KOSOVO, L'INFANZIA VIOLATA


ROMA, 14 MAG 1999 -Le prime vittime di questa guerra sono i bambini. Cacciati dalle loro case, maltrattati, in alcuni casi addirittura uccisi. Il conflitto in Kosovo ha consegnato alla storia una galleria di orrori che vede sempre più spesso protagonisti proprio i bambini. E per lenire le sofferenze dei piccoli profughi anche sull'isola di Malta si organizzano i soccorsi umanitari. Il sito Kosovo Direct (http://www.geocities.com/Athens/Atrium/2625/main.html) è nato, infatti, proprio per reperire fondi da destinare all'emergenza profughi. Ma questo non è l'unico servizio reso dall'organizzazione Kosovo Direct. Cliccando sulla casella "help them find their family", ovvero "aiutateli a ritrovare le proprie famiglie" si accede al servizio di ricerca dei profughi. In queste pagine alcuni giovani kosovari residenti a Malta lanciano un appello a quanti possano fornire le informazioni necessarie a rintracciare i propri familiari. Il sito offre anche la possibilità di acquisire notizie sulla diaspora in corso del popolo kosovaro. Kosovo Direct propone una serie di link che conducono il navigatore alle pagine delle principali agenzie di informazione albanesi e kosovare. Qui sono disponibili notizie dettagliate sui flussi di migrazione e sulla situazione nei campi di accoglienza. Sul sito, infine, viene chiesto al visitatore di offrire il proprio contributo all'organizzazione. Nella home page, infatti, sono segnalati i conti correnti di alcune banche maltesi dove si possono versare fondi per l'emergenza Kosovo. In un'altra pagina, inoltre, viene riportato il resoconto dell'attività dell'organizzazione umanitaria.

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IL TRIBUNALE INTERNAZIONALE DEI CRIMINI CONTRO L'UMANITA'


ROMA, 13 MAG 1999 -L'International Criminal Court è un tribunale internazionale (www.igc.org/icc/) istituito nel 1998 con la conferenza di Roma del 17 luglio del 1998. La corte di giustizia è nata allo scopo di perseguire i crimini di guerra, il delitto di genocidio, i crimini contro l'umanità. La corte non è ancora attiva, per divenire operativa occorre infatti che almeno sessanta Paesi, degli ottantadue partecipanti alla conferenza, deliberino la ratifica dell'istituzione. Nella home page del sito sono presenti alcuni richiami. Cliccando sull'icona "monitor" si passa alle pagine che contengono informazioni sull'iter di ratifica nei diversi Stati che hanno aderito al trattato di Roma. Anche se invocata da più parti, nel corso del conflitto in Kosovo, la corte internazionale per i crimini contro l'umanità difficilmente potrà avere giurisdizione sui crimini verificatisi in quella regione. Al momento, infatti, sono soltanto due i Paesi che hanno provveduto, attraverso una deliberazione parlamentare, alla ratifica del trattato istitutivo. Leggiamo nella scheda informativa che il primo Stato a ratificare, nel febbraio del 1999, gli accordi di Roma è stato il Senegal. Nel sito, inoltre, è presente una "timeline", ovvero una cronologia, degli eventi che hanno portato alla costituzione della corte internazionale per i crimini contro l'umanità. Cliccando, poi, sull'icona documenti è possibile consultare una vasta bibliografia sui lavori diplomatici e politici che hanno permesso la stipulazione del trattato di Roma.

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I SEGRETI DELLA CIA


ROMA, 12 MAG 1999 - Nell’occhio del ciclone la Cia, Central Intelligence Agency (www.odci.gov/cia), è sotto accusa per aver causato l’erroneo bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado.
Il sito è utile per saperne di più su come è strutturata e come funziona la più ramificata agenzia di spionaggio del pianeta. Sulla home page troviamo una serie di titoli che indirizzano la scelta del navigatore. Cliccando sulla scritta “about the Cia”, per esempio, si può conoscere la storia dell’agenzia, nome e biografia dell’attuale direttore, notizie su come agisce il braccio segreto del governo americano. In questa pagina, inoltre, è possibile visionare un breve video che celebra la nascita dell’agenzia di intelligence. Dall’home page, poi, si può passare alla galleria di documenti di recente pubblicazione redatti dall’ufficio studi della Cia. Tra le notizie degli ultimi mesi anche un rapporto storico sul Kosovo, che, in particolare, analizza problematiche etniche e politiche di quell’area.
Dalla casella dell’home page denominata “speeches and releases”, ovvero discorsi e comunicati, si entra nel settore delle pubblicazioni non coperte da segreto. Tra gli ultimi documenti anche uno riguardante la fuga di notizie, proprio a favore della Cina, sul programma di armamento atomico degli Stati Uniti. Una denuncia che, insieme ai bombardamenti dell’ambasciata a Belgrado, mette ulteriormente a repentaglio i rapporti economici e politici tra la nazione asiatica e gli Stati Uniti.

