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L'Italia e il progetto e-Europe


L'Italia e il progetto e-Europe

   


02 marzo 2000

Cardinale: una rivoluzione sociale, non solo economica, ore 10.00

"Grazie alle telecomunicazioni è possibile immaginare uno sviluppo della società oltre che dell'economia, uno sviluppo che recuperi la marginalità del Mezzogiorno in Italia e la marginalità del nostro Paese in Europa". A parlare di "rivoluzione sociale" è il ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale. "Questa rivoluzione è data dalla convergenza dei vari media nella Rete" - prosegue il ministro - e porterà ad una "destrutturazione della società quale noi la conosciamo". Naturalmente la trasformazione in atto rappresenta anche un grande business. "Dobbiamo lasciare al mercato la più ampia autonomia" - ha aggiunto Cardinale - "dando al settore poche necessarie regole".

Cardinale: liberalizzare il mercato delle tlc, ore 10.45

Il ministro Cardinale ha rivolto un appello alla Rai e a Mediaset perché "azionino l'acceleratore" anticipando la scadenza, fissata al 2006, per l'espansione delle reti nel digitale. "La televisione digitale - ha detto Cardinale - darà anche ad altre aziende la possibilità di competere sul mercato", rompendo il duopolio Rai-Mediaset. Anche sul tema della telefonia mobile, il ministro delle Comunicazioni ha auspicato il superamento della gestione monopolistica della Telecom, che ancora possiede l'ultimo tratto di linea che collega la cabina di commutazione all'abitazione dell'utente. "La competizione tra i nuovi gestori telefonici - ha concluso Cardinale - si giocherà sulla tecnologia Adsl che porterà la Rete Internet in tutte le case degli italiani".

Finanziamento alle imprese: non solo Borsa, ore 11.00

Incremento della formazione e del capital venture sono le premesse indispensabili per lo sviluppo tecnologico. E’ questa l’opinione di Alberto Tripi, presidente di Federcomin, l’associazione di categoria delle imprese informatiche e della comunicazione che rappresenta oltre mille grandi e piccole aziende. Per quanto riguarda la formazione occorre, a suo parere, promuovere “programmi formativi di breve percorso, pochi mesi per formare competenze specifiche, come quelle per operatore  di call center o di commercio elettronico, attività che potrebbero occupare decine di migliaia di giovani”. A proposito, invece, del finanziamento delle imprese del settore, “non si può pensare che l’unica maniera di finanziare le società sia la quotazione in Borsa. Pochissime piccole e medie aziende potranno andare in Borsa: occorre, pertanto, trovare un sistema di accompagnamento perché anch’esse possano crescere”.

Barbieri: in Italia sviluppo informatico a due velocità, ore 11.15 

Colmare il divario tra nord e sud Italia e avvicinare la Rete anche ai meno giovani. Due obiettivi fondamentali per promuovere l’economia digitale nel nostro paese secondo il numero uno di Italtel, Giovanni Barbieri. Nel sud infatti i computer per famiglia rappresentano il 5,1 per cento contro il 6,7 per cento della media nazionale, mentre nel mezzogiorno ci sono 4 Internet provider ogni 100 abitanti rispetto ad oltre il doppio nel nord est. “Occorre distinguere tra Internet e personal. La rete, infatti, è uno strumento facile e intuitivo e anche la popolazione adulta deve essere in grado di navigare”. E a proposito delle piccole e medie imprese italiane, Barbieri ha aggiunto che per poter competere sul mercato globale “non basta saper vendere tramite la rete ma è necessario anche comprare attraverso il Web”.

Comunicazione: dal modello unidirezionale a quello radiale, ore 11.25

 La e-society rivoluziona il mondo della comunicazione. Giuseppe Cerbone, amministratore delegato dell’Ansa, ha sottolineato oggi il cambiamento del modello comunicativo, dalla unidirezionalità del passato al modello radiale della società dell’informazione. “Il contenitore è uguale al contenuto – ha spiegato Cerbone – Internet infatti è anche contenuto e il messaggio, sempre più centrale, viene trasmesso a una molteplicità di destinatari”. Cerbone ha esortato i Quindici “ad aprire a Lisbona una piattaforma politica , solo in parte presente nei 10 punti del documento presentato da Prodi, che stabilisca delle precise scadenze per rispondere alle sfide della e-society. Trasformare la professionalità del comunicatore e creare un mercato del lavoro di stampo europeo, in cui cadano le barriere corporativiste e retrograde del modello italiano. Attivare, infine, dei centri di ricerca di base e avanzata”.

Rai più competitiva sul mercato, ore 12.00       

“Di fronte all’evoluzione che modifica il nostro settore di riferimento l’impegno della Rai è quello di riorganizzare l’azienda come operatore di mercato”. Lo afferma il vicedirettore generale Claudio Cappon. La televisione pubblica andrà verso una progressiva societarizzazione e assumerà sempre più logiche cliente-fornitore. Per la prima volta nella sua storia il canone rappresenterà una voce minoritaria. “La new economy consente di esplorare nuove strategie di produzione multipiattaforma” – ha aggiunto Cappon –  “Più che assumere altri impegni intendiamo valorizzare le risorse disponibili: ricchezza del patrimonio, presenza sul territorio, feeling col pubblico”.
 

