Il popolo di Internet lancia
un'altra azione di protesta: si svolgerà il 16 ottobre la
Giornata mondiale anti McDonald's. Proprio mentre
l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e
l'agricoltura (Fao)
celebrerà la Giornata mondiale dell'alimentazione, i
contestatori organizzeranno manifestazioni e picchetti davanti
ai fast-food e nei luoghi dove sorgeranno nuovi ristoranti. E
diffonderanno un libello "storico" intitolato
"Cosa c'è di sbagliato in McDonald's? Tutto quello che non
vogliono farti sapere" (la traduzione in italiano della
brochure si può leggere qui).
Il 16 ottobre dell'anno scorso sono stati realizzati picchetti
in 345 città di 23 paesi del mondo. Per la mobilitazione di
quest'anno sono state lanciate una
decina di iniziative via Internet. Attraverso un forum di
discussione, si individuano i punti dove saranno installate
altre filiali di McD e si organizzano le manovre di protesta. E
il passaparola comprende anche appelli alla sottoscrizione per
il movimento.
La multinazionale della
ristorazione rapida è accusata dagli attivisti di diffondere
cibo poco salutare, di sfruttare i propri dipendenti, di
contribuire alla deforestazione selvaggia del pianeta per fare
spazio agli allevamenti di bestiame destinati a diventare
hamburger. Il sito web che coordina la contestazione contro
McDonald's si chiama McSpotlight
e vanta un archivio di 21 mila file contente, oltre al materiale
di propaganda, la documentazione relativa a tutti i procedimenti
giudiziari in cui è coinvolto il colosso del fast-food. Il sito
ruota intorno al McInformation Network, una rete indipendente di
volontari operanti in 16 paesi che distribuiscono informazioni
sul movimento attraverso una mailing list. Attivato nel febbraio
1996, McSpotlight riceve attualmente più di un milione di
contatti ogni mese.
Ma perché sollevarsi contro gli
hamburger proprio nel giorno dedicato dalle Nazioni Unite alla
tragedia della fame nel mondo? E perché risparmiare le altre
catene di ristoranti? Si potrebbe obiettare che in fondo i
fast-food, con i loro prezzi popolari, contribuiscono in qualche
modo a sfamare anche i meno abbienti. E che una fetta dei
guadagni di McDonald's finanzia un'organizzazione di
volontariato che aiuta i bambini in difficoltà, con 174 "case
di carità" sparse in 32 paesi del mondo.
Per quel che concerne la data, si
tratta di una scelta fortemente mediatica. Durante questa
ricorrenza annuale - che commemora la fondazione della Fao il 16
ottobre 1945 - sono promosse varie iniziative per sensibilizzare
l'opinione pubblica sulla grave situazione delle persone che
soffrono la fame nel mondo e per raccogliere fondi in loro
soccorso. Un'ottima occasione per puntare l'indice contro una
multinazionale del cibo che, a detta dei militanti, si
arricchisce alle spalle dei paesi più poveri nascondendosi
dietro una facciata politicamente corretta.
Riguardo al "capro
espiatorio", poi, i contestatori adducono motivazioni di
carattere dietetico ed ideologico. Prima di tutto, il consumo
massiccio di prodotti a base di carne, oltre ad essere nocivo
per la salute, porterebbe alla lunga ad uno squilibrio
gravissimo dell'alimentazione mondiale. Grandi aree di terra nei
paesi poveri vengono deforestate per ospitare allevamenti di
bestiame o per coltivare foraggi per nutrire gli animali che
verranno mangiati dai più ricchi. Tutto questo viene fatto a
danno delle risorse alimentari di quei paesi: 7 milioni di
tonnellate di cereali producono solo 1 milione di tonnellate di
carne e derivati. Con una dieta basata sui vegetali e con un
razionale utilizzo delle terre, ogni regione potrebbe sfamarsi
in modo autosufficiente. Inoltre McDonald's è il marchio più
conosciuto nel mondo dei fast-food ed è l'unica società che
innesca tante azioni legali contro chi muove delle critiche. Per
questo è diventata il simbolo delle multinazionali che
perseguono i loro profitti schiacciando tutto quello che
incontrano sulla propria strada. Ed è stata scelta come
bersaglio dell'azione di protesta. Tutto è cominciato con il
cosiddetto processo McLibel (dove "libel" significa
"diffamazione, querela"). Verso la metà degli anni 80
il gruppo anarchico London Greenpeace (che non ha niente a che
vedere con Greenpeace International) inizia a concentrare la sua
protesta contro la multinazionale dell'hamburger e nel 1985
lancia La Giornata internazionale di lotta contro McDonald's, da
tenersi ogni anno il 16 ottobre. L'anno successivo la
pubblicazione del già citato libello "Cosa c'è di
sbagliato in McDonald's? Tutto quello che non vogliono farti
sapere", provoca le ire dell'azienda. Dopo anni di
schermaglie, finalmente McD riesce a coinvolgere i militanti in
un processo per diffamazione, che si è rivelato il più lungo
della storia della giustizia civile inglese. Il verdetto, emesso
il 19 giugno 1997 dopo due anni e mezzo di udienze, pur dando
ragione alla corporation americana, ha riconosciuto la
fondatezza delle critiche su: sfruttamento dei bambini tramite
la pubblicità, sfruttamento dei lavoratori con paghe bassissime
ed avversione verso i sindacati, sofferenza e torture per gli
animali. Alla fine gli avvocati della multinazionale lamentano
una vittoria insignificante, viste le conferme date anche in
corte agli attivisti ed alla loro campagna oramai irrefrenabile.
In Gran Bretagna, ogni volta che un nuovo fast-food si appresta
ad aprire, si costituiscono immediatamente comitati di cittadini
che organizzano assemblee e manifestazioni. In molte occasioni
questi hanno ottenuto che fosse revocata l'autorizzazione
all'apertura o obbligato McDonlad's ad abbandonare i propri
piani. Nel giugno scorso, dopo un'incredibile occupazione di 552
giorni dell'area in cui doveva sorgere l'ennesimo ristorante (ad
Hinchley Wood, nei pressi del quartiere londinese di Kingston) ,
McDonald ha finito per dichiarare disfatta e fare marcia
indietro.
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