VIGNETTE DAL FRONTE


ROMA, 16 APR 1999 - La cruda ironia dei serbi. La scopre il navigatore che visita il sito posizionato sulla rete all'indirizzo Internet www.pancevo.co.yu. La prima pagina, titolata in serbo e in inglese, offre chiaramente il punto di vista, sulla guerra in ex Jugoslavia, di chi ha realizzato il sito. "Aggressione Nato contro la Jugoslavia"; questa la scritta che da' il benvenuto al visitatore del sito di Pancevo, che, ricordiamo e' una piccola cittadina alle porte di Belgrado. La pagina iniziale riporta foto, notizie e commenti sulla guerra in Kosovo e nel resto della federazione jugoslava. Molte le critiche al governo americano e agli alleati di Clinton in questa operazione bellica. Sulla colonna di sinistra, un macabro scheletro in divisa da soldato americano fa da richiamo per la sottopagina dedicata a graffiti e vignette sulla guerra. Cliccando sulla scritta, in serbo, "Grafiti i poruke", si apre la pagina che contiene vignette, disegni e slogan contro l'attacco Nato alla Serbia. Un disegnatore descrive cosi' il governo americano: un cow boy, in piedi su sacchi pieni di soldi che, insulta, in maniera decisamente volgare, il resto del mondo. Inevitabile, sullo sfondo, la presenza della bandiera a stelle e strisce e un carrarmato. Nella stessa pagina viene riportata la foto di alcuni afroamericani che issano un cartello con su scritto: "Kosovo is Serbia". Infine gli slogan e le battute. Molte contengono riferimenti a Monika Lewinsky, altre propongono paragoni tra Hitler e Clinton. Sarcastica una battuta riprodotta anche in inglese: "F117A, ultima fermata: Jugoslavia". Il riferimento, chiaro, e' all'abbattimento del velivolo statunitense che la tecnologia militare americana aveva definito "invisibile" alla contraerea nemica.

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LA VITA SOTTO LE BOMBE


ROMA, 15 APR 1999 - "Aprite i vostri occhi. Questa non è la Cnn. Questa è la realtà". Tre schermate successive danno, così, il benvenuto al visitatore del sito www.net4s.com, indirizzo internet che presenta notizie, commenti e imagini sulla guerra nei Balcani. Il sito, realizzato direttamente in Jugoslavia, presenta sulla prima pagina una serie di notizie che giungono direttamente dale città sotto bombardamento della Nato. Drammatiche le immagini, e le notizie, riportate sotto la testata del sito. Nella colonna centrale viene riportato un aggiornato bollettino sulle vittime degli attacchi condotti dalle forze aree alleate. Scorrendo verso il basso il testo principale della pagina si incontra la casella "Missing". Nella didascalia sulla detsra viene lanciato un appello a tutti i visitatori affinché vengano fornite notizie sui parenti, residenti in Canada, di una bambina rimasta orfana a causa dei bombardamenti su Aleksinac. Sulla colonna di sinistra della prima schermata una serie di richiami ci introduce alle pagine interne del sito. Cliccando sulla scritta "Under Nato airplanes", si apre la pagina che contiene le testimonianze dirette di quanti, ogni giorno, in Jugoslavia, vivono sotto l'incubo delle bombe. Tornando alla pagina centrale, sempre sulla colonna di sinistra, cliccando sulla scritta "is something wrong with that picture?" si accede a una pagina contenente un articolo pubblicato negli Stati uniti. Nel brano riportato dal sito vienelanciato l'allarme sulla dispersione di polveri d'uranio, contenute in bombe e proiettili, sul suolo di Serbia e Kosòvo. Nell'articolo viene ricordata la tossicità per la salute umana di questo elemento, e riportato un dato inquietante: durante la guerra del Golfo sull'Iraq caddero quasi 315 tonnellate di polveri di uranio. Sulla schermata principale, inoltre, è possibile cliccare sulla scritta "Gallery of the military targets". La serie fotografica presentata nella sottopagina è impressionante. In alcune foto vengono ritratti corpi squassati dalle esplosioni, in altre vediamo obiettivi civili, come ponti ed edifici, distrutti dai missili lanciati dalle forze Nato.

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UN PELOUCHE PER DIMENTICARE LA GUERRA