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BLACK OUT SULLE CITTA' SERBE: L'ULTIMA ARMA AMERICANA


ROMA, 11 MAG 1999 - Per la prima volta in un conflitto bellico sono state utilizzate le bombe alla grafite. Le matasse, una volta disperse su una centrale elettrica, creano una rete magnetica di interdizione che blocca, di fatto, il funzionamento degli impianti. Le centrali possono riprendere ad operare soltanto dopo che i gomitoli di grafite vengono rimossi dall’area. Gli ordigni lanciati, nelle ultime settimane, dagli americani su alcune centrali elettriche serbe, hanno impedito, per molte ore il funzionamento degli impianti.
Le foto che testimoniano gli effetti di questa operazione si possono visionare all’indirizzo internet http://beograd.com/nato/damage/tent/index.html oppure contattando il sito dell’Independent press center http://207.96.8.96/ww3/default.htm (attenzione: il sito è operativo soltanto in alcune ore del giorno).
Le immagini, scattate da un fotografo non professionista serbo, mostrano, con dovizia di particolari, la struttura degli ordigni. Passando alla pagina principale del sito troviamo un titolo sinistro “verso la terza guerra mondiale”. Il sommario pone, invece, l’accento sul problema della libertà di stampa. Nel testo viene specificato, infatti, che i giornalisti di tutte le nazioni coinvolte dal conflitto sono sottoposti a censura.
Le pagine, di matrice serba, non lesinano critiche al governo americano. Bill Clinton, Madelaine Albright e William Cohen, Segretario americano alla Difesa, vengono definiti criminali di guerra.
Tra i link richiamati in prima pagina uno ci conduce alle pagine del Defense and Foreign Affairs, un sito che riporta documenti e articoli sulle ipotetiche conseguenze del conflitto. Gli analisti dell’organizzazione paventano non soltanto un allargamento del conflitto, ma anche il rischio di una catastrofe ecologica. Sulla home page, tra le icone che troviamo a sinistra dei titoli di testa sono in evidenza alcune caselle. Tra esse da segnalare quella indicata dalla sigla: “the law - war crime”. Cliccando su questa scritta si può consultare il protocollo di Norimberga sui crimini di guerra.
Il sito, inoltre, invita i visitatori a fornire la propria opinione sul conflitto. Sulla sinistra, infatti, leggiamo “Buona o cattiva che sia, abbiamo bisogno della tua opinione”.

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IL KOSOVO


ROMA, 10 MAG 1999 - Un patrimonio culturale che rischia di scomparire. E' quello del Kosovo, regione yugoslava stretta tra i bombardamenti americani e la pulizia etnica serba. Il Kosovo dal 1389 è considerata la culla della cultura serba e il baluardo cristiano ortodosso contro l'avanzata dell'impero ottomano. Il sito internet www.srpska-mreza.com/mlad fornisce ai visitatori nozioni storiche sulla regione e una curata galleria di foto che ritraggono le più significative opere d'arte presenti sul territorio kosovaro. Sulla pagina principale, intitolata la saga del Kosovo, viene ricordata la battaglia del 1389, che vide proprio il territorio oggi conteso tra serbi e albanesi divenire teatro di battaglia tra i cristiani e i musulmani. Tra le opere d'arte che troviamo nel sito anche un ritratto del condottiero serbo Lazarus, ucciso dalle milizie del sultano Murat durante la battaglia del giorno di San Vito. Dalla home page si accede alla pagina dedicata ai monasteri kosovari. In questa schermata è possibile ammirare gli edifici bizantini eretti dai cristiani ortodossi in Kosovo. Su una cartina sono indicate le località dove si trovano i monasteri e gli eremi. Le immagini che troviamo nel sito sono di ottima qualità. In alcuni scatti si può vedere il monastero di Pec. La costruzione è ritenuta una delle più importanti opere architettoniche dell'area. Sempre a Pec si trovano le porte d'oro, realizzate nel 1570 e restaurate all'inizio diciannovesimo secolo. Non si sa se questi e altri capolavori della regione siano stati danneggiati dalla guerra in corso. Nelle altre pagine del sito, denominate Kosovo heritage, ovvero l'eredità del Kosovo, viene offerta una retrospettiva storica. Il sito è curato da autori serbi. Non c'è da aspettarsi, quindi, una trattazione obiettiva delle vicende che hanno portato al conflitto etnico di questi giorni.

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