Roma, 04 aprile 2000
ore 12:30

La sentenza divide utenti, politici e industriali

stampa

chiudi

Non appena la notizia della colpevolezza di Microsoft si č diffusa in rete, č cominciata la profusione di commenti da parte di sostenitori e detrattori della societā. Nella comunitā on line, dove lo schieramento anti-Gates č ampiamente rappresentato, molti hanno esultato per la sentenza, come ad esempio i membri del newsgroup alt.destroy.microsoft. Ma anche a Washington, nei luoghi della politica, le reazioni sono state vivaci. Richard Armey, parlamentare repubblicano, ha applaudito la decisione della societā di ricorrere in appello e ha criticato l'intervento del governo, affermando che promuovere "conflitti su questioni che riguardano il passato frena lo sviluppo della tecnologia e svantaggia i consumatori". Il senatore democratico Patrick Leahy annuncia, invece, che la decisione del giudice Jackson darā "nuovo vigore alla sorveglianza anti-trust". Si dividono anche le associazioni industriali. Se per Jonathan Zuck, presidente dell'Associazione per la Tecnologia competitiva, un gruppo che rappresenta 9000 imprese del settore, Microsoft inclusa, c'č il rischio che le sorti dell'industria del software vengano decise da avvocati e giudici (alcuni dei quali "non hanno mai aperto un'e-mail") invece che dal mercato, di tutt'altro avviso č Mike Pettit di ProComp, un gruppo spalleggiato da Sun, Oracle e altri avversari del gigante di Redmond, che sostiene, invece, che al processo si č arrivati proprio a causa della condotta di Microsoft nel mercato. Tra i concorrenti, Bob Young, amministratore di Red Hat una delle societā distributrici di Linux, ammette che il verdetto migliorerā le opportunitā di affermazione del nuovo sistema operativo. (Washington Post)

chiudi