Uno
degli argomenti di punta al Futur
Show è stato quello della cosiddetta new economy. Una
domanda ricorrente ha riguardato la reale possibilità delle
aziende di vincere la sfida che si apre loro dallo sviluppo
così prorompente delle nuove tecnologie, almeno in molti
settori, in un ambito come quello italiano formato
principalmente da piccole e medie aziende. Secondo
Francesco Sacco, docente di e-strategy alla università Bocconi,
nel 2003 più del 70 % delle aziende in Italia avrà un sito
Internet, e comunque già adesso il tasso di natalità Web è
uno dei più alti dei paesi europei.
Le
previsioni sembrano quindi ottimistiche, anche se c'è ancora
molto da fare e, a giudicare dalla vivacità del settore
business presente al Futur Show, sembra proprio che molte
aziende si stiano lanciano con entusiasmo sia nel settore del
commercio elettronico riservato al business to business che in
quello business to consumer.
Un
esempio è costituito da Cities
on line, società di Catania. Ma anche i settori che
sembrerebbero meno legati alla tecnologia si aprono alla Rete,
come nel caso di Artenauta.com
che in Internet vuol vendere addirittura opere d'arte. Ma la
vera novità è stata la presenza massiccia delle banche, che
numerose hanno accresciuto le loro offerte con servizi
multimediali integrati, dando la possibilità, ormai quasi
tutte, di interagire tramite la Rete con il proprio conto
corrente, agire sui mercati finanziari autonomamente, magari con
il wap, ultimo ritrovato delle telefonia cellulare. La
concorrenza si vince proprio sui servizi innovativi di tipo
telematico.
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