ROMA, 14 APR 1999 - Coccole per i bambini del Kosovo. E' l'iniziativa di un sito americano che troviamo all'indirizzo, www.kosovokids.org, che propone una raccolta di giocattoli, precisamente di animali di pelouche, per i piccoli in fuga dal Kosovo in guerra. Il sito ha debuttato sulla Rete il 4 aprile scorso, nel giorno di Pasqua, su idea di una giovane madre di di Napoli, piccola cittadina dello stato americano della Florida. In un'accorata lettera, che troviamo cliccando sul richiamo in prima pagina "corporate help", Surfmom (questo il nome che usa in Rete la madre di Napoli che ha ispirato l'iniziativa) spiega le ragioni che l'hanno spinta a promuovere questa iniziativa a favore dei bambini del Kosovo. La donna propone di donare ai piccoli profughi un pelouche per aiutarli, in un momento così difficile, a non perdere il contatto con la tenerezza del mondo dei giochi. Il sito è ben curato nella sua veste grafica. Gli ideatori delle pagine Web hanno inserito nella schermata iniziale una foto di orsacchiotti accanto al titolo, scritto, tra l'altro, con grafica infantile. I colori dominanti nella pagina sono in linea con lo spirito del messaggio. Prevalgono, quindi, le tinte pastello e un linguaggio immediato. Sulla sinistra della pagina, nella colonna che elenca le attività collegate all'iniziativa "Cuddlies for Kosovo kids", viene segnalata anche la galleria delle foto. Cliccando su questa scritta si passa alla pagina che contiene le fotografie scattate ai primi doni inviati dai bambini americani per i propri coetanei kosovari. Ogni immagine dei pupazzi, imballati e pronti per partire per le zone dove sono ospitati i profughi della guerra balcanica, è corredata da una didascalia. Quella centrale, che accompagna la foto del primo pelouche giunto al centro raccolta di Napoli, recita: "Sono il signor Bue e guido la mandria in arrivo dell'Oklahoma". Una sorta di auspicio affinché il gesto del bambino che ha inviato il giocattolo non resti isolato.

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SCIACALLI SU INTERNET. SITI PORNO CON RICHIAMI ALLA GUERRA.


ROMA, 13 APR 1999 - Nemmeno la guerra del Kosòvo ferma gli sciacalli in azione sulla rete Internet. In queste ore tra i siti dedicati al Kosòvo stanno comparendo alcuni indirizzi che in realtà propongono immagini e video pornografici. Immancabile, a fine pagine, la richiesta di sottoscrivere un abbonamento attraverso il pagamento con carta di credito. Media.Mente, trasmissione di rai Educational che si occupa di comunicazione, in questi giorni sta monitorando la rete in cerca di siti che trattano gli eventi bellici nei Balcani. Tra le navigazioni effettuate dai redattori di Media.Mente sono stati rilevati almeno quattro siti che, sotto falsi riferimenti al Kosòvo, contengono materiale pornografico. In un sito che fa riferimento a un improbabile "showpalace" del Kosòvo sono messe in mostra immagini tratte da servizi fotografici in cui compaiono ritratte alcune attrici porno. E a rendere ancora più squallido un video che mostra una giovane donna con i capelli tagliati "a zero" come si fa con i prigionieri nei campi di concentramento. In altri casi, invece, i siti ricercati attraverso comuni motori di ricerca hanno titolazioni simili a quelli che realmente si occupano della crisi nel Kosòvo, ma in realtà propongono didascalie chiaramente pornografiche.

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UNA WEB CAM SU BELGRADO


ROMA, 12 APR 1999 - Una telecamera testimonia 24 ore su 24 ore la vita di Belgrado al tempo della guerra. Ogni giorno una web cam, videocamera direttamente collegata a Internet, piazzata al centro di un incrocio stradale della capitale Jugoslava rimanda in tutto il mondo le immagini di Belgrado sotto i bombardamenti. Per accedere alla pagina che contiene le immagini in diretta dalla capitale della Jugoslavia occorre contattare il sito www.inet.co.yu. La prima pagina ha come titolo “War against Jugoslavia”, ovvero “Guerra contro la Jugoslavia”. La pagina, redatta direttamente a Belgrado, presenta un elenco, aggiornato in tempo reale, delle notizie provenienti dalla nazione balcanica sotto attacco Nato. Il sito è corredato di foto e cartine. In alcune immagini è possibile vedere scene di vita quotidiana nella capitale jugoslava. In altre l’effetto, devastante, dei bombardamenti degli aerei Nato. Il testo, che percorre a ritroso gli avvenimenti della giornata, è in serbo, ma con un diverso colore, dopo ogni notizia, c’è la traduzione in inglese. A scelta può essere richiesta la traduzione dei testi in tedesco e russo. Sulla sinistra della pagina un’icona con su scritto web cam center 0-24, indica al visitatore la possibilità di accedere al servizio di immagini in diretta da Belgrado. Stretto nell’obiettivo, un incrocio stradale. Il fotogramma è fermo, ma cliccando su refresh, “aggiorna”, come suggerisce una didascalia della foto, viene proposta l’ultima immagine catturata dalla web cam. Gli autori del sito non specificano in quale punto della città è posizionata la telecamera. Anzi avvertono con una didascalia il visitatore: “non chiedeteci quale parte di Belgrado è inquadrata, non vi diremo niente”. Evidentemente, la redazione di “War against Jugoslavia” non intende fornire ai comandi Nato altre indicazioni sul posizionamento di eventuali obiettivi strategici. Tornando alla pagina principale, sulla sinistra, troviamo il “richiamo” “drawings from the shelter”, ovvero “disegni dai rifugi”. In questa pagina vengono riprodotti i disegni fatti dai bambini che passano ore e ore nei rifugi anti-bombardamento. Drammatiche le immagini riportate dalla matite dei bambini serbi. I pastelli disegnano, infatti, case in fiamme e le macerie lasciate dai raid aerei. In fondo alla pagina i redattori del sito presentano anche la foto dei piccoli autori dei disegni.

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