Quello
americano è un popolo in armi. Negli Stati uniti circolano
oltre 200 milioni di armi da fuoco. Le pistole nelle mani di
privati cittadini sono sessantasette milioni. Le conseguenze di
questa diffusione massiccia sono evidenti: bambini che uccidono
compagni di scuola con le armi dei genitori, ripetute stragi di
innocenti ad opera di folli. Procurarsi un'arma negli States non
è difficile. In molti stati si può acquistare un'arma senza
presentare alcuna licenza o documento di identità. E con una
legislazione così permissiva è facile che le pistole finiscono
nelle mani di minori. Per evitare che ciò accada si è chiesto
aiuto alla tecnologica per creare le "smart
arms", ovvero armi intelligenti. L'industria mondiale
delle armi sta cercando da tempo di approntare sistemi d'arma
azionabili soltanto dal legittimo proprietario. Una ricerca
incoraggiata dallo stesso presidente Bill Clinton che, da anni,
porta avanti una battaglia per la diffusione controllata delle
armi da fuoco. Ora dall'Italia giunge una risposta, ovvero la
pistola intelligente. All'Aquila, infatti, una coppia di
appassionati di armi, Luigi Ludovici e Alfonso Bravi, ha messo a
punto un sistema innovativo:
"Il
nostro sistema di cambiare l'accensione della polvere con una
scarica elettrica è qualcosa di rivoluzionario nel campo delle
armi e può essere adoperato nelle pistole, nei fucili persino
nei cannoni se uno volesse. La pistola è attivata
esclusivamente dalla vicinanza di un microchip, che può essere
di ridottissime dimensioni, 20/30 cm dalla pistola. Al di fuori
di questo campo la pistola è una pistola giocattolo, non può
essere attivato".
L'idea
rivoluzionaria è la trasformazione del sistema di accensione
delle polveri di una cartuccia da meccanico ad elettronico. In
pratica per attivare la pistola bisognerà essere muniti di un
piccolissimo microchip che potrà essere inserito anche sotto
pelle all'interno del palmo della mano. L'arma potrà, quindi,
sparare soltanto se è nelle mani del proprietario. Ma ancora
più rivoluzionaria è la possibilità di seguire a distanza
l'arma. Allo stesso modo di come può essere oggi seguito un
telefono cellulare via satellite così anche la pistola potrà
essere individuata attraverso i normali circuiti satellitari. Il
brevetto è stato ora consegnato ad una società dell'Aquila che
sta provvedendo alla costruzione del prototipo che, se dovesse
andare in commercio, cambierà non solo la vita dei possessori
di armi ma anche la vita degli ideatori.
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