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08/06/2000 


Un dizionario della lingua italiana ad alta tecnologia

a cura di Cristina Bigongiali


È sicuramente il dizionario più completo della lingua italiana, con i suoi 250.000 vocaboli; 7000 pagine, un lavoro di classificazione che è durato 10 anni. Si tratta del Grande dizionario d'uso della lingua italiana, la monumentale opera di Tullio de Mauro che è stata appena pubblicata dalla casa editrice UTET. La sua particolarità, come sottolinea Luca Terzolo, responsabile del settore lessicografico UTET, è fornire, per ogni termine contenuto, il proprio contesto d'uso, dai tecnicismi ai neologismi, dalle parole obsolete ai prestiti da altre lingue:

"È un dizionario in cui tutte le parole hanno dei quadratini, delle marche con l'indicazione di qual è il registro con cui sono usate, o possono essere usate o è meglio che siano usate".

Un opera che non si esaurisce sulla carta. Ad essa è infatti allegato un cd rom sul quale sono riportate tutte le voci del dizionario e sul quale è possibile effettuare ricerche incrociate. Ogni termine della definizione di un vocabolo è linkato, e rimanda ad un'altra definizione. Inoltre, è possibile visualizzare una serie di grafici sulle occorrenze, sulla frequenza e sui contesti d'uso. È addirittura possibile giocare con le parole, anagrammandole e cercando rime e assonanze. Un ipertesto fondamentale per chiunque studi, o anche solo ami, la lingua italiana; qualcosa di più di un semplice dizionario. Un vero e proprio database della lingua italiana, prosegue Terzolo, personalizzabile a seconda delle proprie necessità:

"Utilizzando il cd l'utente può costruire sul suo computer dei sottodizionari, costruirli e poi smontarli. In un certo senso ogni utente può selezionare all'interno del cd i termini, le cose che gli interessano in quel momento, fermo restando che si ha a disposizione anche tutto il dizionario completo".

Tullio De MauroUn lavoro che non sarebbe stato possibile senza l'ausilio delle nuove tecnologie. Ma le nuove tecnologie consentono anche il continuo aggiornamento, tramite Internet, del dizionario, evitando così il limite tipico che fino a qualche anno fa un'opera del genere poteva avere, cioè l'obsolescenza, il non essere al passo dei continui cambiamenti della lingua italiana. Il dizionario non è più fisso, immutabile, conclude Terzolo, ma somiglia sempre più alla lingua di cui vuole essere guida e specchio fedele:

"Si pensa di utilizzare la versione online per documentare a tutto il nostro pubblico quali sono i neologismi che sono nati in questi mesi, anche nei pochi mesi che sono passati dalla messa su carta della banca dati ai nostri giorni. Parole ne sentiamo in continuazione, ed è dovere dei lessicografi registrarle sulla banca dati e poi vedere quante di queste parole hanno in sé la persistenza sufficiente affinché possano essere accolte in un dizionario che è pur sempre generalista".