Utenti Internet
di tutto il mondo hanno espresso il loro appoggio e la loro
solidarietà a chi ha il compito di ricercare e diffondere
l'informazione. Un click per protestare contro la repressione
dei giornalisti, che in alcuni paesi subiscono intimidazioni,
torture, prigionie e nei casi più gravi la morte. L'iniziativa
è partita da Reporters
sans Frontières (Reporters without Borders) di Parigi come
parte del World Press Freedom Day che ha registrato un totale di
27.852 hits nell'arco di sole tre ore. I risultati della
campagna on line saranno presentati dal segretario generale
dell'Onu all'assemblea che si terrà a dicembre. Anche Amnesty
International ha partecipato all'iniziativa, pubblicando on
line un appello ai governanti perché garantiscano libertà di
espressione e pongano fine a torture e ucisioni di reporter.
"Alcuni governi - si legge sul sito di Amnesty - continuano
a controllare e a sopprimere l'informazione violando i diritti
umani di chi ha il compito di diffonderla".
L'organizzazione cita dei casi di intimidazione e tortura in
Aceh, Indonesia; Bosnia-Herzegovina; Iran, Congo e Bolivia. E
secondo una ricerca relativa allo scorso anno condotta da
Reporters sans Frontières il numero dei giornalisti uccisi per
il loro lavoro è aumentato rispetto al passato. La libertà di
stampa non esiste in ben 20 paesi, e in altri 70 subisce delle
restrizioni. 36 i giornalisti uccisi nel corso del loro lavoro o
per le loro opinioni, 446 quelli arrestati e 653 i minacciati. (Computercurrents) |