Varie associazioni di disabili negli Stati Uniti chiedono al governo
federale una legislazione che imponga agli operatori Internet di rendere
i siti accessibili anche a utenti con handicap. Fanno appello a un
articolo della legge "American with disabilities Act" (Ada)
che prescrive che tutte le "strutture pubbliche" siano
accessibili anche ai disabili, interpretando come struttura pubblica
qualunque esercizio o servizio aperto al pubblico. Per alcuni esperti,
invece, l'espressione "strutture pubbliche" non può essere
applicata ai provider o ai siti privati. Elizabeth Dorminey, avvocato
presso un prestigioso studio di Athens in Georgia, sottolinea che tutti
gli esempi di "strutture pubbliche" citati nella legge fanno
riferimento a luoghi fisici.
Anche Dennis Hayes, presidente dell'associazione americana degli
operatori Internet, ritiene che l'applicazione delle norme Ada ai serivi
web non funzionerebbe e che il Congresso dovrebbe invece investire nella
sensibilizzazione delle imprese. Una delegazione di disabili guidata dal
World Wide Web Consortium
(W3C) ha portato il caso di fronte alla commissione affari
costituzionali. Entro il prossimo mese il governo presenterà una
proposta di legge che obbliga tutti i siti istituzionali a fornire, in
aggiunta al testo, il supporto audio e a eliminare scritte in movimento,
animazioni e modalità touch screen. Sembra, comunque, che anche le
imprese apporteranno qualche cambiamento, soprattutto dopo la causa
intentata dalla Federazione
nazionale dei ciechi contro America
Online perché il provider non è compatibile col software di
lettura ad alta voce che consente ai non vedenti di ascoltare il
contenuto dei testi scritti. Judy Brewer, che dirige il programma
internazionale per l'accessibilità del Web ai disabili del W3C (Web
accessibility initiative international program) ha detto che Internet
rappresenta un grande potenziale per l'impiego dei disabili e che chi
manca nella progettazione a favore dei disabili manca un'occasione
storica. "Il Web eccelle come mezzo ad alta accessibilità" -
conferma Tim Berners-Lee, colui che è considerato il padre del World
Wide Web - "un computer è in grado, infatti, di rappresentare
automaticamente la stessa informazione in modi diversi secondo i bisogni
degli utenti". (Newsbytes)
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