Roma, 17 gennaio 2000

Le società software traggono beneficio dal monopolio Microsoft

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Il caso Microsoft si avvia alla conclusione e mentre i sostenitori dell'antitrust vorrebbero dividere la società di Redmond in due società concorrenti, centinaia di piccole e medie aziende software si augurano, per il proprio interesse, che l'assetto della compagnia rimanga invariato. Il successo di molte aziende, infatti, è strettamente legato all'allenza strategica con la Microsoft. Ad esempio la Crystal Graphics, azienda software californiana che lo scorso anno, lavorò con la società di Gates per migliorare l'interfaccia grafica di Powerpoint, arricchendolo con effetti di animazione in 3-D. "Grazie a Powerpoint - ha dichiarato il presidente della società, Robert J. Courtney Jr - nel 99 abbiamo raddoppiato le nostre entrate e prevediamo incrementi anche per quest'anno. Il fatto che la Microsoft possieda il 90 per cento del mercato aiuta una società come la nostra". Se Windows fosse soltanto uno dei tanti programmi operativi, la Crystal Graphics dovrebbe fare i conti con i costi della creazione di molteplici programmi grafici. Certo, le società e gli utenti Microsoft lamentano le centinaia di bug del sistema Windows, i suoi costi, e l'arroganza che ha permesso alla società di Bill Gates di imporsi sul mercato mondiale. "Molte società hanno scelto di nuotare al fianco dello squalo Microsoft per non essere inghiottite" sostiene Roger Lanctot, analista software. Lo stesso successo di Microsoft si basa in parte su un sistema di interrelazione con altre società, per cui il gigante di Redmond e i suoi "satelliti" spingono i consumatori ad acquistare le ultime versioni l'una dei prodotti dell'altra. Per questo la Microsoft ogni anno destina ben 100 milioni di dollari in corsi di perfezionamento, manifestazioni e supporti tecnici gratuiti per le società satellite. Al contrario le compagnie che lavorano per la Apple o per entrambi i gruppi, si augurano che la causa antitrust non tanto provochi la divisione della società, ma la costringa a rendere pubblico il codice di Windows, una sorta di Dna del programma, per mettere in grado anche le altre compagnie di competere con Microsoft. E sebbene il monopolio di Microsoft verrebbe a cadere, il valore di Windows come standard informatico non sarebbe intaccato.(Los Angeles Times)

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