Nell'era di Internet
può capitare che l'amante si nasconda nel computer di casa e non più
nell'armadio, ma ormai neanche le alcove virtuali del Web sono un
luogo sicuro: nuovi software permettono, per pochi dollari, di spiare
ogni mossa virtuale del coniuge. Così gli infedeli "elettronici"
d'America sono minacciati dal successo commerciale di software che una
volta installati nel computer di casa sono in grado di registrare ogni
singola lettera digitata sulla tastiera, consentendo ai coniugi gelosi
di controllare non solo le e-mail del proprio partner, ma anche le
conversazioni sulle chat line, tradizionale luogo di incontri "proibiti".
Si tratta di programmi originariamente pensati per permettere ai
genitori di vigilare sulle frequentazioni virtuali dei propri figli,
ma la loro funzione si è modificata nell'uso comune e le aziende
hanno pensato bene di adeguare le proprie strategie di vendita. La
Spectorsoft, ad esempio, ha recentemente lanciato sul mercato un
programma, chiamato eBlaster, che consente un controllo remoto,
attraverso cioè un secondo computer a cui il software trasmette via
e-mail rapporti aggiornati sulle attività elettroniche del coniuge.
Le società produttrici di questi software raccomandano ai clienti di
informare coniugi e figli al momento dell'installazione, ma poi
pubblicizzano i prodotti come strumenti per cogliere in fallo i propri
cari. Non è chiaro se questi programmi violino o meno le leggi che
regolano le intercettazioni telefoniche ed ambientali: "Non si
tratta di intercettazioni in senso tradizionale", ha commentato
Harvey Silverglate, avvocato esperto in materia di libertà civili,
"il problema è capire sino a che punto le leggi esistenti
possano essere applicate ai casi in questione". Ma c'è un altro
aspetto della questione che merita di essere considerato: secondo uno
studio del 1999 condotto su 18 mila navigatori abituali del Web,
soltanto per il 13 per cento degli utenti di Internet le avventure
virtuali si traducono in rapporti fisici nel mondo reale, e in America
ci si comincia a domandare se valga la pena far naufragare delle
relazioni per delle scappatelle circosritte al mondo virtuale. (Ansa) |