più frequentemente sono state segnalate violazioni, torture ed esecuzioni stragiudiziali. Tra le notizie principali riportate nella home page viene segnalata la crisi in Kosovo. Cliccando sulla scritta si viene introdotti ad una sottopagina appositamente realizzata per l'emergenza Kosovo. Il titolo della pagina è chiaro: "la strada per il Kosovo potrebbe terminare qui": In una corte internazionale di giustizia, come suggerisce una foto. Cinque i richiami riportati nella pagina. Cliccando su picture stories si possono visionare foto e testimonianze raccolte dai volontari di Amnesty in Kosovo. Drammatiche le immagini dei prigionieri kosovari sfregiati dai serbi. Alcune immagini testimoniano le stragi avvenute in alcuni piccoli villaggi già nel mese di marzo. Dettagliato il resoconto che accompagna le fotografie scattate nella provincia jugoslava. Tornando alla pagina principale dedicata al Kosovo troviamo la scritta latest. Qui si possono leggere gli ultimi aggiornamenti sul lavoro svolto dagli osservatori di Amnesty nei campi profughi dei kosovari. Infine Amnesty propone una sottoscrizione per finanziare l'attività di investigazione in Kosovo. Acquistando alcune cartoline postali, infatti, si possono donare fondi all'associazione.

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