Nel 1978 alcuni
esperimenti svolti da Perl e da altri scienziati alla Stanford
University portarono alla scoperta di un nuovo tipo di particelle sub-atomiche:
il leptone Tau. Ma i neutrini sono precursori dei leptoni, per cui si
giunse alla conclusione che doveva esistere in natura anche il
neutrino Tau. Trovare effettivamente il neutrino Tau, tuttavia, e'
stato di gran lunga piu' difficile che teorizzarne l'esistenza. Nel
1997 gli scienziati hanno utilizzato l'acceleratore ad anello di
particelle del Fermilab, scagliando un intenso raggio di neutrini
contro un rivelatore di 15 metri, allestito con placche di ferro
coperte dal rivestimento di un'emulsione. Dopo di che hanno analizzato
le sei milioni di tracce lasciate da quell'urto sul rivestimento delle
placche. Quelle tracce sono state studiate con video-camere
computerizzate, grazie alle quali ne sono state create immagini
tridimensionali. Restringendo il campo per esclusione, gli scienziati
hanno alla fine individuato quattro tracce chiaramente attribuibili a
leptoni Tau; vale a dire, attribuibili con certezza a collisioni di
neutrini Tau. "Poiche' i neutrini non hanno carica elettrica, non
li si puo' mai rintracciare direttamente. Ma i neutrini Tau - spiega
ancora Perl - producono leptoni Tau, i quali hanno un tempo di
decadimento brevissimo. Cio' che li fa individuare e' la loro traccia,
che ne costituisce la firma". Questa scoperta fa progredire di un
grande passo avanti la ricerca nella fisica delle particelle, una
strada di indagine scientifica sulla quale si era lanciato per primo,
nel 1934, Enrico Fermi. (Agi) |