Nel
1999 l'Italia si è affiancata per la prima volta all'andamento
dei principali mercati europei. Non solo. Il nostro paese è uno
tra i più veloci al mondo per crescita tecnologica. Nel suo
ultimo rapporto, Assinform,
l'associazione di categoria di Confindustria,
di cui fanno parte i principali operatori nel settore
informatico e delle telecomunicazioni in Italia, indica una
velocità di crescita in Information Technology nel nostro paese
pari al 13% mentre il resto del pianeta si attesta sull' 11,5%. Oltre
all'Italia che vola c'è l'Italia che ha bisogno di apprendere.
E Sono 300 i miliardi stanziati dallo stato per l'alfabetizzazione
informatica e linguistica di 600.000 disoccupati meridionali in
tre anni. Questa è la nuova scommessa del governo italiano nel
quadro delle iniziative per colmare il gap tra nord e sud del
paese. Il tasso di disoccupazione meridionale è infatti al 22%,
contro il 6,5% del nord e centro Italia. I 600.000, di età
compresa tra i 16 e i 30 anni, prenderanno parte ai corsi a
distanza avendo a disposizione un pc con connessione a Internet
e un tutor che li guiderà alla scoperta delle nuove tecnologie
e all'apprendimento della lingua inglese. Alla fine
conseguiranno un certificato valido a livello europeo. Un
ulteriore progetto, da attivare dopo la prima fase, prevederà
poi corsi per utenti già qualificati all'interno delle imprese
d'accordo all'inserimento.Raffaele Morese, Sottosegretario del Ministero
del Lavoro, spiega con quale criterio verranno selezionati i
partecipanti al programma: "Da
giugno l'ufficio di collocamento come lo conosciamo noi non
esisterà più. I nuovi servizi per il lavoro saranno improntati
su dei criteri differenti e si chiederà a chi cerca
un'occupazione di rendersi disponibile a farsi aiutare in questa
ricerca. Nel caso specifico, per l'alfabetizzazione informatica
dei disoccupati del meridione è stato studiato un programma
interattivo. I ragazzi studiano da casa seguiti da un tutor. Si
costituiscono dei centri di formazione a distanza a disposizione
degli allievi. I pc possono poi rimanere in possesso dei
formandi dopo la fine del corso, dietro garanzia di un piccolo
impegno economico". Il
governo italiano continua quindi ad investire sulla formazione
per essere a pieno titolo nell' Europa del mercato globale.
Un'analoga iniziativa è stata presa dal governo Blair, nel
Regno Unito, il quale, oltre al pc, mette a disposizione dei
partecipanti ai corsi di formazione un kit comprendente anche
400 sterline, un decalogo per affrontare un colloquio di lavoro,
un telefonino e una cravatta. Ma l'amministrazione pubblica
italiana non è sola in questa iniziativa. Una parte importante
infatti la svolgeranno le regioni, cui viene chiesto di
contribuire con altri 300 miliardi al finanziamento del progetto
e i privati che forniranno i pc. L'intervento dei privati nella
formazione professionale è peraltro norma usuale negli altri
paesi, europei e non, come l'utilizzazione di stranieri
qualificati all'interno delle aziende che operano nella new
economy. Silycon Valley docet. Assinform
prevede che a fine 2000 gli utenti di Internet passeranno dai
4.800.000 dello scorso anno a 10.600.000. Un italiano su cinque,
quindi, sarà collegato a Internet. Un vero e proprio boom cui
però fa da contraltare un dato inquietante: nel '98 in Europa
500.000 posti di lavoro non sono stati occupati per mancanza di
personale qualificato nel settore tecnologico. Federico Barilli,
direttore di Assinform, sottolinea come all'euforia legata alla
crescita tecnologica debba seguire una adeguata formazione del
personale: "Erano
10 anni che l'informatica in Italia non raggiungeva una crescita
così veloce. C'è ora la necessità di formazione scolastica e
universitaria ma anche dell'intervento del privato nella
formazione professionale, perché è il privato che ha
competenze adeguate alle esigenze dell'I.T. Secondo i nostri
studi sono 30.000 le persone tecnologicamente qualificate di cui
abbisognerebbe l'Italia in questo momento. Siamo in un fase di
andamenti occupazionali molto importanti. Al contrario di quello
che si temeva tempo fa, le nuove tecnologie danno lavoro, ne
creano, e tanto. Questa dunque è da considerarsi
un'opportunità per il paese". E
non è detto, prosegue Barilli, che la Sylicon Valley italiana
non possa definitivamente decollare proprio al sud:"Al sud
c'è molta manodopera, si può investire anche perché Internet
non implica necessariamente uno spostamento delle persone dai
propri luoghi di provenienza. Anzi, in questo caso, il sud
potrebbe divenire un traino per il resto della penisola". Ma
investire in Internet non è sufficiente. Lo sviluppo delle
reti, ribadisce il sottosegretario Morese, è vano se non è
supportato da un analogo sviluppo industriale: "È
chiaro che siamo in una fase intermedia in cui dobbiamo
prepararci ad un cambiamento anche in termini di beni prodotti e
dunque questo processo porterà indotto anche a livello
industriale. Ci vuole tempo. I prossimi tre anni saranno
comunque molto interessanti". Anche
i lavori socialmente utili verranno in parte coinvolti
nell'opera di formazione che il governo ha lanciato. Nella sola
Campania, circa 300 lavoratori verranno formati per lavorare
nelle mediateche regionali. Un
certo ottimismo sembra aver influito anche sull'andamento della
spesa globale. Nel nostro paese i consumi cambiano. Le famiglie
si orientano sempre più verso l'acquisto di computer, cellulari
e soprattutto verso i servizi correlati alla nuova economia,
come, ad esempio, il servizio di short message.
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