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07/03/2000 

Robocup

Nuova frontiera dell'intelligenza artificiale: i calciatori- robot. La nazionale italiana arriva seconda ai campionati mondiali

a cura di Antonia Moro


RobocupSono alti meno di un metro e mezzo, hanno ruote al posto delle gambe e calciano con curiosi pedali a stantuffo. Giocano in quattro contro quattro su un campo largo quattro metri e lungo otto. Per guardarsi intorno usano una telecamera mobile e per non scontrarsi mettono in funzione un sofisticato sonar. Sono calciatori-robot e giocano delle vere e proprie partite. E nell'ultima edizione dei campionati mondiali che si sono tenuti a Stoccolma, la squadra italiana, denominata Azzurra robot team, si è piazzata addirittura al secondo posto.

Robocup non è però soltanto un gioco. In realtà questi sofisticati robot sono il frutto di ricerche scientifiche sull'intelligenza artificiale. Per creare i robot calciatori della nazionale italiana, spiega il dottor Daniele Nardi, hanno lavorato insieme sei università italiane con il contributo del CNR e del Consorzio Padova Ricerche:
"La caratteristica di questi robot è quella di essere completamente autonomi. Ogni robot infatti ha a bordo tutti i dispositivi che gli consentono di acquisire le informazioni sullo stato del gioco e di prendere le decisioni su quali sono le azioni da svolgere".

La particolarità di questi robot è dunque quella di essere autonomi ed proprio verso questa direzione che stanno andando le ricerche sull'intelligenza artificiale. Un settore disciplinare nato alla metà degli anni '50 e i cui risultati inizialmente non sono in realtà stati molto significativi. Il progredire poi della tecnologia, dei calcolatori elettronici e delle tecniche di programmazione, ha permesso la costruzione sia di robot sia di software capaci di prestazioni sorprendenti.

Creare l'uomo-macchina. Praticamente un umanoide in grado di fare le stesse cose dell'uomo. Era questo l'obiettivo dei padri della cibernetica quando 50 anni fa hanno iniziato a fare ricerche. Si partiva dall'idea che una macchina può dirsi effettivamente intelligente solo se pensa e si comporta come un essere umano. Nessuna macchina c'è ancora riuscita. Sarebbe semplicistico, afferma la professoressa Luigia Aiello, sostenere che l'intelligenza artificiale ha promesso molto di più di quanto abbia attualmente mantenuto:
"Le aspettative sono state in parte deluse, ma in questo momento esistono molti sistemi che trovano applicazione nell'industria, nei servizi, che sono costruiti con tecniche di intelligenza artificiale. Quindi il ritorno della ricerca presente e passata si comincia a vedere molto concretamente".

E in effetti i risultati della ricerca sono tangibili soprattutto nella robotica industriale. Computer sempre più sofisticati sono installati negli elettrodomestici che consentono un intervento umano soltanto in fase di controllo. Ma le ricerche, prosegue la professoressa Aiello, mirano ora a creare dei sistemi più complessi capaci di limitare il più possibile il lavoro dell'uomo:
"Se è vero, come dicono, che una grossa molla per il progresso della scienza è la pigrizia, la ricerca in robotica è esattamente in questa linea. Facciamo i robot per delegare a loro cose che noi non vogliamo fare e quindi potremo permetterci una vita molto più pigra e molto più rilassata"
.