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29/02/2000 

Telemedicina tra i ghiacci del Polo Sud

Collegamento tra l’Antartide e il San Camillo di Roma per consentire una sanità di qualità in condizioni estreme

a cura di Tiziana Alterio


Programma Nazionale di Ricerche in AntartideAntartide, precisamente Tetys Bay. Una distesa bianca nel mare di Ross. Qui nel 1987 l'Italia ha costruito una base. È stata chiamata Baia Terra Nova dal nome di una delle navi di Scott, un esploratore inglese studioso del continente antartico alla fine del secolo scorso. Una struttura di ricerca abitata da più di cento persone nel periodo estivo. Per anni essere in Antartide ha significato isolamento dal resto del mondo e condizioni di lavoro estreme, rese ancora piu' gravi in caso di incidenti o malattie. Ma la vita alla base oggi e' cambiata, grazie a Internet. Da due anni un sistema di telemedicina collega la base di Terra Nova ad uno degli ospedali più importanti di Roma, il San Camillo.

Un semplice computer, collegamento ad Internet e una piccola telecamera collegano la base all'ospedale. I casi clinici vengono sottoposti ai medici e curati praticamente a distanza. "In un caso recente ci è capitata una lesione corneale piuttosto evidente in cui una scheggia di legno che ha graffiato la cornea è rimasta al di sotto della cornea stessa" Racconta Sergio Pillon, responsabile di Telemedicina nel Programma Nazionale di Ricerche in Antartide.

"In questo caso l'oculista del S. Camillo ha consigliato la terapia e ha potuto seguire in diretta la cura dell'occhio, dando consigli e prescrizioni anche per tranquillizzare il medico della base perché comunque un chirurgo anche esperto non è sempre pronto a qualsiasi tipo di patologia E'un chirurgo pronto a intervenire in modo tempestivo. Noi del S. Camillo gli forniamo il supporto del radiologo e dell'oculista, cioè forniamo informazioni mediche estremamente specialistiche, anche perché non sarebbe neanche possibile mandare tutti questi specialisti in Antartide. Quindi il sistema serve proprio per consentire una sanità di qualità in condizioni in cui ci può essere anche solo un medico.

24 ore su 24 la base del polo sud è in contatto con l'Italia. Dall'inizio dell'anno sono stati risolti 5 casi. Diversamente senza questo sistema i pazienti sarebbero stati trasportati in un ospedale con evidenti difficoltà di spostamento. Ma sperimentazioni di telemedicina come quelle viste nella base di Baia Terra Nova posso avere campi di applicazione più ampie. Ed è quello che si sta cercando di fare.

"In condizioni particolari", Prosegue Sergio Pillon, "nei piccoli centri in cui si cerca sempre, per motivi di costi, di diminuire i presidi medici e soprattutto le specializzazioni, si potrebbero realizzare delle strutture di medicina di base che poi, in teleconsulto con dei centri qualificati, possano avere tutti gli specialisti. L'obiettivo è quello di far girare le informazioni anziché i pazienti. In una prima fase girano i pezzi di carta, in una seconda fase potrebbero girare gli esami, le lastre, successivamente può girare il sistema medico. Non si muove il paziente, ma sottoforma di bit il medico visita il paziente.