Mediaset start-up del digitale, ore 12.15

 “Lo sviluppo tecnologico in atto richiede una legislazione leggera ma ancora non ci siamo”. Lo afferma l’amministratore delegato di Mediaset Fedele Confalonieri. “C’è, infatti, un senso penitenziale delle leggi per cui se ci si espande in una direzione bisogna rinunciare a qualcosa in un’altra. Anche noi siamo una start-up nel digitale e dobbiamo essere considerati nello stesso modo di quelli che partono ora”. Confalonieri si è poi soffermato sulle trasformazioni imposte dalla digitalizzazione: essa modifica sia i processi di archiviazione che di distribuzione e, soprattutto, rende necessario l’aggiornamento della formazione del personale.

Pilati, il regolatore non intralci lo sviluppo della società dell’informazione, ore 12.20

“Non è facile regolare un settore in così rapida evoluzione”. Ha esordito così Antonio Pilati, dell’Autorità garante delle comunicazioni, creata due anni fa dalla legge Maccanico per regolamentare tutto il comparto dei media. “Il nostro obiettivo – ha spiegato Pilati – è dare regole certe perché tutti abbiano accesso al mercato dei vecchi e nuovi media, favorendo la libera competizione, ma senza ostacolare lo sviluppo dell’innovazione”. E quando la liberalizzazione delle telecomunicazioni sarà completata, l’Autorità “potrebbe essere sciolta e sostituita dall’Antitrust”.

Le Ferrovie non perderanno il treno dello sviluppo tecnologico, ore 12.40

Intervento fuori programma per Claudio Demattè, presidente delle Ferrovie dello Stato. “Sono convinto che le nuove tecnologie possano rilanciare un settore in difficoltà come quello dei trasporti”. L’introduzione dei sistemi informatici, infatti, è in grado di trasformare radicalmente i rapporti tra clienti e Ferrovie, superando le disfunzioni attuali. E l’altro versante dell’innovazione “è la gestione completamente informatizzata dei rapporti con i nostri fornitori”, che la società intende attuare a breve. “L’integrazione tra telecomunicazioni e informatica – ha concluso Demattè – è la condizione indispensabile dello sviluppo del business. Per migliorare la produttività è necessario trasformare i processi aziendali attraverso l’automazione”.

L’impegno di Telecom per l’innovazione tecnologica in Italia, ore 13.00

“E’ necessario superare la fase dell’analisi di mercato e passare ai problemi delle strategie di implementazione”. Lo afferma il responsabile del settore mercato di ItaliaTelecom, Rocco Sabelli. “Compito di Telecom in questo passaggio è di contribuire ad assicurare velocità ed efficienza nell’innovazione tecnologica abbattendo costi e tempi di accesso”. L’intervento di Sabelli ha sottolineato l’impegno del colosso italiano della telefonia che nel prossimo biennio prevede un investimento 5000 miliardi per centrare l’obiettivo di coprire il 45 per cento della popolazione italiana con infrastrutture a larga banda e fibre ottiche. In questa direzione si colloca anche la spinta alla diffusione della larga banda per la telefonia mobile e cioè dei sistemi Wap e Umts. Sabelli ha concluso il suo intervento precisando però che “la facilità di accesso, la stabilità della Rete e i bassi costi possono essere solo le premesse per l’eliminazione delle barriere che in Italia ancora ostacolano lo sviluppo e la diffusione dell’attività online delle piccole e medie imprese” e che grande importanza per raggiungere questo obiettivo rivestono le istituzioni scolastiche e universitarie preposte alla formazione delle figure manageriali del settore.

Passigli: la e-economy fa emergere i ritardi italiani, ore 14.00

"La e-economy fa emergere certi ritardi strutturali italiani" ha dichiarato il sottosegretario per l'Innovazione Stefano Passigli. La nuova economia - ha spiegato - "è per definizione globale ma le imprese operano in contesti nazionali. Il gap del nostro paese non è tecnologico ma del sistema. Si pensi, ad esempio, a quanto sia essenziale per il commercio elettronico una rete di trasporti efficiente". In Italia diffondere la banda larga a livello periferico presenta delle difficoltà e l'Unione europea stanzia fondi per l'innovazione tecnologica ma non per le infrastrutture. A questo proposito Passigli ha detto che "interlocutore del governo non è solo Bruxelles, ma anche gli operatori. Non possiamo permettere che certe aree dove c'è meno convenienza dal punto di vista commerciale rimangano indietro. Nella gara per l'assegnazione delle licenze Umts sarà quindi valutata anche la disponibilità degli operatori a investire sulla banda larga". Il sottosegretario all'Innovazione ha anche aggiunto che lo sviluppo dell'accesso mobile a Internet non basta. E' importante se si considera la rete in termini di commercio elettronico ma per favorire la crescita della società dell'informazione deve aumentare il numero di Pc tra la popolazione. Ciò è fondamentale anche per creare un nuovo rapporto tra cittadini e Pubblica amministrazione. Il servizio in rete, infatti, farà diminuire ulteriormente la produzione di certificati, già dimezzata per effetto della legge Bassanini. Secondo Passigli, inoltre, c'è un deficit di regole nel settore dell'Information technology, sia dal punto di vista contrattualistico che del regime fiscale e del copyright. Si tratta, comunque, di un "problema sovranazionale" per il quale occorre stipulare delle convenzioni internazionali. "Il governo" - ha concluso - "deve costruire le condizioni, il resto lo faranno gli imprenditori"