IL CONFLITTO AEREO
ROMA, 6 MAG 1999 - Supremazia aerea. E' questo l'imperativo tattico scelto dalla Nato per piegare il governo guidato da Slobodan Milosevic. Dall'inizio del conflitto in Kosovo sono circa ottocento i velivoli dell'Alleanza atlantica impiegati in azioni di bombardamento su Kosovo, Serbia e Montenegro. E sulla rete internet sono numerosi i siti che forniscono gallerie di foto e descrizioni tecniche riferite ai sistemi di arma impiegati dall'inizio degli attacchi. Al sito www2.cybercities.com è possibile consultare un notiziario, aggiornato quotidianamente, sulla campagna aerea in atto. Le pagine, leggiamo in una nota, sono realizzate da un webmaster ucraino, trasferitosi da qualche anno negli Stati uniti. Nel sito vengono analizzati modello per modello i velivoli schierati dall'alleanza atlantica nelle basi militari europee. Ogni aereo viene analizzato in due differenti schede. Sulla sinistra troviamo la foto del velivolo. Al centro un breve rapporto tecnico. A sinistra le notizie. Nella scheda centrale sono segnalate caratteristiche tecniche dell'aeroplano, come la data di inizio e fine produzione, la velocità massima, la tipologia di armamento. Sulla scheda di sinistra, invece, sono riportate informazioni di stretta attualità. Vengono segnalate le operazioni in cui sono stati impiegati i mezzi da combattimento, gli obiettivi colpiti, gli abbattimenti segnalati. In alcuni casi è possibile anche consultare una cartina geografica dov'è specificato il luogo di abbattimento del mezzo. Nel sito è disponibile, inoltre, la registrazione audio delle conversazioni intercorse tra i piloti dei bombardieri e l'equipaggio degli aerei radar. La maggior parte dei velivoli militari analizzati nel sito sono occidentali, principalmente americani, canadesi e britannici. Ma un'ampia galleria è dedicata anche ai mezzi da combattimento dell'aeronautica yugoslava. E anche su questo sito Internet si ripete lo scontro dei comunicati tra Nato e Serbia in merito all'abbattimento di aerei nemici. Nel corso di tutto il conflitto, infatti, sono stati rivendicati dal governo serbo numerosi abbattimenti di velivoli della Nato che l'organizzazione atlantica, però, non ha mai confermato. Nel sito vengono riportate fedelmente i rapporti forniti dall'aeronautica e dal comando della contraerea yugoslva. Secondo quanto accertato dai realizzatori del sito sarebbero almeno cinque i velivoli, principlamente F-16, persi dagli americani dall'inizio del conflitto. Secondo i serbi gli abbattimenti non sarebbero stati rivelati per motivi propagandistici. A chiusura di pagina, viene lanciato un appello alla Nato. Troviamo scritto in inglese questo messaggio: "vi preghiamo, smettetela di perdere aeroplani". Infine, poco più in basso della riproduzione dell'articolo uno dello Statuto della Nato, uno slogan: "Bill Clinton e Xavier Solana sono criminali di guerra".
LA RETE IN SOCCORSO DEI PRIGIONERI DI GUERRA
ROMA, 5 MAG 1999 - Dopo trentadue giorni sono tornati liberi i tre prigionieri americani catturati dalle milizie serbe il trentuno marzo ai confini tra la Repubblica yugoslava e la Macedonia. E da quel giorno, su Internet, si sono moltiplicate le testimonianze di solidarietà ai familiari dei tre soldati finiti nelle mani degli yugolsavi. Tra i siti che si occupano del problema dei prigionieri e dei dispersi in guerra ce nè uno particolarmente curato. Lo troviamo allindirizzo www.nationalalliance.org. Le pagine elettroniche sono realizzate dai familiari dei prigionieri americani che mettono a disposizione dei navigatori informazioni sull'attività dellorganizzazione. La National Alliance indaga su sparizioni che risalgono anche alla seconda guerra mondiale. Il maggior numero di casi di missing in action (ovvero dispersi in azione), riguardano, però, i conflitti in Corea e in Vietnam. A questi casi si è aggiunta la recente cattura dei tre giovani militari della forza Usa nei Balcani. In tutti i siti che si occupano dei prigionieri di guerra compare limmagine di una coccarda gialla. E il segno che appongono alla porta dingresso le famiglie americane che hanno un congiunto prigioniero di guerra o scomparso in azione.
ROMA, 4 MAG 1999 - I guerriglieri kosovari lanciano su Internet la mobilitazione generale. All'indirizzo Web www.juniku.com è possibile consultare le pagine realizzate dagli organi di informazione dell'Uck, la più consistente organizzazione armata degli albanesi del Kosovo. Sulla sinistra del sito, che ha come titolo, "Born to fight for freedom", ovvero nati per combattere per la libertà, troviamo un appello dei rifugiati di guerra: "Vogliamo tornare nelle nostre case". Le pagine elettroniche del Juniku presentano ampi riferimenti alla storia dell'Albania e ai suoi eroi nazionali. Il sito kosovaro viene aggiornato quotidianamente con notizie fornite dalla K-press, una delle più importanti agenzie di stampa di quella regione. Molti e ben assortiti i link presenti nel sito. La maggior parte di essi permettono il collegamento alle pagine Web di agenzie di informazione, quotidiani e radio di lingua albanese. Il sito juniku.com offre anche una retrospettiva sulle vicende storiche del popolo albanese. La consultazione di queste pagine è facilitata dalla traduzione in inglese dei testi. La scheda è corredata da disegni e dal ritratto di Gjergi Katrioti Skenderberg, condottiero albanese del 1400, definito dai kosovari: la fonte dell'orgoglio albanese.
IN CAMPO I KOSOVARI DAMERICA
ROMA, 3 MAG 1999 - I kosovari dAmerica si mobilitano. Allindirizzo internet www.justiceforall.org troviamo lhomepage della Kosova task force, unorganizzazione americana che si occupa del sostegno alla causa degli albanesi del Kosovo. Sulla schermata iniziale il presidente serbo Slobodan Milosevic viene assimilato, in un disegno, ad Adolf Hitler. Poco più in basso viene lanciato un allarme: i serbi chiudono le frontiere. Nessuna via di fuga per i rifugiati kosovari. Sulla colonna di destra vengono elencate le manifestazioni di protesta organizzate dalla kosova task force negli Stati uniti dAmerica. Sempre sulla prima pagina del sito vengono presentati al visitatore due richiami. Sono link che permettono al navigatore di accedere ad alcuni estratti di testi musulmani che riguardano il tema della giustizia. Cliccando sulla scritta Quran on justice, infatti, è possibile leggere alcuni brani del Corano. A tal proposito, occorre ricordare che la maggior parte degli albanesi, anche quelli residenti in Kosovo e allestero, sono di religione musulmana. Spostandoci sulla colonna sinistra della home page si può attivare licona con la scritta dona cinque minuti al Kosovo. E un invito a partecipare alle attività di volontariato organizzate dalla task force americana. Ai simpatizzanti della causa kosovaro vengono chiesti finanziamenti per sostenere la campagna di informazione. Il visitatore viene, inoltre, invitato a seguire un percorso quotidiano di militanza. Tra le attività richieste cè quella di lobbying. Ovvero pressione nei confronti di membri del congresso e del senato americano..