Pubblico e privato uniti dall'eLearning
A Bruxelles il primo summit europeo sulla
formazione digitale, un incontro tra istituzioni e aziende hi-tech
di Georgia Garritano
Si
è appena concluso il primo vertice
europeo sull'eLearning, la formazione digitale, iniziato ieri
a Bruxelles. Il Commissario europeo per l'Istruzione e la cultura
Viviane Reding e i delegati dei paesi dell'Unione si sono riuniti
per predisporre gli interventi programmati nel Piano d'azione
eEurope varato dalla Commissione lo scorso anno, in particolare
mediante partnership pubblico-privato. All'evento ha partecipato,
infatti, un gruppo di 25 aziende di primo piano nel settore dell'information
technology - compagnie del calibro di Cisco systems, Ibm e Nokia -
invitate dai politici dell'Unione a portare al summit l'esperienza
dell'impresa privata e a offrire la loro consulenza tecnica.
Sviluppare l'integrazione tra le istituzioni e i programmi
educativi dei paesi membri, creare infrastrutture flessibili in
grado di rendere disponibile per tutti l'offerta educativa,
promuovere un'alfabetizzazione informatica universale e
incentivare la cultura della formazione permanente: questi gli
obiettivi del summit.
"eLearning è un'opportunità per l'Europa di utilizzare
il potere della tecnologia per un autentico cambiamento sociale e
culturale, portando benefici sia al mondo accademico che a quello
economico" - ha dichiarato il Commissario Reding,
sottolineando la volontà di far convergere le migliori risorse
pubbliche e private per perseguire traguardi concreti e di
utilità generale.
In particolare, il vertice ha approfondito cinque questioni
strategiche, prima tra tutte quella dell'accesso e della
connettività. Sono state analizzate le esigenze di connessione
per finalità educative dal punto di vista dell'utente finale e
studiate le possibili soluzioni tecniche come, ad esempio,
l'installazione di punti di accesso a Internet pubblici, la
connessione di scuole e università e l'utilizzo della banda larga
e dei dispositivi portatili.
Per quanto riguarda l'alfabetizzazione informatica è stata
fissata una scadenza: entro la fine del 2003 gli studenti dovranno
lasciare la scuola in possesso di competenze informatiche di base.
Ciò che deve ancora essere definito, invece, sono i criteri di
certificazione e le modalità di aggiornamento delle conoscenze.
Sono state valutate le esperienze già realizzate e i casi più
riusciti per individuare modelli validi e trasferibili, tracciare
il profilo delle nuove competenze richieste dalla società
dell'informazione e promuovere lo sviluppo di comunità di
apprendimento.
Naturalmente, poiché la trasformazione del modello di
insegnamento e apprendimento costituisce una sfida anche per lo
sviluppo dei contenuti, si è discusso anche della definizione dei
criteri qualitativi e dei requisiti di rispondenza alle necessità
dei vari sistemi di istruzione nazionali e dei diversi possibili
uditori.
Infine, ma non ultimo, il problema del divario tra le richieste
del mercato del lavoro e la disponibilità di competenze per il
mercato dell'Ict, che impone, sia alle istituzioni che ai privati,
di concentrare gli sforzi nella formazione professionale. Con una
raccomandazione supplementare: ridurre lo squilibrio di genere
nell'accesso alle professioni tecnologiche.
Il summit è la prima di una serie di iniziative dedicate a
"progettare l'educazione di domani", a costruire
"un futuro digitale per la formazione europea". Le
conclusioni di questo incontro saranno presentate al vertice dei
ministri europei dell'Istruzione in programma il prossimo 28
maggio. Il Rapporto del summit, di prossima pubblicazione,
fornirà non solo delle raccomandazioni cui dovranno ispirarsi le
politiche comunitarie in materia ma anche concreti strumenti di
lavoro: una "mappa" degli ostacoli e delle risorse
disponibili, modelli di finanziamento e investimento, proposte
operative, suggerimenti per diffondere una maggiore consapevolezza
della necessità di modificare l'universo della formazione non
solo tra gli addetti ai lavori ma anche tra la popolazione.
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