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28/03/2000 


La rimonta tecnologica del bel paese: 
10 milioni di utenti Internet a fine duemila

Le previsioni di Assinform e le iniziative del Governo per l'alfabetizzazione informatica destinata ai disoccupati del Meridione

a cura di Antonia Moro


Milano, DuomoNel 1999 l'Italia si è affiancata per la prima volta all'andamento dei principali mercati europei. Non solo. Il nostro paese è uno tra i più veloci al mondo per crescita tecnologica. Nel suo ultimo rapporto, Assinform, l'associazione di categoria di Confindustria, di cui fanno parte i principali operatori nel settore informatico e delle telecomunicazioni in Italia, indica una velocità di crescita in Information Technology nel nostro paese pari al 13% mentre il resto del pianeta si attesta sull' 11,5%.

Oltre all'Italia che vola c'è l'Italia che ha bisogno di apprendere. E Sono 300 i miliardi stanziati dallo stato per l'alfabetizzazione informatica e linguistica di 600.000 disoccupati meridionali in tre anni. Questa è la nuova scommessa del governo italiano nel quadro delle iniziative per colmare il gap tra nord e sud del paese. Il tasso di disoccupazione meridionale è infatti al 22%, contro il 6,5% del nord e centro Italia. I 600.000, di età compresa tra i 16 e i 30 anni, prenderanno parte ai corsi a distanza avendo a disposizione un pc con connessione a Internet e un tutor che li guiderà alla scoperta delle nuove tecnologie e all'apprendimento della lingua inglese. Alla fine conseguiranno un certificato valido a livello europeo. Un ulteriore progetto, da attivare dopo la prima fase, prevederà poi corsi per utenti già qualificati all'interno delle imprese d'accordo all'inserimento.Raffaele Morese, Sottosegretario del Ministero del Lavoro, spiega con quale criterio verranno selezionati i partecipanti al programma:

"Da giugno l'ufficio di collocamento come lo conosciamo noi non esisterà più. I nuovi servizi per il lavoro saranno improntati su dei criteri differenti e si chiederà a chi cerca un'occupazione di rendersi disponibile a farsi aiutare in questa ricerca. Nel caso specifico, per l'alfabetizzazione informatica dei disoccupati del meridione è stato studiato un programma interattivo. I ragazzi studiano da casa seguiti da un tutor. Si costituiscono dei centri di formazione a distanza a disposizione degli allievi. I pc possono poi rimanere in possesso dei formandi dopo la fine del corso, dietro garanzia di un piccolo impegno economico".

Firenze, panoramaIl governo italiano continua quindi ad investire sulla formazione per essere a pieno titolo nell' Europa del mercato globale. Un'analoga iniziativa è stata presa dal governo Blair, nel Regno Unito, il quale, oltre al pc, mette a disposizione dei partecipanti ai corsi di formazione un kit comprendente anche 400 sterline, un decalogo per affrontare un colloquio di lavoro, un telefonino e una cravatta. Ma l'amministrazione pubblica italiana non è sola in questa iniziativa. Una parte importante infatti la svolgeranno le regioni, cui viene chiesto di contribuire con altri 300 miliardi al finanziamento del progetto e i privati che forniranno i pc. L'intervento dei privati nella formazione professionale è peraltro norma usuale negli altri paesi, europei e non, come l'utilizzazione di stranieri qualificati all'interno delle aziende che operano nella new economy. Silycon Valley docet.

Assinform prevede che a fine 2000 gli utenti di Internet passeranno dai 4.800.000 dello scorso anno a 10.600.000. Un italiano su cinque, quindi, sarà collegato a Internet. Un vero e proprio boom cui però fa da contraltare un dato inquietante: nel '98 in Europa 500.000 posti di lavoro non sono stati occupati per mancanza di personale qualificato nel settore tecnologico. Federico Barilli, direttore di Assinform, sottolinea come all'euforia legata alla crescita tecnologica debba seguire una adeguata formazione del personale:

"Erano 10 anni che l'informatica in Italia non raggiungeva una crescita così veloce. C'è ora la necessità di formazione scolastica e universitaria ma anche dell'intervento del privato nella formazione professionale, perché è il privato che ha competenze adeguate alle esigenze dell'I.T. Secondo i nostri studi sono 30.000 le persone tecnologicamente qualificate di cui abbisognerebbe l'Italia in questo momento. Siamo in un fase di andamenti occupazionali molto importanti. Al contrario di quello che si temeva tempo fa, le nuove tecnologie danno lavoro, ne creano, e tanto. Questa dunque è da considerarsi un'opportunità per il paese".

Roma, Trinità dei MontiE non è detto, prosegue Barilli, che la Sylicon Valley italiana non possa definitivamente decollare proprio al sud:"Al sud c'è molta manodopera, si può investire anche perché Internet non implica necessariamente uno spostamento delle persone dai propri luoghi di provenienza. Anzi, in questo caso, il sud potrebbe divenire un traino per il resto della penisola".

Ma investire in Internet non è sufficiente. Lo sviluppo delle reti, ribadisce il sottosegretario Morese, è vano se non è supportato da un analogo sviluppo industriale:

"È chiaro che siamo in una fase intermedia in cui dobbiamo prepararci ad un cambiamento anche in termini di beni prodotti e dunque questo processo porterà indotto anche a livello industriale. Ci vuole tempo. I prossimi tre anni saranno comunque molto interessanti".

Anche i lavori socialmente utili verranno in parte coinvolti nell'opera di formazione che il governo ha lanciato. Nella sola Campania, circa 300 lavoratori verranno formati per lavorare nelle mediateche regionali.

Un certo ottimismo sembra aver influito anche sull'andamento della spesa globale. Nel nostro paese i consumi cambiano. Le famiglie si orientano sempre più verso l'acquisto di computer, cellulari e soprattutto verso i servizi correlati alla nuova economia, come, ad esempio, il servizio di short message.