È un esperienza di
ricerca applicata tutta italiana quella dei prodotti di ingegneria dei
tessuti della FAB (Fidia Advanced Biopolymers) di Abano Terme. La
particolarità sta nel tipo di tessuto trattato: la pelle, o meglio,
il derma umano. La riproduzione artificiale del derma su scala
industriale permette interventi mirati nel campo sanitario. Il
Destinazione: ustioni, ulcere perforanti, ulcere diabetiche, chirurgia
plastica. Gli interlocutori di questo progetto sono ospedali e
università come conferma Giovanni Abbatangelo, professore Di
Istologia ed embriologia dell'Università
di Padova:
"Insieme alla Fidia di Abano Terme, facciamo parte di un
consorzio, il TISSUEtech. Il progetto di coltivazione cellulare in
vitro che stiamo portando avanti è riconosciuto dal CNR e dal
Ministero dell'Università per la ricerca tecnologica. (MURST). La Fab
si occupa della fornitura dei biomateriali di supporto alla coltura
cellulare della pelle e alla sua produzione. L'università con i suoi
laboratori contribuisce alla ricerca nel settore per portare a
compimento, si spera in un tempo ragionevole, la possibilità di
ricostruzione artificiale di organi complessi, quali fegato, pancreas
e simili, in modo da facilitare i trapianti, al momento affidati alla
donazione organi".
La carta vincente del progetto consiste nell'innovazione
tecnologica ottenuta, e cioè la possibilità di rendere vivente un
lembo di tessuto "non tessuto", un bio-materiale. Ciò che
viene moltiplicato in laboratorio proviene infatti da una molecola
biologica presente nell'organismo umano e permette ad un paziente,
sottoposto a una biopsia per 2 cm della sua pelle, nel giro di tre
settimane, di veder esponenzialmente moltiplicato il numero delle sue
stesse cellule dermiche, trasformate in fogli di derma e pronte per
essergli nuovamente innestate a copertura delle ferite..
Le strutture ospedaliere attualmente in contatto con la FAB sono
160 su tutto il territorio nazionale e in 25 ospedali europei. Dodici
i centri ospedalieri che utilizzano abitualmente la coltura cellulare
come terapia. Il derma artificiale ha infatti i suoi costi, sottolinea
Franco Mazzoleni, Direttore dell'Istituto di Chirurgia Plastica
dell'ospedale di Padova:
"C'è un costo di organizzazione che è direi modesto che si
esplica nel prelievo e nell'invio del pezzo al laboratorio e nel
trasporto di ritorno. I costi in termini finanziari sono ancora
abbastanza elevati. Per esempio se abbiamo un ustionato con una
ustione estesa al 30% supponiamo alla schiena, necessita mediamente di
una trentina di lamine che sono della dimensione di 10 cm quadrati, il
che significa circa 18 milioni di lire. Sono tanti; ma sono un costo
giustificato se noi abbiamo una accelerazione del processo di
guarigione e soprattutto se abbiamo una buona guarigione".
Oltre a un tempo di guarigione più breve, 45 giorni contro i tre
mesi necessari per un paziente trattato con terapie tradizionali, il
vantaggio di un trattamento simile in campo sanitario consiste nella
possibilità di riprodurre in laboratorio esattamente la quantità di
derma necessaria al trattamento terapeutico. Da 2 cmq di pelle
prelevata si ottengono in due settimane 2mq di derma, quanto basta per
ricoprire un essere umano interamente.
Sono tre le fasi di costituzione del derma: preparazione del
tessuto asportato, seminazione, espansione. A lavorazione ultimata il
derma viene confezionato in modo assolutamente sterile ed inviato
all'ospedale che ha intrapreso la terapia di coltura cellulare per un
paziente.
L'azienda di Abano Terme possiede il brevetto del "non
tessuto" utilizzato come supporto per la coltura del tessuto
artificiale e conta di affermarsi nel settore a livello
internazionale.
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