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02/03/2000 

Biotecnologie al servizio della medicina: il derma artificiale

a cura di Antonia Moro


Università degli Studi di PadovaÈ un esperienza di ricerca applicata tutta italiana quella dei prodotti di ingegneria dei tessuti della FAB (Fidia Advanced Biopolymers) di Abano Terme. La particolarità sta nel tipo di tessuto trattato: la pelle, o meglio, il derma umano. La riproduzione artificiale del derma su scala industriale permette interventi mirati nel campo sanitario. Il Destinazione: ustioni, ulcere perforanti, ulcere diabetiche, chirurgia plastica. Gli interlocutori di questo progetto sono ospedali e università come conferma Giovanni Abbatangelo, professore Di Istologia ed embriologia dell'Università di Padova:
"Insieme alla Fidia di Abano Terme, facciamo parte di un consorzio, il TISSUEtech. Il progetto di coltivazione cellulare in vitro che stiamo portando avanti è riconosciuto dal CNR e dal Ministero dell'Università per la ricerca tecnologica. (MURST). La Fab si occupa della fornitura dei biomateriali di supporto alla coltura cellulare della pelle e alla sua produzione. L'università con i suoi laboratori contribuisce alla ricerca nel settore per portare a compimento, si spera in un tempo ragionevole, la possibilità di ricostruzione artificiale di organi complessi, quali fegato, pancreas e simili, in modo da facilitare i trapianti, al momento affidati alla donazione organi".

La carta vincente del progetto consiste nell'innovazione tecnologica ottenuta, e cioè la possibilità di rendere vivente un lembo di tessuto "non tessuto", un bio-materiale. Ciò che viene moltiplicato in laboratorio proviene infatti da una molecola biologica presente nell'organismo umano e permette ad un paziente, sottoposto a una biopsia per 2 cm della sua pelle, nel giro di tre settimane, di veder esponenzialmente moltiplicato il numero delle sue stesse cellule dermiche, trasformate in fogli di derma e pronte per essergli nuovamente innestate a copertura delle ferite..

La sede del CNR a RomaLe strutture ospedaliere attualmente in contatto con la FAB sono 160 su tutto il territorio nazionale e in 25 ospedali europei. Dodici i centri ospedalieri che utilizzano abitualmente la coltura cellulare come terapia. Il derma artificiale ha infatti i suoi costi, sottolinea Franco Mazzoleni, Direttore dell'Istituto di Chirurgia Plastica dell'ospedale di Padova:
"C'è un costo di organizzazione che è direi modesto che si esplica nel prelievo e nell'invio del pezzo al laboratorio e nel trasporto di ritorno. I costi in termini finanziari sono ancora abbastanza elevati. Per esempio se abbiamo un ustionato con una ustione estesa al 30% supponiamo alla schiena, necessita mediamente di una trentina di lamine che sono della dimensione di 10 cm quadrati, il che significa circa 18 milioni di lire. Sono tanti; ma sono un costo giustificato se noi abbiamo una accelerazione del processo di guarigione e soprattutto se abbiamo una buona guarigione".

Oltre a un tempo di guarigione più breve, 45 giorni contro i tre mesi necessari per un paziente trattato con terapie tradizionali, il vantaggio di un trattamento simile in campo sanitario consiste nella possibilità di riprodurre in laboratorio esattamente la quantità di derma necessaria al trattamento terapeutico. Da 2 cmq di pelle prelevata si ottengono in due settimane 2mq di derma, quanto basta per ricoprire un essere umano interamente.

Sono tre le fasi di costituzione del derma: preparazione del tessuto asportato, seminazione, espansione. A lavorazione ultimata il derma viene confezionato in modo assolutamente sterile ed inviato all'ospedale che ha intrapreso la terapia di coltura cellulare per un paziente.

L'azienda di Abano Terme possiede il brevetto del "non tessuto" utilizzato come supporto per la coltura del tessuto artificiale e conta di affermarsi nel settore a livello internazionale.