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È nata nei laboratori dell'Università del Tennessee (Usa)

Su Internet tutti i particolari dell'ultimo vitello clonato, Millie

Usata una nuova tecnica. Registrate tutte le fasi della vita della madre genetica


È da oggi su Internet l'ultimo bovino clonato, Millie. Ad annunciarlo sono stati gli autori del riuscito esperimento, i ricercatori della sezione di sperimentazione agricola dell'Università del Tennesse.

Sul sito Internet dell'Università è possibile trovare foto e spiegazioni scientifiche dell'esperimento.

Millie (il nome originale è Millennium) è nata il 23 agosto da una cellula somatica adulta che non ha dovuto subire i trattamenti che hanno permesso la nascita di Dolly - la prima pecora clonata - e di altri esemplari di bovini clonati precedentemente. "È la prova che le tecniche di clonazione sono molto più semplici di quanto pensassimo", ha affermato la dott.ssa Lannett Edwards, coordinatrice del gruppo di ricerca che ha seguito la nascita di Millie.

Questa particolarità fa di Millie un esemplare unico. E l'unicità di questo esperimento è anche dovuta al fatto che della "madre genetica" di Millie, Teresa, si hanno i dati completi sulla "produttività" che ora possono essere confrontati con quelli di Millie. Va tenuto conto che Teresa detiene un primato di produttività per la sua categoria rispetto a quantità e qualità di latte prodotto nel 1999. Adesso si saprà con precisione quanto un clone riesce ad "equiparare" il suo "simile" durante tutto l'arco della propria vita

Millie è nata dopo una normale gestazione di 278 giorni. Gli embrioni clonati sono stati fatti maturare inizialmente per sette giorni e poi sono stati inseriti nella madre surrogata, Teresa.

Il clone è stato realizzato a partire da un gruppo iniziale di 95 embrioni, cosa che segna un netto miglioramento rispetto agli iniziali 277 tentativi fatti per ottenere Dolly.

Nelle intenzioni degli sperimentatori le finalità dell’operazione sono il miglioramento della qualità della vita di consumatori e produttori. Questi ultimi, si legge nel comunicato stampa dall’Università, grazie ai vitelli clonati possono aumentare produzione e profitti.