Roma, 17 aprile 2000
Ore 10:45

Alla radice del digital divide reddito e educazione

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Il divario digitale tra chi ha accesso alle nuove tecnologie e chi ne rimane escluso non ha a che fare con la razza della comunità utente, come ritengono i politici, ma è un problema meramente economico. E una volta on line i comportamenti di bianchi, rossi, neri e gialli sono gli stessi. Sono queste le conclusioni di una ricerca condotta su un campione di 80mila famiglie americane resa nota oggi dalla Forrester Research. "Combattere il digital divide significa impegnarsi per costruire una nuova società che affronti l'emergenza povertà" ha commentato l'analista della società, Ekaterina O. Walsh. La classifica dei gruppi etnici che hanno accesso alla rete presenta delle sorprese. I cittadini bianchi americani risultano terzi, 43 per cento, dopo gli asiatici americani, 69 per cento, e gli ispano-americani, 47 per cento. "Il dato degli ispano-americano potrebbe sembrare strano, se confrontato con l'opinione circolante, alimentata dalla stampa, sul loro ritardo nell'uso degli strumenti hi-tech. In realtà si tratta di una comunità giovane, ottimista e con lo stesso reddito medio dei bianchi americani". Quarti gli afro-americani. Troppo poveri per comprare computer, essi scelgono di collegarsi da biblioteche, dal lavoro e da altri luoghi pubblici. Le differenze più forti nell'uso della rete secondo la Walsh sono generazionali. "Ai giovani piace partecipare ai forum e alle chat mentre gli adulti preferiscono inviare e-mail". E la possibilità di comunicare on line è per tutti il motivo principale dell'uso di Internet. Il secondo interesse dei navigatori è l'accesso alle informazioni. I neri prediligono notizie sulla salute e il lavoro, gli asiatici consultano giornali e settimanali. Tutti i gruppi cercano sulla rete l'intrattenimento, amano scaricare musica e visitare siti sportivi. L'e-commerce interessa un po' tutti per quanto riguarda l'acquisto di prodotti convenienti in rete, come libri, cd e vestiti. "Il background proprio di ogni gruppo etnico non influenza in maniera consistente l'uso della rete". In ogni caso scarseggiano sulla rete siti pensati ad hoc per una certa cultura e tradizione, mentre il futuro, secondo la Walsh, è proprio la specializzazione delle pagine elettroniche. (Newsbytes)

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