Il gigante
dell'informatica americano Ibm è nell'occhio del ciclone in Francia
per aver fatto usare per anni senza alcuna protezione in diverse
fabbriche dei solventi agli eteri di glicolo, presumibilmente
cancerogeni. I Verdi francesi hanno domandato l'apertura di
un'inchiesta giudiziaria. "Decine di migliaia di lavoratori
potrebbero essere stati intossicati - dicono - gli eteri tossici vanno
proibiti e le vittime indennizzate". I primi a indagare su un
possibile legame tra gli eteri di glicolo da una parte e il cancro o
alcune malformazioni fetali dall'altra, sono stati gli avvocati che
rappresentano alcuni dipendenti di uno stabilimento Ibm dello stato di
New York ammalati di cancro. I lavoratori sono convinti che la loro
malattia sia provocata dagli eteri di glicolo e i loro avvocati sono
venuti a cercare conferme nello stabilimento Ibm di Corbeil-Essonnes (alla
periferia di Parigi) e in quelli dei suoi appaltatori di servizi. E di
riscontri ce ne sono stati eccome: vari operai che erano stati in
contatto prolungato con i famigerati eteri di glicolo e hanno avuto
tumori si sono fatti vivi. Tra loro Mina Lamrani, che ha lavorato dal
1982 al 1989 alla Soprelec, azienda che preparava i solventi per Ibm.
"Dovevamo riempire bottiglie di glicolo da vari litri - dice la
donna - senza protezioni, né alcuna forma di areazione dei locali".
Il figlio di 16 anni della signora Lamrani è nato con una tremenda
malformazione alla faccia: ''il lato sinistro del suo viso sta morendo
lentamente". Per ora Ibm tace ma già un ex dirigente dello
stabilimento di Corbeil denuncia: "Al mio arrivo nel 1965
segnalai che qualcosa non andava". L'uomo insistette per anni
perché fossero adottate misure di protezione concrete per i
dipendenti a contatto con i prodotti chimici. Fu trasferito più volte
e infine fu mandato in prepensionamento nel 1989. (Ansa) |