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Gli artisti difendono on line il diritto alla citazione musicale

Musica anticopyright con il "Droplift project"


Che ne sarebbe stato di artisti come Andy Warhol se qualcuno gli avesse impedito di riutilizzare le immagini delle famose scatolette Campbell o di declinare in tutte le forme possibili la foto di Marylin Monroe? È probabilmente quello che si sono chiesti gli artisti del "Droplift project" nel lanciare l'ultima sfida del popolo di Internet alle leggi sul copyrirght.

Cos'è il droplift? Per capirlo basta cercare in Rete al sito "Droplift project". Lo scorso 28 luglio negli scaffali dei negozi musicali di tutto il mondo è stato depositato un cd non schedato nell'archivio dai venditori. In quel cd erano raccolti una trentina di brani messi gratuitamente a disposizione del pubblico dai musicisti del "Droplift project". I pezzi erano tutti originali riarrangiamenti in chiave ironica, parodistica, di brani presi da altri cd, dalla radio, da film o dalla televisione.

La singolare iniziativa è stata intrapresa con uno scopo dichiaratamente polemico. Protestare contro la legislazione vigente e le multinazionali della musica che considerano illegale il lavoro di riutilizzo creativo di pezzi musicali altrui. Secondo gli artisti del "Droplift project" il collage, la citazione ironica, la parodia sono forme d'arte che dovrebbero godere di una legislazione meno restrittiva, fermo restando il diritto di ogni artista a non venire "piratato". Al contrario, sostengono i "droplifters", la legislazione attuale in tema di pezzi musicali considera in maniera estremamente restrittiva il "giusto utilizzo" di brani di altri artisti. Così facendo viene impedita la realizzazione di prodotti artistici originali che si basano sulla reinterpretazione creativa delle fonti di ispirazione.

"Per secoli - si legge nelle linee programmatiche del "Droplift project" - gli artisti hanno attribuito grande valore all'ispirazione che proveniva dal mondo circostante - articoli di giornali, foto, periodici e perfino manufatti - e hanno ricombinato insieme questi pezzi creando lavori nuovi ed interessanti il cui significato spesso è una sorta di riflessione su chi siamo e sui tempi che viviamo.. Gli artisti di questo Cd fanno la stessa cosa con la musica".

L’operazione ha coinvolto una cinquantina di persone e ha raccolto una vasta eco su Internet. La Rete è stata inoltre il luogo fisico di collegamento fra i diversi artisti (molti dei quali non si sono mai incontrati di persona) e gli attivisti che hanno riempito gli scaffali dei negozi con i cd. E per chi non ha avuto il proprio negozio visitato dai “droplifters”, da Internet è possibile “scaricare” gratuitamente l’intero cd o anche stamparsi una copertina con gli estremi dei brani.

La performance dei droplifters è solo l’ultimo capitolo di una battaglia sotterranea e ancora aperta fra le multinazionali della musica e i tantissimi artisti che cercano di far conoscere i propri prodotti in Rete senza passare attraverso le grandi case di distribuzione. È di questi giorni la annunciata (e poi sospesa) chiusura di Napster, il sito accusato di essere la centrale di smistamento on line della musica piratata. Come ha giustamente scritto il bollettino on line “Inside.com”, Droplift è una sorta di versione dadista di Napster, riproponendone la filosofia di fondo interpretata in chiave di performance artistica e sociale.